Il saggio, che funge da prefazione alla curatela dell'opera manzoniana, propone una lettura innovativa dell'ultima fase dell'attività dello scrittore lombardo, giunto a riconoscersi compiutamente nel ruolo dello storico e finalmente deciso a misurarsi con l'impresa magnanima di affrontare il più grande evento della sua epoca. Partendo da alcuni spunti offerti dal pensiero di M. Foucault e dal saggio del giurista-scrittore Salvatore Satta "Il mistero del processo", si cerca qui di rovesciare la consolidata immagine di un Manzoni senile, reazionario, antigiacobino e terrorizzato dalle masse popolari, per osservare invece le novità e le peculiarità, stilistiche come concettuali e metodologiche, di un'opera che è stata per troppo tempo misconosciuta e fraintesa. Avvalendosi anche degli studi di F. Furet, e di studiosi del diritto come Mannori e Scucimarra, si è evidenziato come il Manzoni conduca un'analisi serrata da un lato dei comportamenti politici dei deputati degli Stati Generali, concentrando un'attenzione senza precedenti, con osservazioni lucidissime e puntuali, sulle dinamiche interne dei movimenti parlamentari tra maggio e giugno dell'89, solitamente ignorati dagli storici dedll'Ottocento, e di come e dall'altro lato produca una critica, paragonabile per certi aspetti a quella di Tocqueville, dell'immaginario e delle rappresentazioni che la rivoluzione ha prodotto di sé, decostruendone il mito e offrendo una precocissima disamina del funzionamento dell'evento rivoluzionario.
Weber, L. (2015). "Il sogno orgiastico della peste": Manzoni e la Rivoluzione Francese. Ravenna : Giorgio Pozzi Editore.
"Il sogno orgiastico della peste": Manzoni e la Rivoluzione Francese
WEBER, LUIGI
2015
Abstract
Il saggio, che funge da prefazione alla curatela dell'opera manzoniana, propone una lettura innovativa dell'ultima fase dell'attività dello scrittore lombardo, giunto a riconoscersi compiutamente nel ruolo dello storico e finalmente deciso a misurarsi con l'impresa magnanima di affrontare il più grande evento della sua epoca. Partendo da alcuni spunti offerti dal pensiero di M. Foucault e dal saggio del giurista-scrittore Salvatore Satta "Il mistero del processo", si cerca qui di rovesciare la consolidata immagine di un Manzoni senile, reazionario, antigiacobino e terrorizzato dalle masse popolari, per osservare invece le novità e le peculiarità, stilistiche come concettuali e metodologiche, di un'opera che è stata per troppo tempo misconosciuta e fraintesa. Avvalendosi anche degli studi di F. Furet, e di studiosi del diritto come Mannori e Scucimarra, si è evidenziato come il Manzoni conduca un'analisi serrata da un lato dei comportamenti politici dei deputati degli Stati Generali, concentrando un'attenzione senza precedenti, con osservazioni lucidissime e puntuali, sulle dinamiche interne dei movimenti parlamentari tra maggio e giugno dell'89, solitamente ignorati dagli storici dedll'Ottocento, e di come e dall'altro lato produca una critica, paragonabile per certi aspetti a quella di Tocqueville, dell'immaginario e delle rappresentazioni che la rivoluzione ha prodotto di sé, decostruendone il mito e offrendo una precocissima disamina del funzionamento dell'evento rivoluzionario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.