Se fino al 2008 parlare di povertà significava più che altro rivolgere lo sguardo ai paesi del sud del mondo o in via di sviluppo, oggi lo studio di questa emergenza si rivolge anche ai paesi occidentali e a questioni che esulano dallo specifico economico-sociale, allargandosi agli ambiti della cultura, dei modelli politici, della dimensione identitaria e soggettiva. Se i dati macroeconomici ci dicono che il mondo oggi è globalmente più ricco e non più povero rispetto al passato, la povertà ha assunto nella nostra epoca, più che in altre, le sembianze di una minaccia. La società occidentale sta sperimentando in questa fase una duplice realtà che vede il riemergere, da un tempo che sembrava ormai lontano e definitivamente superato, la povertà come dimensione del presente, anche in contesti e per categorie sociali apparentemente ritenute affrancate definitivamente da questo spettro. Comunque, la povertà, come dimensione oggettiva, opprime tutt’oggi una larga parte della popolazione globale e per questo motivo nell’attuale contesto culturale e scientifico stanno emergendo e ritagliandosi sempre maggiore spazio ed attenzione gli studi sulla povertà (poverty studies). Per questi motivi l’interesse delle scienze umane sul tema si è fortemente diffuso e prende in esame dimensioni fino ad oggi trascurate. Per quanto definire cosa sia la povertà possa apparire banale, mai come nel nostro tempo circoscrivere questa dimensione sembra essere un’impresa ardua: parafrasando Bateson potremmo dire che in questo caso è tangibile quanto la realtà resista al nostro tentativo di conoscerla.
Tolomelli, A. (2015). Pedagogia e poverty studies: alla ricerca di direzioni razionali tra i paradossi. Pisa : ETS.
Pedagogia e poverty studies: alla ricerca di direzioni razionali tra i paradossi
TOLOMELLI, ALESSANDRO
2015
Abstract
Se fino al 2008 parlare di povertà significava più che altro rivolgere lo sguardo ai paesi del sud del mondo o in via di sviluppo, oggi lo studio di questa emergenza si rivolge anche ai paesi occidentali e a questioni che esulano dallo specifico economico-sociale, allargandosi agli ambiti della cultura, dei modelli politici, della dimensione identitaria e soggettiva. Se i dati macroeconomici ci dicono che il mondo oggi è globalmente più ricco e non più povero rispetto al passato, la povertà ha assunto nella nostra epoca, più che in altre, le sembianze di una minaccia. La società occidentale sta sperimentando in questa fase una duplice realtà che vede il riemergere, da un tempo che sembrava ormai lontano e definitivamente superato, la povertà come dimensione del presente, anche in contesti e per categorie sociali apparentemente ritenute affrancate definitivamente da questo spettro. Comunque, la povertà, come dimensione oggettiva, opprime tutt’oggi una larga parte della popolazione globale e per questo motivo nell’attuale contesto culturale e scientifico stanno emergendo e ritagliandosi sempre maggiore spazio ed attenzione gli studi sulla povertà (poverty studies). Per questi motivi l’interesse delle scienze umane sul tema si è fortemente diffuso e prende in esame dimensioni fino ad oggi trascurate. Per quanto definire cosa sia la povertà possa apparire banale, mai come nel nostro tempo circoscrivere questa dimensione sembra essere un’impresa ardua: parafrasando Bateson potremmo dire che in questo caso è tangibile quanto la realtà resista al nostro tentativo di conoscerla.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


