Alla luce dell’emergenza in Italia di nuovi casi umani di Difillobotriasi da Diphyllobothrium latum (Cestoda) e di Opistorchiasi da Opisthorchis felineus (Digenea) nei primi anni del 2000, nell’ambito di un Progetto di Ricerca Finalizzata finanziato dal Ministero della Salute (RF-2010- 2311360) si è intrapresa un’indagine epidemiologica volta a definire la presenza di parassiti zoonotici in specie ittiche dulciacquicole pescate in alcuni laghi dell’Italia settentrionale, cercando di individuare i principali fattori biotici ed abiotici coinvolti nell’eventuale presenza/persistenza di tali parassiti nell’ambiente e nella loro trasmissione all’uomo. Da marzo 2013 a settembre 2015 sono stati condotti esami parassitologici su 1937 pesci appartenenti a 14 specie pescate nei laghi di Como, Iseo e Garda. Tutti i pesci sono stati pesati, misurati e sottoposti ad esame parassitologico completo. Per la ricerca di larve plerocercoidi di D. latum è stato condotto l’esame visivo della cavità viscerale e delle masse muscolari previo sfilettamento, mentre per la ricerca di metacercarie di O. felineus i ciprinidi sono stati sottoposti ad esame microscopico dei muscoli mediante compressione e/o digestione cloropeptica. I parassiti rinvenuti sono stati isolati e fissati in alcool 70° per le successive indagini morfologiche e molecolari. La presenza di stadi larvali di cestodi Diphyllobothriidae è stata rilevata in persici reali, lucci e bottatrici provenienti dai laghi di Como e Iseo con i seguenti valori di prevalenza: persico = 23,4% a Como e 9,8% a Iseo; luccio = 88,2% a Como e 60% a Iseo; bottatrice = 29,4% a Como e 3,8% a Iseo. Tutti i parassiti sono stati identificati come larve plerocercoidi di Diphyllobothrium latum, che si conferma al momento l’unica specie presente nelle aree in studio. Gli agoni, i coregoni e tutti i pesci pescati nel Lago di Garda sono risultati negativi per la presenza del cestode. Per quanto riguarda la ricerca di metacercarie di trematodi Opisthorchiidae, nessun ciprinide delle diverse specie prese in esame è risultato positivo per la presenza di metacercarie ascrivibili ad O. felineus, mentre in tre tinche del Lago di Como è stata rilevata la presenza di stadi larvali di Pseudamphistomum truncatum, Opisthorchiidae potenzialmente zoonotico. In base ai risultati ottenuti nel corso della presente ricerca si può confermare la presenza endemica di D. latum nelle popolazioni ittiche di Como e Iseo, individuando solo persico reale, luccio e bottatrice quali ospiti intermedi/paratenici idonei. Se però il ruolo di luccio e bottatrice nella trasmissione della parassitosi all’uomo può essere considerato marginale, il persico si conferma invece il prodotto ittico che presenta maggiori rischi zoonosici, sia per la frequente localizzazione muscolare delle larve plerocercoidi in questo ospite, sia perché spesso consumato crudo (carpaccio di persico). Per quanto riguarda l’Opistorchiasi, appare rassicurante il mancato reperto di metacercarie di O. felineus nei ciprinidi esaminati, anche alla luce del fatto che non risulta praticato il consumo di ciprinidi sotto forma di preparazioni a rischio nelle aree in studio.
Gustinelli, A., Menconi, V., Caffara, M., Prearo, M., Fioravanti, M. (2015). PARASSITI ZOONOTICI IN SPECIE ITTICHE DULCIACQUICOLE IN ITALIA SETTENTRIONALE: TRE ANNI DI RICERCHE.
PARASSITI ZOONOTICI IN SPECIE ITTICHE DULCIACQUICOLE IN ITALIA SETTENTRIONALE: TRE ANNI DI RICERCHE
GUSTINELLI, ANDREA;MENCONI, VASCO;CAFFARA, MONICA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA
2015
Abstract
Alla luce dell’emergenza in Italia di nuovi casi umani di Difillobotriasi da Diphyllobothrium latum (Cestoda) e di Opistorchiasi da Opisthorchis felineus (Digenea) nei primi anni del 2000, nell’ambito di un Progetto di Ricerca Finalizzata finanziato dal Ministero della Salute (RF-2010- 2311360) si è intrapresa un’indagine epidemiologica volta a definire la presenza di parassiti zoonotici in specie ittiche dulciacquicole pescate in alcuni laghi dell’Italia settentrionale, cercando di individuare i principali fattori biotici ed abiotici coinvolti nell’eventuale presenza/persistenza di tali parassiti nell’ambiente e nella loro trasmissione all’uomo. Da marzo 2013 a settembre 2015 sono stati condotti esami parassitologici su 1937 pesci appartenenti a 14 specie pescate nei laghi di Como, Iseo e Garda. Tutti i pesci sono stati pesati, misurati e sottoposti ad esame parassitologico completo. Per la ricerca di larve plerocercoidi di D. latum è stato condotto l’esame visivo della cavità viscerale e delle masse muscolari previo sfilettamento, mentre per la ricerca di metacercarie di O. felineus i ciprinidi sono stati sottoposti ad esame microscopico dei muscoli mediante compressione e/o digestione cloropeptica. I parassiti rinvenuti sono stati isolati e fissati in alcool 70° per le successive indagini morfologiche e molecolari. La presenza di stadi larvali di cestodi Diphyllobothriidae è stata rilevata in persici reali, lucci e bottatrici provenienti dai laghi di Como e Iseo con i seguenti valori di prevalenza: persico = 23,4% a Como e 9,8% a Iseo; luccio = 88,2% a Como e 60% a Iseo; bottatrice = 29,4% a Como e 3,8% a Iseo. Tutti i parassiti sono stati identificati come larve plerocercoidi di Diphyllobothrium latum, che si conferma al momento l’unica specie presente nelle aree in studio. Gli agoni, i coregoni e tutti i pesci pescati nel Lago di Garda sono risultati negativi per la presenza del cestode. Per quanto riguarda la ricerca di metacercarie di trematodi Opisthorchiidae, nessun ciprinide delle diverse specie prese in esame è risultato positivo per la presenza di metacercarie ascrivibili ad O. felineus, mentre in tre tinche del Lago di Como è stata rilevata la presenza di stadi larvali di Pseudamphistomum truncatum, Opisthorchiidae potenzialmente zoonotico. In base ai risultati ottenuti nel corso della presente ricerca si può confermare la presenza endemica di D. latum nelle popolazioni ittiche di Como e Iseo, individuando solo persico reale, luccio e bottatrice quali ospiti intermedi/paratenici idonei. Se però il ruolo di luccio e bottatrice nella trasmissione della parassitosi all’uomo può essere considerato marginale, il persico si conferma invece il prodotto ittico che presenta maggiori rischi zoonosici, sia per la frequente localizzazione muscolare delle larve plerocercoidi in questo ospite, sia perché spesso consumato crudo (carpaccio di persico). Per quanto riguarda l’Opistorchiasi, appare rassicurante il mancato reperto di metacercarie di O. felineus nei ciprinidi esaminati, anche alla luce del fatto che non risulta praticato il consumo di ciprinidi sotto forma di preparazioni a rischio nelle aree in studio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.