Il testo propone una lettura della poetica e della ricerca compositiva di John Hejduk alla luce del concetto di parousia. Ricerca che si arrischia oltre ogni porta sprangata, laddove incombe la fragilità di ogni cosa e di ogni essere, e sopravanza senza disgiungersi dal desiderio di appartenere, come uomini liberi a una comunità in cui crescere e sentirsi come sue parti vitali, in cui reciprocamente riconoscersi e amarsi e in cui, alla fine, morire. La ricerca compositiva di Hejduk indica l’emergenza etico-politica di questo desiderio di comunità, ribadisce che è attraverso l’architettura delle citta che gli esseri umani convalidano i rapporti tra la sfera degli interessi privati e quella degli interessi collettivi. L’inizio da cui muove la comunità e la ricerca di Hejduk, sembra nascere da un’idea di contratto sociale in cui gli individui assumono un ruolo e un valore di reciprocità - al limite sacro - solo nel riconoscimento della propria alterità. Ogni architettura assume in questo modo, come riflesso del riconoscimento dell’alterità di cui ogni uomo e parte, uno straordinario valore simbolico. Il segno rivelatore di un profondo movimento del pensiero architettonico che ci riguarda.
Il testo propone una lettura della poetica e della ricerca compositiva di John Hejduk alla luce del concetto di parousia. Ricerca che si arrischia oltre ogni porta sprangata, laddove incombe la fragilità di ogni cosa e di ogni essere, e sopravanza senza disgiungersi dal desiderio di appartenere, come uomini liberi a una comunità in cui crescere e sentirsi come sue parti vitali, in cui reciprocamente riconoscersi e amarsi e in cui, alla fine, morire. La ricerca compositiva di Hejduk indica l’emergenza etico-politica di questo desiderio di comunità, ribadisce che è attraverso l’architettura delle citta che gli esseri umani convalidano i rapporti tra la sfera degli interessi privati e quella degli interessi collettivi. L’inizio da cui muove la comunità e la ricerca di Hejduk, sembra nascere da un’idea di contratto sociale in cui gli individui assumono un ruolo e un valore di reciprocità - al limite sacro - solo nel riconoscimento della propria alterità. Ogni architettura assume in questo modo, come riflesso del riconoscimento dell’alterità di cui ogni uomo e parte, uno straordinario valore simbolico. Il segno rivelatore di un profondo movimento del pensiero architettonico che ci riguarda.
Clemente, I. (2015). Hejduk impossibile. Firenze : Aion.
Hejduk impossibile
CLEMENTE, ILDEBRANDO
2015
Abstract
Il testo propone una lettura della poetica e della ricerca compositiva di John Hejduk alla luce del concetto di parousia. Ricerca che si arrischia oltre ogni porta sprangata, laddove incombe la fragilità di ogni cosa e di ogni essere, e sopravanza senza disgiungersi dal desiderio di appartenere, come uomini liberi a una comunità in cui crescere e sentirsi come sue parti vitali, in cui reciprocamente riconoscersi e amarsi e in cui, alla fine, morire. La ricerca compositiva di Hejduk indica l’emergenza etico-politica di questo desiderio di comunità, ribadisce che è attraverso l’architettura delle citta che gli esseri umani convalidano i rapporti tra la sfera degli interessi privati e quella degli interessi collettivi. L’inizio da cui muove la comunità e la ricerca di Hejduk, sembra nascere da un’idea di contratto sociale in cui gli individui assumono un ruolo e un valore di reciprocità - al limite sacro - solo nel riconoscimento della propria alterità. Ogni architettura assume in questo modo, come riflesso del riconoscimento dell’alterità di cui ogni uomo e parte, uno straordinario valore simbolico. Il segno rivelatore di un profondo movimento del pensiero architettonico che ci riguarda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.