Nel maggio del 1994 l’Università degli Studi di Ferrara organizza, assieme all’Università di California a Berkeley, una due giorni di studi in forma di workshop chiamata Museum without walls - New Media for New Museums, con la finalità di mettere a confronto e a fattore comune le prime esperienze di applicazioni multimediali, ipermediali e di computergrafica tridimensionali con finalità museale. Queste due giornate costituirono per tutti i partecipanti una esperienza irripetibile come dimostrano gli echi dell’evento dati alla stampa da affermati protagonisti. Il format è poi ripreso al SIGGRAPH ‘95 con il panel dall’omonimo nome dando all’iniziativa un respiro non più esclusivamente legato a pochi adepti (artisti multimediali, informatici, esperti di applicazioni multimediali o grafica tridimensionale) ma a tutta le comunità della computergrafica e dei curatori e degli operatori dei musei. Penso eventi riassumono e inquadrano il punto di partenza di quello che oggi chiamiamo “museo sensibile” in quanto luogo che trova nel paradigma dell’interazione tra opera d’arte e visitatore la sua logica più evidente. Essi introducono la tematica esposta nel saggio, che consiste nello spiegare da che cosa sia nato e quali equivoci si porti dietro l’idea di “museo sensibile” oggi; quest’ultimo è proprio il punto centrale in quanto chiarisce non solo il presente, ma traccia un consistente percorso per il futuro. Il saggio quindi descrive questo punto di partenza al fine di chiarire le tematiche e sviscerarne i problemi e, in un secondo tempo, fornisce ulteriore elementi di base partendo da un punto di vista assai differente: quello dei processi cognitivi che presiedono l’idea di “museo sensibile” e che proveremo di seguito a inquadrare e descrivere. Infine, servendosi di esperienze dirette personali, mostra come mezzi (cioè applicazioni digitali) e fini (cioè l’attivazione di processi cognitivi complessi) possano essere coniugati.

Dal Museum without walls al “museo sensibile”: un percorso attraverso il digitale

GAIANI, MARCO
2016

Abstract

Nel maggio del 1994 l’Università degli Studi di Ferrara organizza, assieme all’Università di California a Berkeley, una due giorni di studi in forma di workshop chiamata Museum without walls - New Media for New Museums, con la finalità di mettere a confronto e a fattore comune le prime esperienze di applicazioni multimediali, ipermediali e di computergrafica tridimensionali con finalità museale. Queste due giornate costituirono per tutti i partecipanti una esperienza irripetibile come dimostrano gli echi dell’evento dati alla stampa da affermati protagonisti. Il format è poi ripreso al SIGGRAPH ‘95 con il panel dall’omonimo nome dando all’iniziativa un respiro non più esclusivamente legato a pochi adepti (artisti multimediali, informatici, esperti di applicazioni multimediali o grafica tridimensionale) ma a tutta le comunità della computergrafica e dei curatori e degli operatori dei musei. Penso eventi riassumono e inquadrano il punto di partenza di quello che oggi chiamiamo “museo sensibile” in quanto luogo che trova nel paradigma dell’interazione tra opera d’arte e visitatore la sua logica più evidente. Essi introducono la tematica esposta nel saggio, che consiste nello spiegare da che cosa sia nato e quali equivoci si porti dietro l’idea di “museo sensibile” oggi; quest’ultimo è proprio il punto centrale in quanto chiarisce non solo il presente, ma traccia un consistente percorso per il futuro. Il saggio quindi descrive questo punto di partenza al fine di chiarire le tematiche e sviscerarne i problemi e, in un secondo tempo, fornisce ulteriore elementi di base partendo da un punto di vista assai differente: quello dei processi cognitivi che presiedono l’idea di “museo sensibile” e che proveremo di seguito a inquadrare e descrivere. Infine, servendosi di esperienze dirette personali, mostra come mezzi (cioè applicazioni digitali) e fini (cioè l’attivazione di processi cognitivi complessi) possano essere coniugati.
2016
Il museo sensibile. Le tecnologie ICT al servizio della trasmissione della conoscenza
113
138
Gaiani, M.
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