Spesso oggi gli educatori hanno qualche timore del contesto digitale. Si è pensato che l'enorme disponibilità di contenuti, anche artistici, fruiti in maniera immediata e indifferenziata, dovesse portare a una sorta di mutazione antropologica che avrebbero ridotto le giovani generazioni alla stregua di neo-barbari digitali, ignoranti e confusi. Un timore non certo nuovo: nei primi anni del secolo scorso il cinema era visto da alcuni come “strumento del demonio”, mentre la televisione è stata ritenuta causa di qualunque fenomeno di degrado culturale e decadimento artistico. Ma è davvero questa la prospettiva sconsolante che ci attende?
Pescatore, G. (2015). Non bisogna avere paura dei maedia. Torino : UTET.
Non bisogna avere paura dei maedia
PESCATORE, GUGLIELMO
2015
Abstract
Spesso oggi gli educatori hanno qualche timore del contesto digitale. Si è pensato che l'enorme disponibilità di contenuti, anche artistici, fruiti in maniera immediata e indifferenziata, dovesse portare a una sorta di mutazione antropologica che avrebbero ridotto le giovani generazioni alla stregua di neo-barbari digitali, ignoranti e confusi. Un timore non certo nuovo: nei primi anni del secolo scorso il cinema era visto da alcuni come “strumento del demonio”, mentre la televisione è stata ritenuta causa di qualunque fenomeno di degrado culturale e decadimento artistico. Ma è davvero questa la prospettiva sconsolante che ci attende?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.