Il Sé è un concetto centrale nella psicologia ed è stato nel corso del tempo oggetto di riflessione all’interno di diversi approcci teorici e applicativi, a partire dai dibattiti filosofici fino ai più recenti contributi delle neuroscienze. Varie discipline concorrono quindi alla sua definizione e ciascuna contribuisce a qualificare aspetti differenti del Sé e a metterne in evidenza il carattere multiforme e dinamico. Contributi di rilievo giungono dalla clinica e dalla ricerca in psicologia dinamica e in psicosomatica. In particolare, la prospettiva psicosomatica, attraverso l’approccio transdisciplinare che la caratterizza, ha evidenziato come la struttura e le funzioni del Sé prendano forma attraverso l’integrazione di fattori biologici e psicosociali, ma soprattutto come il Sé sia centrale nella vita delle persone. Il ruolo cardine del Sé si manifesta e può essere osservato, in particolare, nei passaggi significativi dello sviluppo umano in condizioni di salute. Ulteriori evidenze provengono dalle alterazioni del Sé riscontrate nelle varie malattie mentali, neurologiche e, più in generale, della sfera somatica: in questi casi possiamo assistere direttamente alle diverse forme di riorganizzazione del Sé in risposta a sollecitazioni di vario genere, compresi gli eventi traumatici e i danni psicologici e somatici che ne conseguono. In queste occasioni si evidenzia il ruolo di strutture e funzioni spesso ben definite nella visione psicodinamica del Sé, quali per esempio i meccanismi di difesa e le configurazioni strategiche di attaccamento, di cui iniziamo a conoscere anche le basi neuronali. Infatti, nonostante storicamente il concetto di Sé sia stato associato nella speculazione filosofica a una specifica “sostanza” mentale, e nel corso delle teorizzazioni psicodinamiche a una mente, la recente ricerca neuroscientifica inizia a evidenziare il ruolo del cervello e della sua attività neurale in relazione a specifiche strutture e funzioni. I nuovi studi, che nascono dalla confluenza di approcci disciplinari differenti, definiscono meglio da un lato le basi e le predisposizioni biologiche e neuronali del Sé, mentre dall’altro mettono in luce l’importanza dell’ambiente e della matrice relazionale nello sviluppo del cervello stesso. Un ulteriore elemento essenziale nella caratterizzazione del Sé, che emerge con sempre maggiore chiarezza dalla pratica clinica e dalla ricerca contemporanea, è la sua natura plastica, in quanto il Sé non si manifesta come un’entità fissa, ma cambia nelle diverse fasi della vita e in relazione al contesto ambientale e relazionale. Inoltre queste evidenze permettono di cogliere la continuità tra processi sani e patologici. Questi processi possono essere interpretati come forme di adattamento dell’organismo al proprio ambiente e dell’individuo al proprio mondo. In questo senso, la plasticità del Sé risulta determinante per il trattamento psicoterapeutico di pazienti con disturbi mentali o con lesioni cerebrali e nello sviluppo di cure riabilitative efficaci. Oltre alle considerazioni neuroscientifiche, cliniche e terapeutiche, queste osservazioni legate al carattere dinamico del Sé pongono di nuovo il problema della definizione di quest’ultimo: possiamo ancora considerare il Sé come una entità incapsulata, come “sostanza “mentale? O si tratta piuttosto di modalità organizzativa di strutture e funzioni come suggerito dalla psicoanalisi? Infine bisogna interrogarsi sulla relazione tra cervello, Sé, organismo e ambiente, considerando come la loro reciproca interdipendenza possa aiutare a comprendere la plasticità del Sé. L’obiettivo di questo libro è quello di discutere le basi concettuali delle diverse visioni del Sé, come pure le sue dimensioni cliniche e terapeutiche, alla luce dei più recenti risultati e delle speculazioni che provengono dalle neuroscienze. In particolare è discusso il tema della plasticità del Sé, ancora poco affrontato organicamente nella letteratura. A questo scopo, e forse per la prima volta, esperti e studiosi di discipline diverse hanno collaborato dando vita ad un approccio transdisciplinare nella prospettiva della massima integrazione possibile. ll volume è costituito di tre parti, ciascuna delle quali è dedicata ad aspetti diversi della plasticità del Sé. La prima parte è dedicata alla definizione e determinazione del concetto di Sé ed è articolata in tre capitoli. Il primo tratta delle recenti scoperte neuroscientifiche sul Sé, incluse le implicazioni concettuali a partire da una peculiare prospettiva neurofilosofica. Il secondo discute l’evoluzione del concetto di Sé in psicologia dinamica, il suo sviluppo storico e le differenti componenti e determinazioni. Il terzo capitolo è dedicato ad uno specifico aspetto del Sé, quello affettivo, con particolare attenzione alle emozioni di base, mettendo in relazione questi aspetti sia al contesto neuronale del cervello che a quello psicodinamico La seconda parte, anch’essa sviluppata in tre capitoli, tratta i differenti meccanismi della modulazione del Sé. Il primo capitolo riguarda l’influenza dei processi di mentalizzazione sulla regolazione delle emozioni e illustra un modello di integrazione psicosomatica del Sé in cui la sua rappresentazione può passare in modo dinamico da un Sé corporeo a uno psicologico (riflessivo), analizzando i concetti esposti sia in salute che in malattia. Il secondo prosegue su questo argomento e approfondisce le relazioni tra rappresentazione del Sé, regolazione emotiva e processi di somatizzazione, facendo riferimento in particolare all’influenza delle relazionali interpersonali sulla salute fisica e al costrutto di alessitimia. Il terzo capitolo sviluppa il tema della modulazione neurale del Sé nel corso della psicoterapia. Viene evidenziata la particolare neuroplasticità cerebrale che si manifesta sia nei processi normali di formazione dell’identità che nello sviluppo dei disturbi di personalità e nelle patologie del Sé. La terza parte del volume è dedicata al Sé nel contesto clinico. Il primo capitolo illustra i cambiamenti del Sé nella depressione alla luce di un innovativo modello neuropsicodinamico. All’interno di questo viene introdotto il tema della valutazione del cambiamento a seguito della psicoterapia. Il secondo capitolo ha come oggetto la plasticità del Sé nel disturbo narcisistico di personalità valutando il continuum grandiosità-vulnerabilità e gli aspetti relativi all’intervento psicoterapeutico. Infine, il terzo capitolo sviluppa il tema della plasticità, prendendo in considerazione le implicazioni clinico terapeutiche della riorganizzazione del Sé in relazione a un danno cerebrale

Georg Northoff, Marina Farinelli, Rabih Chattat, Franco Baldoni (2014). Introduzione. Bologna : Il Mulino.

Introduzione

CHATTAT, RABIH;BALDONI, FRANCO
2014

Abstract

Il Sé è un concetto centrale nella psicologia ed è stato nel corso del tempo oggetto di riflessione all’interno di diversi approcci teorici e applicativi, a partire dai dibattiti filosofici fino ai più recenti contributi delle neuroscienze. Varie discipline concorrono quindi alla sua definizione e ciascuna contribuisce a qualificare aspetti differenti del Sé e a metterne in evidenza il carattere multiforme e dinamico. Contributi di rilievo giungono dalla clinica e dalla ricerca in psicologia dinamica e in psicosomatica. In particolare, la prospettiva psicosomatica, attraverso l’approccio transdisciplinare che la caratterizza, ha evidenziato come la struttura e le funzioni del Sé prendano forma attraverso l’integrazione di fattori biologici e psicosociali, ma soprattutto come il Sé sia centrale nella vita delle persone. Il ruolo cardine del Sé si manifesta e può essere osservato, in particolare, nei passaggi significativi dello sviluppo umano in condizioni di salute. Ulteriori evidenze provengono dalle alterazioni del Sé riscontrate nelle varie malattie mentali, neurologiche e, più in generale, della sfera somatica: in questi casi possiamo assistere direttamente alle diverse forme di riorganizzazione del Sé in risposta a sollecitazioni di vario genere, compresi gli eventi traumatici e i danni psicologici e somatici che ne conseguono. In queste occasioni si evidenzia il ruolo di strutture e funzioni spesso ben definite nella visione psicodinamica del Sé, quali per esempio i meccanismi di difesa e le configurazioni strategiche di attaccamento, di cui iniziamo a conoscere anche le basi neuronali. Infatti, nonostante storicamente il concetto di Sé sia stato associato nella speculazione filosofica a una specifica “sostanza” mentale, e nel corso delle teorizzazioni psicodinamiche a una mente, la recente ricerca neuroscientifica inizia a evidenziare il ruolo del cervello e della sua attività neurale in relazione a specifiche strutture e funzioni. I nuovi studi, che nascono dalla confluenza di approcci disciplinari differenti, definiscono meglio da un lato le basi e le predisposizioni biologiche e neuronali del Sé, mentre dall’altro mettono in luce l’importanza dell’ambiente e della matrice relazionale nello sviluppo del cervello stesso. Un ulteriore elemento essenziale nella caratterizzazione del Sé, che emerge con sempre maggiore chiarezza dalla pratica clinica e dalla ricerca contemporanea, è la sua natura plastica, in quanto il Sé non si manifesta come un’entità fissa, ma cambia nelle diverse fasi della vita e in relazione al contesto ambientale e relazionale. Inoltre queste evidenze permettono di cogliere la continuità tra processi sani e patologici. Questi processi possono essere interpretati come forme di adattamento dell’organismo al proprio ambiente e dell’individuo al proprio mondo. In questo senso, la plasticità del Sé risulta determinante per il trattamento psicoterapeutico di pazienti con disturbi mentali o con lesioni cerebrali e nello sviluppo di cure riabilitative efficaci. Oltre alle considerazioni neuroscientifiche, cliniche e terapeutiche, queste osservazioni legate al carattere dinamico del Sé pongono di nuovo il problema della definizione di quest’ultimo: possiamo ancora considerare il Sé come una entità incapsulata, come “sostanza “mentale? O si tratta piuttosto di modalità organizzativa di strutture e funzioni come suggerito dalla psicoanalisi? Infine bisogna interrogarsi sulla relazione tra cervello, Sé, organismo e ambiente, considerando come la loro reciproca interdipendenza possa aiutare a comprendere la plasticità del Sé. L’obiettivo di questo libro è quello di discutere le basi concettuali delle diverse visioni del Sé, come pure le sue dimensioni cliniche e terapeutiche, alla luce dei più recenti risultati e delle speculazioni che provengono dalle neuroscienze. In particolare è discusso il tema della plasticità del Sé, ancora poco affrontato organicamente nella letteratura. A questo scopo, e forse per la prima volta, esperti e studiosi di discipline diverse hanno collaborato dando vita ad un approccio transdisciplinare nella prospettiva della massima integrazione possibile. ll volume è costituito di tre parti, ciascuna delle quali è dedicata ad aspetti diversi della plasticità del Sé. La prima parte è dedicata alla definizione e determinazione del concetto di Sé ed è articolata in tre capitoli. Il primo tratta delle recenti scoperte neuroscientifiche sul Sé, incluse le implicazioni concettuali a partire da una peculiare prospettiva neurofilosofica. Il secondo discute l’evoluzione del concetto di Sé in psicologia dinamica, il suo sviluppo storico e le differenti componenti e determinazioni. Il terzo capitolo è dedicato ad uno specifico aspetto del Sé, quello affettivo, con particolare attenzione alle emozioni di base, mettendo in relazione questi aspetti sia al contesto neuronale del cervello che a quello psicodinamico La seconda parte, anch’essa sviluppata in tre capitoli, tratta i differenti meccanismi della modulazione del Sé. Il primo capitolo riguarda l’influenza dei processi di mentalizzazione sulla regolazione delle emozioni e illustra un modello di integrazione psicosomatica del Sé in cui la sua rappresentazione può passare in modo dinamico da un Sé corporeo a uno psicologico (riflessivo), analizzando i concetti esposti sia in salute che in malattia. Il secondo prosegue su questo argomento e approfondisce le relazioni tra rappresentazione del Sé, regolazione emotiva e processi di somatizzazione, facendo riferimento in particolare all’influenza delle relazionali interpersonali sulla salute fisica e al costrutto di alessitimia. Il terzo capitolo sviluppa il tema della modulazione neurale del Sé nel corso della psicoterapia. Viene evidenziata la particolare neuroplasticità cerebrale che si manifesta sia nei processi normali di formazione dell’identità che nello sviluppo dei disturbi di personalità e nelle patologie del Sé. La terza parte del volume è dedicata al Sé nel contesto clinico. Il primo capitolo illustra i cambiamenti del Sé nella depressione alla luce di un innovativo modello neuropsicodinamico. All’interno di questo viene introdotto il tema della valutazione del cambiamento a seguito della psicoterapia. Il secondo capitolo ha come oggetto la plasticità del Sé nel disturbo narcisistico di personalità valutando il continuum grandiosità-vulnerabilità e gli aspetti relativi all’intervento psicoterapeutico. Infine, il terzo capitolo sviluppa il tema della plasticità, prendendo in considerazione le implicazioni clinico terapeutiche della riorganizzazione del Sé in relazione a un danno cerebrale
2014
La plasticità del Sé. Un approccio neuropsicodinamico.
9
12
Georg Northoff, Marina Farinelli, Rabih Chattat, Franco Baldoni (2014). Introduzione. Bologna : Il Mulino.
Georg Northoff; Marina Farinelli; Rabih Chattat; Franco Baldoni
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/548854
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact