Willem M. Roggeman è nato nel 1935 a Brussel, dove vive. Giornalista e promotore culturale, ha all’attivo molte pubblicazioni e collaborazioni con importanti testate di critica letteraria e d’arte. A tutt’oggi ha dato alle stampe tre romanzi e una trentina di raccolte poetiche, molte delle quali tradotte in diverse lingue, tra cui si segnalano Al wie omkijkt is gezien - Gedichten 1974-1987 [Chi si gira è visto – Poesie 1974-1987], Manteau, Antwerpen/Amsterdam; De uitvinding van de tederheid [L’invenzione della tenerezza], Poëziecentrum, Gent 1994; Het nut van de poëzie [L’utile della poesia], Uitgeverij P, Lovanio 2003; Blue Notebook Jazzgedichten, 2006, Demian, Antwerpen. Negli ultimi tempi molte sue poesie sono state musicate per diverse voci (baritono, mezzo soprano e tenore) dal compositore olandese Paul de Boer e pubblicate su CD nei Paesi Bassi. In questa antologia poetica in italiano che raccoglie una scelta di componimenti scritti da Roggeman nel corso di mezzo secolo sembra predominare un ironico corpo a corpo con la presunta realtà che fonda la sua ragion d’essere sulla fiducia illimitata nella forza creatrice e salvifica della parola. È la parola a custodire, in un anarchico, surreale momento di rivolta, la stupenda fragilità dell’umano, singolare e entusiasmante in ogni sua storia ma, ahimè, destinato a perire per sempre. Sembra quasi di trovarsi di fronte a una di quelle opere di Daniel Spoerri: le tazzine coi fondi di caffè essiccati, il posacenere pieno di mozziconi e cenere, le posate e i fiammiferi spenti sparsi sul tavolo: nella loro “banale” caducità e fissità ci rendono per contrasto, per controsenso “vivi”, “reali” e “memorabili” – perché colmi di una verità universale – i gesti sottesi agli oggetti di quegli umani che li hanno usati e ormai solo polvere. Ecco dunque la scrittura significare l’insensatezza del perire: “Scrivo perché la mia morte suoni insensata”.
Nadiani, G. (2015). Appunti per una poetica del tempo. Poesie 1974-2014. Forlì : CartaCanta Soc. Coop..
Appunti per una poetica del tempo. Poesie 1974-2014
NADIANI, GIOVANNI
2015
Abstract
Willem M. Roggeman è nato nel 1935 a Brussel, dove vive. Giornalista e promotore culturale, ha all’attivo molte pubblicazioni e collaborazioni con importanti testate di critica letteraria e d’arte. A tutt’oggi ha dato alle stampe tre romanzi e una trentina di raccolte poetiche, molte delle quali tradotte in diverse lingue, tra cui si segnalano Al wie omkijkt is gezien - Gedichten 1974-1987 [Chi si gira è visto – Poesie 1974-1987], Manteau, Antwerpen/Amsterdam; De uitvinding van de tederheid [L’invenzione della tenerezza], Poëziecentrum, Gent 1994; Het nut van de poëzie [L’utile della poesia], Uitgeverij P, Lovanio 2003; Blue Notebook Jazzgedichten, 2006, Demian, Antwerpen. Negli ultimi tempi molte sue poesie sono state musicate per diverse voci (baritono, mezzo soprano e tenore) dal compositore olandese Paul de Boer e pubblicate su CD nei Paesi Bassi. In questa antologia poetica in italiano che raccoglie una scelta di componimenti scritti da Roggeman nel corso di mezzo secolo sembra predominare un ironico corpo a corpo con la presunta realtà che fonda la sua ragion d’essere sulla fiducia illimitata nella forza creatrice e salvifica della parola. È la parola a custodire, in un anarchico, surreale momento di rivolta, la stupenda fragilità dell’umano, singolare e entusiasmante in ogni sua storia ma, ahimè, destinato a perire per sempre. Sembra quasi di trovarsi di fronte a una di quelle opere di Daniel Spoerri: le tazzine coi fondi di caffè essiccati, il posacenere pieno di mozziconi e cenere, le posate e i fiammiferi spenti sparsi sul tavolo: nella loro “banale” caducità e fissità ci rendono per contrasto, per controsenso “vivi”, “reali” e “memorabili” – perché colmi di una verità universale – i gesti sottesi agli oggetti di quegli umani che li hanno usati e ormai solo polvere. Ecco dunque la scrittura significare l’insensatezza del perire: “Scrivo perché la mia morte suoni insensata”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.