Il punto di vista che queste note intendono esprimere consiste nel tentativo di mettere a fuoco il modo in cui l’analisi delle trasformazioni del lavoro si salda sempre più con l’analisi delle trasformazioni dell’economia. Il riferimento ad una sociologia economica del lavoro non allude, pertanto, alla proposta di un’ennesima partizione sotto-disciplinare ma, al contrario, all’esigenza di riflettere ed indagare piani dell’azione sociale, e delle dimensioni normative che li presiedono, che vanno sovrapponendosi in modo crescente. In effetti, questi ultimi due sono i terreni sui quali concentreremo la nostra breve riflessione: da una parte quelle che paiono alcune più significative trasformazioni del lavoro – che, detto in maniera assai approssimativa, ci sembrano intensificare il suo assorbimento entro il regime d’azione del mercato e la forma d’azione economica tout court; dall’altra le dimensioni normative che queste fenomenologie sembrano implicare. Relativamente a questo ultimo punto, concernente la centralità della dimensione normativa per la comprensione dell’agire sociale, è possibile intravedere alcune interessanti convergenze di prospettive di ricerca, peraltro divergenti da molti altri punti di vista, che vanno dall’analisi pragmatista dei regimi di giustificazione dell’azione (Boltanski, Thévenot, 2006; Boltanski, Chiapello; Thévenot, 2007) al programma di ricerca sui paradossi del capitalismo legato all’Istituto di Ricerca Sociale di Francoforte (Hartmann, Honneth, 2006; Honneth 2004), dalla rilettura sociologica e qualitativa del modello concettuale di Sen (Zimmerman, 2006) all’analisi dell’“economia delle convenzioni” alla vita socio-economica (Salais, Storper, 1997; Borghi, Vitale, 2007). Si tratta di mutamenti e processi sociali che chiamano in causa non solo il lavoro in senso stretto, ma più in generale il modo in cui esso contribuisce (o meno) all’agency e alla realizzazione del principio di individualizzazione. La libertà degli attori sociali nel perseguimento, anche attraverso il lavoro, di un progetto di autorealizzazione costituisce la posta in gioco. A tale proposito, gli approfondimenti sulle forme di governo dell’economia e della condotta umana offerti da Foucault (2005; Fraser 2003), nonché, soprattutto in termini propositivi, le suggestioni e le indicazioni che la rilettura sociologica dell’approccio delle capabilities (Zimmerman, 2006; Bonvin, Favarque, 2005) costituiscono ulteriori materiali di riferimento per la nostra riflessione . Per quanto le diverse piste di ricerca individuate non costituiscano certo una architettura analitica definitivamente consolidata, esse ci sembrano offrire una stimolante proposta di arricchimento per la strumentazione di ricerca della sociologia economica.
V. Borghi, F. Chicchi (2007). Genealogie dell'employability. Appunti per una sociologia economica del lavoro. MILANO : Franco Angeli.
Genealogie dell'employability. Appunti per una sociologia economica del lavoro
BORGHI, VANDO;CHICCHI, FEDERICO
2007
Abstract
Il punto di vista che queste note intendono esprimere consiste nel tentativo di mettere a fuoco il modo in cui l’analisi delle trasformazioni del lavoro si salda sempre più con l’analisi delle trasformazioni dell’economia. Il riferimento ad una sociologia economica del lavoro non allude, pertanto, alla proposta di un’ennesima partizione sotto-disciplinare ma, al contrario, all’esigenza di riflettere ed indagare piani dell’azione sociale, e delle dimensioni normative che li presiedono, che vanno sovrapponendosi in modo crescente. In effetti, questi ultimi due sono i terreni sui quali concentreremo la nostra breve riflessione: da una parte quelle che paiono alcune più significative trasformazioni del lavoro – che, detto in maniera assai approssimativa, ci sembrano intensificare il suo assorbimento entro il regime d’azione del mercato e la forma d’azione economica tout court; dall’altra le dimensioni normative che queste fenomenologie sembrano implicare. Relativamente a questo ultimo punto, concernente la centralità della dimensione normativa per la comprensione dell’agire sociale, è possibile intravedere alcune interessanti convergenze di prospettive di ricerca, peraltro divergenti da molti altri punti di vista, che vanno dall’analisi pragmatista dei regimi di giustificazione dell’azione (Boltanski, Thévenot, 2006; Boltanski, Chiapello; Thévenot, 2007) al programma di ricerca sui paradossi del capitalismo legato all’Istituto di Ricerca Sociale di Francoforte (Hartmann, Honneth, 2006; Honneth 2004), dalla rilettura sociologica e qualitativa del modello concettuale di Sen (Zimmerman, 2006) all’analisi dell’“economia delle convenzioni” alla vita socio-economica (Salais, Storper, 1997; Borghi, Vitale, 2007). Si tratta di mutamenti e processi sociali che chiamano in causa non solo il lavoro in senso stretto, ma più in generale il modo in cui esso contribuisce (o meno) all’agency e alla realizzazione del principio di individualizzazione. La libertà degli attori sociali nel perseguimento, anche attraverso il lavoro, di un progetto di autorealizzazione costituisce la posta in gioco. A tale proposito, gli approfondimenti sulle forme di governo dell’economia e della condotta umana offerti da Foucault (2005; Fraser 2003), nonché, soprattutto in termini propositivi, le suggestioni e le indicazioni che la rilettura sociologica dell’approccio delle capabilities (Zimmerman, 2006; Bonvin, Favarque, 2005) costituiscono ulteriori materiali di riferimento per la nostra riflessione . Per quanto le diverse piste di ricerca individuate non costituiscano certo una architettura analitica definitivamente consolidata, esse ci sembrano offrire una stimolante proposta di arricchimento per la strumentazione di ricerca della sociologia economica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.