All'interno di un volume che tratta la progressiva femminilizzazione della scuola italiana nell'ultimo secolo, il saggio cerca di rispondere alla consueta domanda – il progressivo aumento delle docenti ha costituito una risorsa educativa per le giovani generazioni e per il Paese oppure ha rappresentato una criticità (o la può prefigurare per il futuro)? - utilizzando come chiave di lettura l'intreccio tra teorie femministe e teorie/modelli educativi. Il saggio parte da un’ipotesi: il significato della femminilizzazione della scuola italiana può essere meglio compreso se la si considera attraverso la lente dei neo-femminismi (al plurale). La femminilizzazione va valutata dopo averla contestualizzata rispetto agli snodi del quadro teorico femminista: si nota così che essa, dal punto di vista educativo, non è un fenomeno unitario. Senza generalizzare, e senza estendere queste riflessioni alla totalità delle docenti, si osserva che il loro pensarsi-donne nella scuola è cambiato, sulla base dei tre diversi approcci al femminismo e al genere che si sono succeduti in Italia dagli anni Settanta a oggi: 1) Anni Settanta, la spinta verso l’emancipazione e l’uguaglianza dei diritti formativi; 2) Anni Ottanta e Novanta (e oltre): gli studi sulla differenza diventano pedagogia della differenza; 3) Dal 2000 a oggi, la femminilizzazione della scuola e i gender studies. Dunque, il saggio mostra che l'interpretazione del fenomeno della femminilizzazione della scuola italiana negli ultimi decenni va articolata in base, anche, alla dinamica che conduce dalle teorizzazioni sul genere alla loro rilettura da parte dei/lle pedagogisti/e per approdare, infine, alle prassi nei contesti educativi. Se la massiccia presenza delle donne nelle scuole è stata in passato soprattutto una risorsa (nelle due prime fasi esaminate), è vero che potrebbe ora trasformarsi in un problema. Nella scuola italiana permangono problemi che trarrebbero beneficio da una più equilibrata presenza di docenti donne e uomini; data per scontata la professionalità dei docenti, l’equilibrio di genere può diventare un valore aggiunto per affrontare, e nel lungo periodo contribuire a risolvere, fenomeni complessi che hanno una loro spiegazione anche in chiave di genere.
Leonelli, S. (2014). “Donne docenti: genere, pedagogie e modelli educativi”. Milano : Franco Angeli.
“Donne docenti: genere, pedagogie e modelli educativi”
LEONELLI, SILVIA
2014
Abstract
All'interno di un volume che tratta la progressiva femminilizzazione della scuola italiana nell'ultimo secolo, il saggio cerca di rispondere alla consueta domanda – il progressivo aumento delle docenti ha costituito una risorsa educativa per le giovani generazioni e per il Paese oppure ha rappresentato una criticità (o la può prefigurare per il futuro)? - utilizzando come chiave di lettura l'intreccio tra teorie femministe e teorie/modelli educativi. Il saggio parte da un’ipotesi: il significato della femminilizzazione della scuola italiana può essere meglio compreso se la si considera attraverso la lente dei neo-femminismi (al plurale). La femminilizzazione va valutata dopo averla contestualizzata rispetto agli snodi del quadro teorico femminista: si nota così che essa, dal punto di vista educativo, non è un fenomeno unitario. Senza generalizzare, e senza estendere queste riflessioni alla totalità delle docenti, si osserva che il loro pensarsi-donne nella scuola è cambiato, sulla base dei tre diversi approcci al femminismo e al genere che si sono succeduti in Italia dagli anni Settanta a oggi: 1) Anni Settanta, la spinta verso l’emancipazione e l’uguaglianza dei diritti formativi; 2) Anni Ottanta e Novanta (e oltre): gli studi sulla differenza diventano pedagogia della differenza; 3) Dal 2000 a oggi, la femminilizzazione della scuola e i gender studies. Dunque, il saggio mostra che l'interpretazione del fenomeno della femminilizzazione della scuola italiana negli ultimi decenni va articolata in base, anche, alla dinamica che conduce dalle teorizzazioni sul genere alla loro rilettura da parte dei/lle pedagogisti/e per approdare, infine, alle prassi nei contesti educativi. Se la massiccia presenza delle donne nelle scuole è stata in passato soprattutto una risorsa (nelle due prime fasi esaminate), è vero che potrebbe ora trasformarsi in un problema. Nella scuola italiana permangono problemi che trarrebbero beneficio da una più equilibrata presenza di docenti donne e uomini; data per scontata la professionalità dei docenti, l’equilibrio di genere può diventare un valore aggiunto per affrontare, e nel lungo periodo contribuire a risolvere, fenomeni complessi che hanno una loro spiegazione anche in chiave di genere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.