Il teatro è l’unica fra le forme artistiche a prodursi necessariamente in “uno spazio a struttura pubblica”, dove gli attori agiscono in diretta relazione con altri “alla cui presenza comparire”. “Tale spazio destinato alle apparizioni degli uomini non è affatto un attributo fisso e scontato di qualsiasi comunità” (H. Arendt). Per questo, le comunità che ne sono dotate (a partire dalla polis greca) consentono agli uomini uno spazio “dove la libertà può fare la sua comparsa”. Ancor meno scontato è che ad apparire siano gli episodi oscuri, le trame misteriose, i segreti di uno Stato che tanti ne ha raccolti nella sua storia. Per questo, quando gli artisti decidono di violare i misteri e raccontarli, mantenendone vivi lo scandalo e la memoria, la loro azione civile si carica di particolare forza e significato. Il teatro civile è azione politica per il fatto stesso di porsi al centro della comunità, pubblicamente e collettivamente. Resta da interrogarsi su una collettività la cui esperienza del tragico, in relazione ai grandi temi e agli eterni conflitti destinati a creare la relazione fra l’uomo e la sua storia, è quotidianamente annichilita e banalizzata dalla globalità di un’informazione sempre più indifferenziata. Ma alcune esperienze di teatro dimostrano che la fine del dramma può condurre a nuove forme di articolazione fra teatro e realtà, a partire da una nuova necessità del teatro come espressione di partecipazione e democrazia autentica.
C.Valenti (2007). Lo spazio pubblico del teatro. CORAZZANO (PISA) : Titivillus.
Lo spazio pubblico del teatro
VALENTI, CRISTINA
2007
Abstract
Il teatro è l’unica fra le forme artistiche a prodursi necessariamente in “uno spazio a struttura pubblica”, dove gli attori agiscono in diretta relazione con altri “alla cui presenza comparire”. “Tale spazio destinato alle apparizioni degli uomini non è affatto un attributo fisso e scontato di qualsiasi comunità” (H. Arendt). Per questo, le comunità che ne sono dotate (a partire dalla polis greca) consentono agli uomini uno spazio “dove la libertà può fare la sua comparsa”. Ancor meno scontato è che ad apparire siano gli episodi oscuri, le trame misteriose, i segreti di uno Stato che tanti ne ha raccolti nella sua storia. Per questo, quando gli artisti decidono di violare i misteri e raccontarli, mantenendone vivi lo scandalo e la memoria, la loro azione civile si carica di particolare forza e significato. Il teatro civile è azione politica per il fatto stesso di porsi al centro della comunità, pubblicamente e collettivamente. Resta da interrogarsi su una collettività la cui esperienza del tragico, in relazione ai grandi temi e agli eterni conflitti destinati a creare la relazione fra l’uomo e la sua storia, è quotidianamente annichilita e banalizzata dalla globalità di un’informazione sempre più indifferenziata. Ma alcune esperienze di teatro dimostrano che la fine del dramma può condurre a nuove forme di articolazione fra teatro e realtà, a partire da una nuova necessità del teatro come espressione di partecipazione e democrazia autentica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.