Com’è noto, la IV parte di Così parlò Zarathustra non doveva, nelle intenzioni di Nietzsche, essere pubblicata. Nella lettera a Gersdorff del 12 febbraio 1885 egli riferisce di aver chiesto all’editore Naumann di stampare l’opera «in 20 copie da distribuire a me e ai miei amici, e con la massima discrezione» (KSB 7, 9; EP V, 11). Il 12 marzo ribadisce personalmente a Naumann che la nuova parte «non è destinata al pubblico» (KSB 7, 19; EP V, 20). Questa rinuncia alla pubblicazione sembra contraddire il progetto originario di Nietzsche che, in una lettera del 9 novembre 1883, aveva annunciato a Overbeck la spedizione di Zarathustra II con questa raccomandazione: «Leggilo tenendo conto che è la seconda di quattro parti» e, pertanto, il suo contenuto «troverà la sua ragion d’essere soltanto nel significato generale […] Si tratta di una sintesi gigantesca, quale ritengo non sia mai stata concepita dalla mente o dall’anima di qualcuno» (KSB 6, 455; EP IV, 430 s.). Come risulta da piani elaborati successivamente, Nietzsche aveva progettato una seconda opera dedicata a Zarathustra – intitolata, nella scelta finale, Mittag und Ewigkeit – di cui la IV parte, con il nuovo titolo Die Versuchung Zarathustras, avrebbe dovuto costituire l’inizio. Nel Nachwort all’edizione Kröner dello Zarathustra curata dal Nietzsche-Archiv Alfred Baeumler ipotizza che Nietzsche abbia «lasciato cadere» questo progetto per dedicarsi «al suo autentico compito filosofico». Egli distingue le prime tre parti dello Zarathustra, che sarebbero frutto di una «illuminazione» [Eingebung] – prendendo quindi alla lettera quanto Nietzsche scrive in Ecce homo (cfr. EH, KSA 6, 335 ss.; OFN, VI/III, 344 ss.) –, dalla IV parte, che sarebbe invece frutto «di lavoro» [gearbeitet] (Baeumler, 1930: 420). Par di capire in realtà, da una lettera a Köselitz del 9 dicembre 1888, che Nietzsche non abbia affatto rinunciato al progetto: gli chiede di «riavere indietro tutte le copie del quarto Zarathustra, per mettere al riparo questo ineditum da qualsiasi imprevisto di vita e di morte»; lo informa di averlo riletto di recente e di essere «quasi svenuto per l’emozione»; pensa di pubblicarlo «dopo un paio di decenni di crisi di portata mondiale», quando «sarà il momento giusto» (KSB 8, 514 s.; EP V, 830) (cfr. Spreafico, 2009: 142). Sta di fatto, però, che il progetto non viene realizzato. Secondo Curt P. Janz ciò sarebbe dovuto al fatto che il «recipiente di contenuti filosofici» rappresentato dal «mondo di Zarathustra» – i pensieri del superuomo e dell’eterno ritorno – si era ormai «logorato» (Janz, 1994: 382; trad. it. 1981: 350). Di ciò sarebbe indice la delusione che affiora nel finale della IV parte. Cosa, però, avrebbe provocato l’«emozione» di Nietzsche nel rileggere Zarathustra IV? In cosa consisteva la «sintesi gigantesca» di cui aveva parlato nella lettera a Overbeck del 1883?

Non di solo pane vive l'uomo

GENTILI, CARLO
2015

Abstract

Com’è noto, la IV parte di Così parlò Zarathustra non doveva, nelle intenzioni di Nietzsche, essere pubblicata. Nella lettera a Gersdorff del 12 febbraio 1885 egli riferisce di aver chiesto all’editore Naumann di stampare l’opera «in 20 copie da distribuire a me e ai miei amici, e con la massima discrezione» (KSB 7, 9; EP V, 11). Il 12 marzo ribadisce personalmente a Naumann che la nuova parte «non è destinata al pubblico» (KSB 7, 19; EP V, 20). Questa rinuncia alla pubblicazione sembra contraddire il progetto originario di Nietzsche che, in una lettera del 9 novembre 1883, aveva annunciato a Overbeck la spedizione di Zarathustra II con questa raccomandazione: «Leggilo tenendo conto che è la seconda di quattro parti» e, pertanto, il suo contenuto «troverà la sua ragion d’essere soltanto nel significato generale […] Si tratta di una sintesi gigantesca, quale ritengo non sia mai stata concepita dalla mente o dall’anima di qualcuno» (KSB 6, 455; EP IV, 430 s.). Come risulta da piani elaborati successivamente, Nietzsche aveva progettato una seconda opera dedicata a Zarathustra – intitolata, nella scelta finale, Mittag und Ewigkeit – di cui la IV parte, con il nuovo titolo Die Versuchung Zarathustras, avrebbe dovuto costituire l’inizio. Nel Nachwort all’edizione Kröner dello Zarathustra curata dal Nietzsche-Archiv Alfred Baeumler ipotizza che Nietzsche abbia «lasciato cadere» questo progetto per dedicarsi «al suo autentico compito filosofico». Egli distingue le prime tre parti dello Zarathustra, che sarebbero frutto di una «illuminazione» [Eingebung] – prendendo quindi alla lettera quanto Nietzsche scrive in Ecce homo (cfr. EH, KSA 6, 335 ss.; OFN, VI/III, 344 ss.) –, dalla IV parte, che sarebbe invece frutto «di lavoro» [gearbeitet] (Baeumler, 1930: 420). Par di capire in realtà, da una lettera a Köselitz del 9 dicembre 1888, che Nietzsche non abbia affatto rinunciato al progetto: gli chiede di «riavere indietro tutte le copie del quarto Zarathustra, per mettere al riparo questo ineditum da qualsiasi imprevisto di vita e di morte»; lo informa di averlo riletto di recente e di essere «quasi svenuto per l’emozione»; pensa di pubblicarlo «dopo un paio di decenni di crisi di portata mondiale», quando «sarà il momento giusto» (KSB 8, 514 s.; EP V, 830) (cfr. Spreafico, 2009: 142). Sta di fatto, però, che il progetto non viene realizzato. Secondo Curt P. Janz ciò sarebbe dovuto al fatto che il «recipiente di contenuti filosofici» rappresentato dal «mondo di Zarathustra» – i pensieri del superuomo e dell’eterno ritorno – si era ormai «logorato» (Janz, 1994: 382; trad. it. 1981: 350). Di ciò sarebbe indice la delusione che affiora nel finale della IV parte. Cosa, però, avrebbe provocato l’«emozione» di Nietzsche nel rileggere Zarathustra IV? In cosa consisteva la «sintesi gigantesca» di cui aveva parlato nella lettera a Overbeck del 1883?
2015
Prospettive. Omaggio a Giuliano Campioni
315
320
Gentili, Carlo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/548258
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