Con la presente ristampa anastatica dell’editio princeps del De rerum natura si restituisce all’attenzione degli studiosi di Lucrezio e agli storici del libro un’opera di eccezionale valore storico. La riscoperta di Lucrezio durante il quindicesimo secolo diede un impulso decisivo al rinnovamento della cultura europea. Anche se studi recenti hanno via via dipanato lo straordinario impatto storico del De rerum natura, la genealogia della prima edizione a stampa (Brescia, 1472-73) è rimasta avvolta nell’oscurità. Una delle ragioni principali della scarsa attenzione ricevuta da questo libro è quasi sicuramente dovuta alla sua estrema rarità. Dell’editio princeps infatti sono conosciute solo quattro copie. Eppure, il testo stampato dal tipografo bresciano Tommaso Ferrando è decisamente più corretto rispetto alle edizioni successive del 1486 e 1495 e si basa su un manoscritto non ancora identificato. Anche solo per queste ragioni una ristampa della princeps offre un contributo fondamentale alla storia della diffusione del De rerum natura durante il Rinascimento. La copia di cui si presenta la ristampa anastatica fu acquistata dal collezionista Angelo Maria d’Elci (1751-1824), aristocratico di origine senese, ed è oggi conservata presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Pur con una lacuna di due carte, l’esemplare della Laurenziana è di particolare interesse perché è quello di cui si conoscono meglio le vicissitudini storiche. Inoltre è proprio a questo esemplare che dobbiamo i primi tentativi di ricostruire la storia dell’edizione. La ristampa è preceduta da un’ampia introduzione critica.

De rerum natura, editio princeps (1472-73)

BERETTA, MARCO
2016

Abstract

Con la presente ristampa anastatica dell’editio princeps del De rerum natura si restituisce all’attenzione degli studiosi di Lucrezio e agli storici del libro un’opera di eccezionale valore storico. La riscoperta di Lucrezio durante il quindicesimo secolo diede un impulso decisivo al rinnovamento della cultura europea. Anche se studi recenti hanno via via dipanato lo straordinario impatto storico del De rerum natura, la genealogia della prima edizione a stampa (Brescia, 1472-73) è rimasta avvolta nell’oscurità. Una delle ragioni principali della scarsa attenzione ricevuta da questo libro è quasi sicuramente dovuta alla sua estrema rarità. Dell’editio princeps infatti sono conosciute solo quattro copie. Eppure, il testo stampato dal tipografo bresciano Tommaso Ferrando è decisamente più corretto rispetto alle edizioni successive del 1486 e 1495 e si basa su un manoscritto non ancora identificato. Anche solo per queste ragioni una ristampa della princeps offre un contributo fondamentale alla storia della diffusione del De rerum natura durante il Rinascimento. La copia di cui si presenta la ristampa anastatica fu acquistata dal collezionista Angelo Maria d’Elci (1751-1824), aristocratico di origine senese, ed è oggi conservata presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Pur con una lacuna di due carte, l’esemplare della Laurenziana è di particolare interesse perché è quello di cui si conoscono meglio le vicissitudini storiche. Inoltre è proprio a questo esemplare che dobbiamo i primi tentativi di ricostruire la storia dell’edizione. La ristampa è preceduta da un’ampia introduzione critica.
2016
271
978-88-6923-066-0
Beretta, Marco
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