Fino al 1920 i territori dell’attuale Siria era- no parte delle province dell’Impero ottomano conosciute come Bilad al-Sham, ossia quei ter- ritori, definiti anche come ‘Levante’ dagli euro- pei o ‘grande Siria’ dal nazionalismo arabo, che comprendeva all’incirca gli attuali Siria, Libano, Palestina-Israele, Giordania e parti della Turchia meridionale. La storia della Siria in quanto ‘stato terri- toriale’ mostra come le istituzioni statuali e di regime non abbiano costruito un senso di nazionalità ‘siriana’, bensì un senso di condi- visione di uno spazio comune nel quale eserci- tare parte della propria auto-determinazione. Nel tempo, anche le comunità marginalizzate (curdi o musulmani sunniti) hanno in larga parte accettato tale assetto. Le rivolte contro il regime a cavallo tra anni Settanta e Ottanta e dal 2011 a oggi hanno riguardato anzitutto le modalità di gestione politica del paese e le leadership al potere, senza tuttavia mettere se- riamente in causa i confini. Ad eccezione del cosiddetto Stato islamico, attivo a cavallo tra Iraq e Siria dal 2013, perfino nell’attuale contesto di guerra continuano a prevalere tra le forze siriane le rivendicazioni di unità e inte- grità del paese.
Trentin, M. (2016). "Confini e frontiere in Siria: revisionismo e status quo" nel capitolo "1916-2016: come cambia il Medio oriente a cent'anni da Sykes-Picot" di Massimo Campanini. Roma : Istituto della Enciclopedia Italiana.
"Confini e frontiere in Siria: revisionismo e status quo" nel capitolo "1916-2016: come cambia il Medio oriente a cent'anni da Sykes-Picot" di Massimo Campanini
TRENTIN, MASSIMILIANO
2016
Abstract
Fino al 1920 i territori dell’attuale Siria era- no parte delle province dell’Impero ottomano conosciute come Bilad al-Sham, ossia quei ter- ritori, definiti anche come ‘Levante’ dagli euro- pei o ‘grande Siria’ dal nazionalismo arabo, che comprendeva all’incirca gli attuali Siria, Libano, Palestina-Israele, Giordania e parti della Turchia meridionale. La storia della Siria in quanto ‘stato terri- toriale’ mostra come le istituzioni statuali e di regime non abbiano costruito un senso di nazionalità ‘siriana’, bensì un senso di condi- visione di uno spazio comune nel quale eserci- tare parte della propria auto-determinazione. Nel tempo, anche le comunità marginalizzate (curdi o musulmani sunniti) hanno in larga parte accettato tale assetto. Le rivolte contro il regime a cavallo tra anni Settanta e Ottanta e dal 2011 a oggi hanno riguardato anzitutto le modalità di gestione politica del paese e le leadership al potere, senza tuttavia mettere se- riamente in causa i confini. Ad eccezione del cosiddetto Stato islamico, attivo a cavallo tra Iraq e Siria dal 2013, perfino nell’attuale contesto di guerra continuano a prevalere tra le forze siriane le rivendicazioni di unità e inte- grità del paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.