L’Italia contemporanea, come qualsiasi altro paese industrialmente avanzato, è una società profondamente “mediata” in ogni suo sistema e processo, tanto che per la gran parte della popolazione i mezzi di comunicazione sociale risultano essere di gran lunga la fonte di idee, conoscenze e giudizi. Quindi, anche l’immagine della Chiesa oggi si forma in misura crescente a partire dall’“incorniciamento” massmediale. In questo saggio ho voluto offrire qualche spunto di riflessione sul rapporto tra media e religione. Si tratta di un tema finora poco coltivato dai sociologi appartenenti a entrambe le specialità disciplinari, ovvero i massmediologi e gli studiosi dei fenomeni religiosi . Dapprima ho richiamato in estrema sintesi alcuni aspetti della breve storia dei rapporti tra televisione e Chiesa cattolica in Italia (n.2). Poi, impiegando il concetto di de-secolarizzazione, ho offerto una proposta interpretativa del successo di audience che ottengono i grandi eventi religiosi attuali, dalle cerimonie giubilari alle Giornate mondiali della Gioventù (n. 3). Ho cercato pure di mettere in evidenza gli aspetti problematici di questi successi di audience, accennando a tre dilemmi che essi pongono a preti, pastori e leader religiosi (n. 4). Infine ho avanzato una riflessione sulle possibili conseguenze di questo intensificato rapporto tra neo-televisione e religione, che ho accostato al tentativo, effettuato all’alba della società moderna da Immanuel Kant (1793), di ridurre la religione nei limiti della ragion pura. Suggerirò pertanto l’ipotesi che i processi socio-culturali attuali, che stanno trasformando la modernità in una società “post”-moderna (n.5), stiano contribuendo pure a plasmare un inedito modello di religiosità, che trova nella neo-televisione un potente canale di diffusione. Nella conclusione accennerò ai paradossi che il tentativo attuale di ridurre la religione nei limiti della neo-televisione comporta, sia per i media, sia per la stessa Chiesa.
Martelli S. (2008). La religione nei limiti della neo-televisione,. MILANO : Franco Angeli.
La religione nei limiti della neo-televisione,
MARTELLI, STEFANO
2008
Abstract
L’Italia contemporanea, come qualsiasi altro paese industrialmente avanzato, è una società profondamente “mediata” in ogni suo sistema e processo, tanto che per la gran parte della popolazione i mezzi di comunicazione sociale risultano essere di gran lunga la fonte di idee, conoscenze e giudizi. Quindi, anche l’immagine della Chiesa oggi si forma in misura crescente a partire dall’“incorniciamento” massmediale. In questo saggio ho voluto offrire qualche spunto di riflessione sul rapporto tra media e religione. Si tratta di un tema finora poco coltivato dai sociologi appartenenti a entrambe le specialità disciplinari, ovvero i massmediologi e gli studiosi dei fenomeni religiosi . Dapprima ho richiamato in estrema sintesi alcuni aspetti della breve storia dei rapporti tra televisione e Chiesa cattolica in Italia (n.2). Poi, impiegando il concetto di de-secolarizzazione, ho offerto una proposta interpretativa del successo di audience che ottengono i grandi eventi religiosi attuali, dalle cerimonie giubilari alle Giornate mondiali della Gioventù (n. 3). Ho cercato pure di mettere in evidenza gli aspetti problematici di questi successi di audience, accennando a tre dilemmi che essi pongono a preti, pastori e leader religiosi (n. 4). Infine ho avanzato una riflessione sulle possibili conseguenze di questo intensificato rapporto tra neo-televisione e religione, che ho accostato al tentativo, effettuato all’alba della società moderna da Immanuel Kant (1793), di ridurre la religione nei limiti della ragion pura. Suggerirò pertanto l’ipotesi che i processi socio-culturali attuali, che stanno trasformando la modernità in una società “post”-moderna (n.5), stiano contribuendo pure a plasmare un inedito modello di religiosità, che trova nella neo-televisione un potente canale di diffusione. Nella conclusione accennerò ai paradossi che il tentativo attuale di ridurre la religione nei limiti della neo-televisione comporta, sia per i media, sia per la stessa Chiesa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.