L’analisi degli strumenti per la liberalizzazione degli scambi espressi dal sistema comunitario e dal sistema OMC rivela una costante e crescente influenza dei primi sui secondi. Pur divergendo gli obiettivi a lungo termine del processo di integrazione europea rispetto a quelli concordati dagli Stati membri dell’OMC negli accordi di Marrakech -come noto, l’Unione europea considera lo stabilimento del mercato interno, il ravvicinamento delle legislazioni nazionali e il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri come mezzi per realizzare l’obiettivo politico di “un’Unione sempre più stretta fra i popoli europei”, mentre l’OMC non si prefigge, formalmente, di realizzare un mercato globale, ma di coordinare l’interdipendenza dei vari mercati nazionali- le novità introdotte dall’Uruguay Round vanno ben oltre l’obbligo di ridurre le barriere commerciali alla frontiera e quello di eliminare un trattamento discriminatorio all’interno del territorio nazionale per le merci originarie dei Membri OMC. Infatti, il diritto di Marrakech pone oramai diversi requisiti per le discipline interne relative a caratteristiche sanitarie e tecniche delle merci, andando ad interessare un grande ventaglio di normative nazionali essenzialmente dedicate a tematiche ambientali, di sicurezza, di preservazione della biodiversità, di tutela e di informazione del consumatore, fino a lambire gli standard sociali di produzione dei beni. La finalità della nostra riflessione è quella di mostrare, con specifico riferimento alla circolazione delle merci, come la graduale evoluzione del sistema multilaterale degli scambi debba molto alle soluzioni normative ed ai principi di origine giurisprudenziale proposti dal processo di integrazione europea. Dopo l’analisi delle disposizioni dell’Accordo GATT e del Trattato CE dedicate alla soppressione delle barriere tariffarie e non tariffarie poiché discriminatorie de iure, ci addentreremo nella giurisprudenza Cassis De Dijon, dedicandoci, dunque, alle misure indistintamente applicabili che, comunque, risultano di ostacolo agli scambi poiché danno luogo ad una discriminazione de facto, per vedere come, a livello multilaterale, si sia preferito porre condizioni alle normative tradizionalmente considerate di esclusiva competenza nazionale attraverso un lungo processo negoziale che è sfociato nella conclusione degli Accordi SPS e TBT. Effettuata la comparazione tra le procedure di notifica introdotte nel sistema OMC e quelle stabilite dalla direttiva 98/34/CE nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche, ci dedicheremo alla giurisprudenza GATT/OMC relativa all’art. XX del GATT 1994 con particolare riferimento ai processi produttivi non collegati al prodotto. L’analisi così compiuta ci permetterà di evidenziare che le attuali lacune del sistema OMC con riferimento alla circolazione delle merci necessitano di un grande sforzo negoziale per sopperire alla mancanza degli strumenti di cui, invece, il sistema comunitario è stato dotato, o ha potuto progressivamente dotarsi grazie all’intervento della Corte di Giustizia, chiamata ad operare in un processo politico volto a stabilire “un’unione sempre più stretta tra i popoli europei”.

E. Baroncini (2008). L’incidenza del diritto dell’Unione europea sul sistema multilaterale degli scambi. NAPOLI : Editoriale Scientifica.

L’incidenza del diritto dell’Unione europea sul sistema multilaterale degli scambi

BARONCINI, ELISA
2008

Abstract

L’analisi degli strumenti per la liberalizzazione degli scambi espressi dal sistema comunitario e dal sistema OMC rivela una costante e crescente influenza dei primi sui secondi. Pur divergendo gli obiettivi a lungo termine del processo di integrazione europea rispetto a quelli concordati dagli Stati membri dell’OMC negli accordi di Marrakech -come noto, l’Unione europea considera lo stabilimento del mercato interno, il ravvicinamento delle legislazioni nazionali e il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri come mezzi per realizzare l’obiettivo politico di “un’Unione sempre più stretta fra i popoli europei”, mentre l’OMC non si prefigge, formalmente, di realizzare un mercato globale, ma di coordinare l’interdipendenza dei vari mercati nazionali- le novità introdotte dall’Uruguay Round vanno ben oltre l’obbligo di ridurre le barriere commerciali alla frontiera e quello di eliminare un trattamento discriminatorio all’interno del territorio nazionale per le merci originarie dei Membri OMC. Infatti, il diritto di Marrakech pone oramai diversi requisiti per le discipline interne relative a caratteristiche sanitarie e tecniche delle merci, andando ad interessare un grande ventaglio di normative nazionali essenzialmente dedicate a tematiche ambientali, di sicurezza, di preservazione della biodiversità, di tutela e di informazione del consumatore, fino a lambire gli standard sociali di produzione dei beni. La finalità della nostra riflessione è quella di mostrare, con specifico riferimento alla circolazione delle merci, come la graduale evoluzione del sistema multilaterale degli scambi debba molto alle soluzioni normative ed ai principi di origine giurisprudenziale proposti dal processo di integrazione europea. Dopo l’analisi delle disposizioni dell’Accordo GATT e del Trattato CE dedicate alla soppressione delle barriere tariffarie e non tariffarie poiché discriminatorie de iure, ci addentreremo nella giurisprudenza Cassis De Dijon, dedicandoci, dunque, alle misure indistintamente applicabili che, comunque, risultano di ostacolo agli scambi poiché danno luogo ad una discriminazione de facto, per vedere come, a livello multilaterale, si sia preferito porre condizioni alle normative tradizionalmente considerate di esclusiva competenza nazionale attraverso un lungo processo negoziale che è sfociato nella conclusione degli Accordi SPS e TBT. Effettuata la comparazione tra le procedure di notifica introdotte nel sistema OMC e quelle stabilite dalla direttiva 98/34/CE nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche, ci dedicheremo alla giurisprudenza GATT/OMC relativa all’art. XX del GATT 1994 con particolare riferimento ai processi produttivi non collegati al prodotto. L’analisi così compiuta ci permetterà di evidenziare che le attuali lacune del sistema OMC con riferimento alla circolazione delle merci necessitano di un grande sforzo negoziale per sopperire alla mancanza degli strumenti di cui, invece, il sistema comunitario è stato dotato, o ha potuto progressivamente dotarsi grazie all’intervento della Corte di Giustizia, chiamata ad operare in un processo politico volto a stabilire “un’unione sempre più stretta tra i popoli europei”.
2008
L'incidenza del diritto dell'Unione europea sullo studio delle discipline giuridiche nel Cinquantesimo anniversario dalla firma del Trattato di Roma
71
90
E. Baroncini (2008). L’incidenza del diritto dell’Unione europea sul sistema multilaterale degli scambi. NAPOLI : Editoriale Scientifica.
E. Baroncini
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/55154
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact