Le discipline storiche sono da qualche decennio sottoposte ad una sfida che si potrebbe dire esiziale, di vera e propria sopravvivenza. Già come materie scolastiche rivelano che nelle loro vesti tradizionali sono ben al di fuori del gradimento degli studenti; d’altronde rimangono poco apprezzate anche all’esterno della scuola per- ché, se incalzate dagli interrogativi del presente, mostrano più che mai dei limiti. Un tempo imparare la storia significava ricevere in ogni stato le basi per divenire un cittadino o un suddito rispondente ai canoni dei modelli correnti: donne e uomini che sapessero rientrare in maniera armonica in una società articolata in gerarchie e dai ruoli in gran parte predefiniti già dalla nascita.L'articolo, dopo aver riflettuto sulle connessioni tra paesaggio urbano e "public history", si concentra sul tema dell'educazione alla cittadinanza attiva attraverso l'insegnamento della storia, guardando a nuove sfide future nell'apprendimento della disciplina. Proprio oggi che alla generale facilità e alla rapidità delle comunicazioni si contrappongono paradossalmente crescenti difficoltà di rapporti interpersonali con allarmanti forme di isolamento e di disorientamento individuale e collettivo, si fa evidente l’esigenza di una formazione culturale scevra da mode e da miti passeggeri e che sappia individuare valori e riferimenti in un quadro più vasto di quello offerto dall’attualità. La conoscenza storica può essere anche un antidoto agli atteggiamenti irrazionali affioranti dal passato e su cui divengono facili le speculazioni attualistiche, poiché conoscere se stessi e gli altri costituisce da sempre una delle migliori contromisure all’incomprensione e all’ostilità. Le esperienze di cittadinanza attiva sono uno strumento di grande valore pro- duttivo per la crescita della conoscenza e rinvia ad un’idea di bellezza. in tal senso, educare al bello significa mostrare la valenza educativa della storia, un bene comune da conoscere, da coltivare e da tutelare.L’educazione alla cittadinanza richiama un’idea di paesaggio, di patrimonio natu- rale, storico, artistico e culturale intesi come elementi di un’identità di un territorio e di coesione sociale, rinviando così a qualcosa di dinamico e in continuo divenire.
Borghi, B., Dondarini, R. (2015). Storia ed educazione alla cittadinanza. Bologna : Pàtron Editore.
Storia ed educazione alla cittadinanza
BORGHI, BEATRICE;DONDARINI, ROLANDO
2015
Abstract
Le discipline storiche sono da qualche decennio sottoposte ad una sfida che si potrebbe dire esiziale, di vera e propria sopravvivenza. Già come materie scolastiche rivelano che nelle loro vesti tradizionali sono ben al di fuori del gradimento degli studenti; d’altronde rimangono poco apprezzate anche all’esterno della scuola per- ché, se incalzate dagli interrogativi del presente, mostrano più che mai dei limiti. Un tempo imparare la storia significava ricevere in ogni stato le basi per divenire un cittadino o un suddito rispondente ai canoni dei modelli correnti: donne e uomini che sapessero rientrare in maniera armonica in una società articolata in gerarchie e dai ruoli in gran parte predefiniti già dalla nascita.L'articolo, dopo aver riflettuto sulle connessioni tra paesaggio urbano e "public history", si concentra sul tema dell'educazione alla cittadinanza attiva attraverso l'insegnamento della storia, guardando a nuove sfide future nell'apprendimento della disciplina. Proprio oggi che alla generale facilità e alla rapidità delle comunicazioni si contrappongono paradossalmente crescenti difficoltà di rapporti interpersonali con allarmanti forme di isolamento e di disorientamento individuale e collettivo, si fa evidente l’esigenza di una formazione culturale scevra da mode e da miti passeggeri e che sappia individuare valori e riferimenti in un quadro più vasto di quello offerto dall’attualità. La conoscenza storica può essere anche un antidoto agli atteggiamenti irrazionali affioranti dal passato e su cui divengono facili le speculazioni attualistiche, poiché conoscere se stessi e gli altri costituisce da sempre una delle migliori contromisure all’incomprensione e all’ostilità. Le esperienze di cittadinanza attiva sono uno strumento di grande valore pro- duttivo per la crescita della conoscenza e rinvia ad un’idea di bellezza. in tal senso, educare al bello significa mostrare la valenza educativa della storia, un bene comune da conoscere, da coltivare e da tutelare.L’educazione alla cittadinanza richiama un’idea di paesaggio, di patrimonio natu- rale, storico, artistico e culturale intesi come elementi di un’identità di un territorio e di coesione sociale, rinviando così a qualcosa di dinamico e in continuo divenire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.