Nell’opera di uno studioso è spesso possibile individuare delle “famiglie di appartenenza”, dei riferimenti talvolta svelati o molto più spesso celati, reinterpretati in un tentativo di riscrittura e ri-attribuzione di un pensiero; quest’operazione diventa ancora più complessa guardando all’opera di Oswald Mathias Ungers (1926-2007) che in oltre mezzo secolo di attività non ha mai cessato di studiare e di ricercare per affinare la sua personale idea sull’architettura. Un arco temporale così vasto impedisce di rintracciare tutti gli elementi utili alla ricostruzione e alla collocazione storica delle sue riflessioni sulla forma architettonica, è invece possibile evidenziare alcuni concetti, o meglio momenti chiave, che ci permettono di delineare un possibile, seppur parziale, panorama di riferimento relativo alla sua opera, in particolar modo portando l’attenzione sugli “inizi”, sulla struttura delle sue osservazione teoriche e sulla sua visione radicale dell’architettura e cercando di allontanarlo da quello stereotipo del “rigore della geometria” dove molti critici lo hanno spesso erroneamente collocato.
Annalisa Trentin (2016). Oswald Mathias Ungers: note sulla formazione. Santarcangelo di Romagna (RN) : Maggioli editore.
Oswald Mathias Ungers: note sulla formazione
TRENTIN, ANNALISA
2016
Abstract
Nell’opera di uno studioso è spesso possibile individuare delle “famiglie di appartenenza”, dei riferimenti talvolta svelati o molto più spesso celati, reinterpretati in un tentativo di riscrittura e ri-attribuzione di un pensiero; quest’operazione diventa ancora più complessa guardando all’opera di Oswald Mathias Ungers (1926-2007) che in oltre mezzo secolo di attività non ha mai cessato di studiare e di ricercare per affinare la sua personale idea sull’architettura. Un arco temporale così vasto impedisce di rintracciare tutti gli elementi utili alla ricostruzione e alla collocazione storica delle sue riflessioni sulla forma architettonica, è invece possibile evidenziare alcuni concetti, o meglio momenti chiave, che ci permettono di delineare un possibile, seppur parziale, panorama di riferimento relativo alla sua opera, in particolar modo portando l’attenzione sugli “inizi”, sulla struttura delle sue osservazione teoriche e sulla sua visione radicale dell’architettura e cercando di allontanarlo da quello stereotipo del “rigore della geometria” dove molti critici lo hanno spesso erroneamente collocato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.