Attraverso la storia dei misteri della nostra redenzione, espressa con le pitture e con altre immagini, il popolo viene istruito e confermato nel ricordare gli articoli di fede e nella loro assidua meditazione. Ed inoltre, da tutte le sacre immagini si trae grande frutto, non solo perché vengono ricordati al popolo i benefici e i doni che gli sono stati fatti da Cristo, ma anche perché nei santi sono posti sotto gli occhi dei fedeli le meraviglie e gli esempi salutari di Dio, così che ne ringrazino Dio, cerchino di regolare la loro vita e i loro costumi secondo l’imitazione dei santi, siano spinti ad adorare ed amare Dio e ad esercitare la pietà. Concilio di Trento, Sessione XXV, 3-4 dicembre 1563 Il concilio di Trento, indetto da papa Paolo III Farnese nel 1545, voleva definire le vie del rinnovamento della Chiesa cattolica dopo la Riforma protestante. Alla prima e ultima sede di Trento, si intervallò quella di Bologna nel 1547. Nelle sessioni bolognesi si discusse di come la santa messa potesse essere testimonianza di sacrificio salvifico. La problematica eucaristica era il tema più tormentato. L’imitazione di Cristo era al centro della nuova spiritualità. Il dogma dell’Eucarestia, i sette sacramenti impartiti nelle parrocchie e non più in ambito privato, diventavano il segno del rinnovamento per il recupero della credibilità pastorale. In questo contesto, un ruolo di primaria importanza svolsero il cardinale Gabriele Paleotti, nominato vescovo di Bologna nel 1566 e autore del Discorso intorno alle immagini sacre e profane, pubblicato nel 1582, a Trento il vescovo Ludovico Madruzzo e a Milano Carlo Borromeo, che con il suo testo del 1577 Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, promosse una più incisiva e funzionale ridefinizione dello spazio sacro e un più esemplare svolgimento dei riti liturgici. E’ un clima di cultura figurativa particolarmente vivace e complesso quello della seconda metà del Cinquecento, come peraltro si coglie anche nelle coeve arti visive, ove l’interpretazione teologica e didascalica dell’ut pictura poësis e il concetto dell’utilità didascalica delle immagini, auspicato dal Concilio di Trento, ricevono una ulteriore conferma. Il volume, con i 10 saggi che lo compongono opera di studiosi lombardi, veneti, emiliani, toscani, mette a confronto architettura, pittura, musica, documenti letterari e testimonianze d’archivio del Cinquecento e del primo Seicento, utili a comporre la realtà storica, culturale, figurativa degli anni successivi al Concilio di Trento e a chiarire le molteplici problematiche della politica religiosa e culturale nell’Italia settentrionale.

Il decoro e la storia. Gli esiti del Concilio di Trento / Marinella Pigozzi. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 7-51.

Il decoro e la storia. Gli esiti del Concilio di Trento

PIGOZZI, MARINELLA
2015

Abstract

Attraverso la storia dei misteri della nostra redenzione, espressa con le pitture e con altre immagini, il popolo viene istruito e confermato nel ricordare gli articoli di fede e nella loro assidua meditazione. Ed inoltre, da tutte le sacre immagini si trae grande frutto, non solo perché vengono ricordati al popolo i benefici e i doni che gli sono stati fatti da Cristo, ma anche perché nei santi sono posti sotto gli occhi dei fedeli le meraviglie e gli esempi salutari di Dio, così che ne ringrazino Dio, cerchino di regolare la loro vita e i loro costumi secondo l’imitazione dei santi, siano spinti ad adorare ed amare Dio e ad esercitare la pietà. Concilio di Trento, Sessione XXV, 3-4 dicembre 1563 Il concilio di Trento, indetto da papa Paolo III Farnese nel 1545, voleva definire le vie del rinnovamento della Chiesa cattolica dopo la Riforma protestante. Alla prima e ultima sede di Trento, si intervallò quella di Bologna nel 1547. Nelle sessioni bolognesi si discusse di come la santa messa potesse essere testimonianza di sacrificio salvifico. La problematica eucaristica era il tema più tormentato. L’imitazione di Cristo era al centro della nuova spiritualità. Il dogma dell’Eucarestia, i sette sacramenti impartiti nelle parrocchie e non più in ambito privato, diventavano il segno del rinnovamento per il recupero della credibilità pastorale. In questo contesto, un ruolo di primaria importanza svolsero il cardinale Gabriele Paleotti, nominato vescovo di Bologna nel 1566 e autore del Discorso intorno alle immagini sacre e profane, pubblicato nel 1582, a Trento il vescovo Ludovico Madruzzo e a Milano Carlo Borromeo, che con il suo testo del 1577 Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, promosse una più incisiva e funzionale ridefinizione dello spazio sacro e un più esemplare svolgimento dei riti liturgici. E’ un clima di cultura figurativa particolarmente vivace e complesso quello della seconda metà del Cinquecento, come peraltro si coglie anche nelle coeve arti visive, ove l’interpretazione teologica e didascalica dell’ut pictura poësis e il concetto dell’utilità didascalica delle immagini, auspicato dal Concilio di Trento, ricevono una ulteriore conferma. Il volume, con i 10 saggi che lo compongono opera di studiosi lombardi, veneti, emiliani, toscani, mette a confronto architettura, pittura, musica, documenti letterari e testimonianze d’archivio del Cinquecento e del primo Seicento, utili a comporre la realtà storica, culturale, figurativa degli anni successivi al Concilio di Trento e a chiarire le molteplici problematiche della politica religiosa e culturale nell’Italia settentrionale.
2015
Il Concilio di Trento e le arti 1563-2013
7
51
Il decoro e la storia. Gli esiti del Concilio di Trento / Marinella Pigozzi. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 7-51.
Marinella Pigozzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/546358
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