Il contributo colloca l'opera del Dupré, pubblicata nel 1942 ed ora ristampata, nel suo contesto storico-culturale e nel percorso storiografico dell'Autore, in rapporto alle problematiche storiografiche degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Esso analizza inoltre l'evolversi, nei decenni successivi, del dibattito storiografico sui temi di ricerca del Dupré ed illustra le ragioni per cui ancor oggi il volume può essere riletto con profitto, nonostante il progressivo dilatarsi degli studi sulla lex regia, evocata da Cola di Rienzo come fondamento giuridico delle aspirazioni imperiali del popolo romano, e sulle dinamiche politico-istituzionali e socio-culturali della città eterna.La stagione storiografica in cui apparve quest’opera era caratterizzata dal prevalere di problematiche di storia universale, per cui emergeva in primo piano la questione dell’«imperialità» di Roma e dei rapporti tra Papato ed Impero. Ciononostante il Dupré, che aveva già pubblicato nel 1939 una monografia su I papi d’Avignone e la questione romana e che pubblicò poi nel 1952 un’opera monumentale su Roma dal comune di popolo alla signoria pontificia, avvertiva già l’esigenza di non trascurare l’analisi delle dinamiche interne alla città di Roma e del progressivo definirsi, tra la "renovatio Senatus" del 1143-1144 e l’avventura di Cola di Rienzo, di una forte autocoscienza cittadina, che in età rinascimentale apparirà ormai come un ricordo del passato. Accanto ai due poteri universali emerge quindi in primo piano, nel volume, un terzo protagonista: il popolo romano, con le sue aspirazioni autonomistiche ed i suoi sogni imperiali. Se grazie agli studi degli ultimi decenni sulle fonti notarili e cronachistiche conosciamo ora assai meglio le articolazioni interne della società romana, una rilettura di questo libro, che si caratterizza per un ampio orizzonte problematico ed una prospettiva di lunga durata, può aiutarci ad evitare il duplice rischio di una dicotomia tra storia urbana e storia dei poteri universali, e di una storiografia localistica ed «ateoretica» concentrata esclusivamente sul «frammento».

Premessa alla ristampa

SAVIGNI, RAFFAELE
2015

Abstract

Il contributo colloca l'opera del Dupré, pubblicata nel 1942 ed ora ristampata, nel suo contesto storico-culturale e nel percorso storiografico dell'Autore, in rapporto alle problematiche storiografiche degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Esso analizza inoltre l'evolversi, nei decenni successivi, del dibattito storiografico sui temi di ricerca del Dupré ed illustra le ragioni per cui ancor oggi il volume può essere riletto con profitto, nonostante il progressivo dilatarsi degli studi sulla lex regia, evocata da Cola di Rienzo come fondamento giuridico delle aspirazioni imperiali del popolo romano, e sulle dinamiche politico-istituzionali e socio-culturali della città eterna.La stagione storiografica in cui apparve quest’opera era caratterizzata dal prevalere di problematiche di storia universale, per cui emergeva in primo piano la questione dell’«imperialità» di Roma e dei rapporti tra Papato ed Impero. Ciononostante il Dupré, che aveva già pubblicato nel 1939 una monografia su I papi d’Avignone e la questione romana e che pubblicò poi nel 1952 un’opera monumentale su Roma dal comune di popolo alla signoria pontificia, avvertiva già l’esigenza di non trascurare l’analisi delle dinamiche interne alla città di Roma e del progressivo definirsi, tra la "renovatio Senatus" del 1143-1144 e l’avventura di Cola di Rienzo, di una forte autocoscienza cittadina, che in età rinascimentale apparirà ormai come un ricordo del passato. Accanto ai due poteri universali emerge quindi in primo piano, nel volume, un terzo protagonista: il popolo romano, con le sue aspirazioni autonomistiche ed i suoi sogni imperiali. Se grazie agli studi degli ultimi decenni sulle fonti notarili e cronachistiche conosciamo ora assai meglio le articolazioni interne della società romana, una rilettura di questo libro, che si caratterizza per un ampio orizzonte problematico ed una prospettiva di lunga durata, può aiutarci ad evitare il duplice rischio di una dicotomia tra storia urbana e storia dei poteri universali, e di una storiografia localistica ed «ateoretica» concentrata esclusivamente sul «frammento».
2015
L'idea imperiale di Roma nella tradizione del Medioevo
5
25
R. Savigni
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