All'epoca della restaurazione il card. Opizzoni promosse, seguendoli personalmente, una serie numerosa di interventi di ricostruzione, ripristino, restauro di templi e opere d'arte danneggiati dagli eventi bellici di fine Settecento e trafugate e quindi recuperate in condizioni preoccupanti dopo gli anni della Repubblica napoleonica. Volle restituire decoro alle chiese della sua città e del contado non solo per rispetto al luogo ma anche per infondere coraggio al popolo dei fedeli smarriti da così tragici eventi, che avevano bisogno di stabilità; si affidò ad architetti e pittori di sua scelta e per buona sorte gli artisti coinvolti venivano da un ottimo apprendistato pressoi la locale Accademia d'arte. Tra quanti si trovarono ad operare in veste di restauratori anche alcuni pittori di vaglia, Pietro Fancelli, Filippo Pedrini, Giuseppe Guizzardi, che sarà definito dal Secco Suardo "il Principe dei restauratori"; pur essendo tutt'altro che mediocri pittori, accondiscesero di buona voglia, e forse non solo per questioni economiche ma per l'amore per la scuola, ad intervenire su capolavori del passato. Si cita, come unico esempio, l'intervento del Fancelli sull'Annunziata di Ludovico Carracci della cappella maggiore della metropolitana di San Pietro,. Notizia di questo e altri interventi è stato possibile ricavare da documenti d'archivio, che aprono su una pagina della storia del primo Ottocento e della conservazione di non poco interesse.
Biagi Maino, D. (2015). Sui restauri. Roma : Edizioni di storia e letteratura.
Sui restauri
BIAGI, DONATELLA
2015
Abstract
All'epoca della restaurazione il card. Opizzoni promosse, seguendoli personalmente, una serie numerosa di interventi di ricostruzione, ripristino, restauro di templi e opere d'arte danneggiati dagli eventi bellici di fine Settecento e trafugate e quindi recuperate in condizioni preoccupanti dopo gli anni della Repubblica napoleonica. Volle restituire decoro alle chiese della sua città e del contado non solo per rispetto al luogo ma anche per infondere coraggio al popolo dei fedeli smarriti da così tragici eventi, che avevano bisogno di stabilità; si affidò ad architetti e pittori di sua scelta e per buona sorte gli artisti coinvolti venivano da un ottimo apprendistato pressoi la locale Accademia d'arte. Tra quanti si trovarono ad operare in veste di restauratori anche alcuni pittori di vaglia, Pietro Fancelli, Filippo Pedrini, Giuseppe Guizzardi, che sarà definito dal Secco Suardo "il Principe dei restauratori"; pur essendo tutt'altro che mediocri pittori, accondiscesero di buona voglia, e forse non solo per questioni economiche ma per l'amore per la scuola, ad intervenire su capolavori del passato. Si cita, come unico esempio, l'intervento del Fancelli sull'Annunziata di Ludovico Carracci della cappella maggiore della metropolitana di San Pietro,. Notizia di questo e altri interventi è stato possibile ricavare da documenti d'archivio, che aprono su una pagina della storia del primo Ottocento e della conservazione di non poco interesse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.