Il saggio ricostruisce una delle tappe della tournée europea de "L'eredità di Caino", ciclo di spettacoli di strada inaugurato dal Living Theatre in Brasile nel 1970, destinato a modularsi e arricchirsi di nuove creazioni collettive a contatto con la straordinaria effervescenza sociale e culturale del momento. In Italia in particolare, questo significò portare il teatro nelle fabbriche e nelle università occupate, negli ospedali psichiatrici e di fronte alle carceri. Una presenza diffusa che aveva contribuito a estendere la conoscenza del gruppo ben al di fuori dell’ambiente teatrale, toccando i principali centri e le province, i grandi teatri e i luoghi dell'aggregazione giovanile. È questo il contesto in cui, nel novembre del 1976, la storia del teatro incrociò per tre giorni la vita di una cittadina romagnola di provincia, senza passare per le istituzioni culturali e lasciando dietro di sé un dibattito che si prolungò per alcune settimane sulla stampa locale. Il saggio ripercorre la tappa romagnola del Living Theatre che, dopo essere rientrato in Europa nell'ottobre precedente su invito della Biennale di Venezia, fondava la sua organizzazione su una dimensione sempre più nomade e militante. È in questo contesto che, fra il 6 e il 15 novembre 1976, la compagnia statunitense fu prima a Faenza, poi a Forlì, e infine a Imola, invitata dal Circolo Studi Sociali Errico Malatesta, che fece rete con i gruppi anarchici delle altre due cittadine romagnole, per dar vita a questo breve ma intenso giro teatrale. Il saggio ricostruisce queste giornate attraverso un'indagine che tocca non solo gli spettacoli rappresentati, ma anche gli aspetti organizzativi e il dibattito politico e culturale che si prolungò in seguito all'evento. Il saggio, corredato di fotografie inedite, utilizza documenti d'archivio, conservati in particolare presso l'archivio del Gruppo anarchico Malatesta di Imola (comunicati stampa, presentazioni ciclostilate, richieste di autorizzazioni, rassegna stampa, fotografie) e testimonianze orali. Al centro, i temi che accompagnavano immancabilmente gli spettacoli del Living Theatre, spostando la riflessione su un terreno essenzialmente politico: il ‘passaggio all’azione’, l'efficacia del progetto politico di cui il teatro era visto come uno strumento, la diatriba attorno all’utopia della nonviolenza e dell’idealismo anarchico. Temi che, nella provincia romagnola, acquistano al tempo stesso una centralità e una distanza rispetto al clima e al tenore del confronto propri di quegli anni.

Il Living Theatre a Imola

VALENTI, CRISTINA
2014

Abstract

Il saggio ricostruisce una delle tappe della tournée europea de "L'eredità di Caino", ciclo di spettacoli di strada inaugurato dal Living Theatre in Brasile nel 1970, destinato a modularsi e arricchirsi di nuove creazioni collettive a contatto con la straordinaria effervescenza sociale e culturale del momento. In Italia in particolare, questo significò portare il teatro nelle fabbriche e nelle università occupate, negli ospedali psichiatrici e di fronte alle carceri. Una presenza diffusa che aveva contribuito a estendere la conoscenza del gruppo ben al di fuori dell’ambiente teatrale, toccando i principali centri e le province, i grandi teatri e i luoghi dell'aggregazione giovanile. È questo il contesto in cui, nel novembre del 1976, la storia del teatro incrociò per tre giorni la vita di una cittadina romagnola di provincia, senza passare per le istituzioni culturali e lasciando dietro di sé un dibattito che si prolungò per alcune settimane sulla stampa locale. Il saggio ripercorre la tappa romagnola del Living Theatre che, dopo essere rientrato in Europa nell'ottobre precedente su invito della Biennale di Venezia, fondava la sua organizzazione su una dimensione sempre più nomade e militante. È in questo contesto che, fra il 6 e il 15 novembre 1976, la compagnia statunitense fu prima a Faenza, poi a Forlì, e infine a Imola, invitata dal Circolo Studi Sociali Errico Malatesta, che fece rete con i gruppi anarchici delle altre due cittadine romagnole, per dar vita a questo breve ma intenso giro teatrale. Il saggio ricostruisce queste giornate attraverso un'indagine che tocca non solo gli spettacoli rappresentati, ma anche gli aspetti organizzativi e il dibattito politico e culturale che si prolungò in seguito all'evento. Il saggio, corredato di fotografie inedite, utilizza documenti d'archivio, conservati in particolare presso l'archivio del Gruppo anarchico Malatesta di Imola (comunicati stampa, presentazioni ciclostilate, richieste di autorizzazioni, rassegna stampa, fotografie) e testimonianze orali. Al centro, i temi che accompagnavano immancabilmente gli spettacoli del Living Theatre, spostando la riflessione su un terreno essenzialmente politico: il ‘passaggio all’azione’, l'efficacia del progetto politico di cui il teatro era visto come uno strumento, la diatriba attorno all’utopia della nonviolenza e dell’idealismo anarchico. Temi che, nella provincia romagnola, acquistano al tempo stesso una centralità e una distanza rispetto al clima e al tenore del confronto propri di quegli anni.
2014
In/Campo Aperto. Frammenti di culture e passioni a Imola negli anni '70
60
67
Valenti, Cristina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/554300
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