Nessun atto chirurgico può prescindere da una preventiva valutazione del rischio associato allo stesso, dal momento che solo un’attenta analisi del rapporto rischio/beneficio può indirizzare la scelta del chirurgo e dell’anestesista riguardo al porre o meno indicazione per un dato intervento in un dato paziente. Il rischio chirurgico, per definizione, non potrà mai essere pari a zero, variando in funzione non solo del tipo di intervento, di tecnica utilizzata, etc. ma anche delle caratteristiche del singolo paziente e, con particolare riferimento al paziente anziano, bisogna tenere in considerazione che il rischio chirurgico è sempre più alto di quello relativo ad un “paziente tipo” (giovane adulto in buone condizioni di salute); ciò dipende non solo dal fatto che l’anziano presenta quasi invariabilmente delle patologie che sono più o meno caratteristiche dell’età avanzata, ma è una diretta conseguenza del processo stesso dell’invecchiamento, che possiamo definire come un processo fisiologico e geneticamente determinato di progressiva involuzione di tutte le funzioni organiche che determina, in ultima analisi, una riduzione della capacità di omeostasi dell’organismo, con aumentata fragilità dell’individuo ed aumentata suscettibilità ad eventi stressanti come, ad esempio, un intervento chirurgico in anestesia generale.
Gatta Luigi, Nardo, B. (2015). Rischio chirurgico nel paziente anziano. Bologna : Soc. Editrice Esculapio srl.
Rischio chirurgico nel paziente anziano
NARDO, BRUNO
2015
Abstract
Nessun atto chirurgico può prescindere da una preventiva valutazione del rischio associato allo stesso, dal momento che solo un’attenta analisi del rapporto rischio/beneficio può indirizzare la scelta del chirurgo e dell’anestesista riguardo al porre o meno indicazione per un dato intervento in un dato paziente. Il rischio chirurgico, per definizione, non potrà mai essere pari a zero, variando in funzione non solo del tipo di intervento, di tecnica utilizzata, etc. ma anche delle caratteristiche del singolo paziente e, con particolare riferimento al paziente anziano, bisogna tenere in considerazione che il rischio chirurgico è sempre più alto di quello relativo ad un “paziente tipo” (giovane adulto in buone condizioni di salute); ciò dipende non solo dal fatto che l’anziano presenta quasi invariabilmente delle patologie che sono più o meno caratteristiche dell’età avanzata, ma è una diretta conseguenza del processo stesso dell’invecchiamento, che possiamo definire come un processo fisiologico e geneticamente determinato di progressiva involuzione di tutte le funzioni organiche che determina, in ultima analisi, una riduzione della capacità di omeostasi dell’organismo, con aumentata fragilità dell’individuo ed aumentata suscettibilità ad eventi stressanti come, ad esempio, un intervento chirurgico in anestesia generale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.