INTRODUZIONE La ricerca di anticorpi specifici è di fondamentale importanza nella diagnosi di infezione da virus dell’epatite C (HCV). Attualmente la maggior parte dei test proposti come screening sono basati su metodiche di chemiluminescenza (CMIA), che garantiscono ottima sensibilità, facilità di esecuzione e costi contenuti. Tuttavia, considerata la loro limitata specificità, nei casi di debole reattività sono necessari ulteriori approfondimenti diagnostici allo scopo di discriminare i veri positivi dai falsi positivi. A tale scopo i test basati sulla metodica di immunoblot sono caratterizzati da alta specificità diagnostica e rappresentano il gold standard. Tuttavia, le difficoltà nella interpretazione finale e l’elevato costo, limitano fortemente il loro utilizzo nella routine diagnostica. In questo studio abbiamo valutato la performance del test VIDAS® Anti-HCV (bioMérieux) come esame di secondo livello per la ricerca di anticorpi anti-HCV, con l’obiettivo di ridurre il ricorso all’immunoblot. Come dati preliminari, riportiamo inoltre la concordanza tra il test VIDAS® Anti-HCV e l’immunoblot RecomLine HCV IgG (Mikrogen) in un gruppo di sieri selezionati. METODI Nel nostro laboratorio lo screening per la ricerca di anticorpi anti-HCV viene eseguito con il test ARCHITECT Anti-HCV (Abbott), basato su metodica CMIA. I sieri vengono considerati positivi o negativi in base al risultato di ‘signal/cutoff’ (positivo>=1). In caso di debole positività al test di screening, si procede a ulteriori accertamenti. Fino a Giugno 2012 era utilizzato come secondo livello un test immunoenzimatico (INNOTEST® HCV Ab IV, Innogenetics), successivamente sostituito dal test VIDAS Anti-HCV, basato su metodica immunoenzimatica abbinata a un sistema di rilevazione finale in fluorescenza. In caso di risultati discordanti si procedeva, quindi, ad eseguire un test di terzo livello rappresentato da un immunoblot (RecomLine HCV IgG) allestito con antigeni ricombinanti. Per valutare la performance del test VIDAS® Anti-HCV, abbiamo confrontato il numero di immunoblot eseguiti nel corso dell’anno precedente e dell’anno successivo al suo inserimento nella routine diagnostica, rapportando tale valore al numero totale dei test di screening. E’ stata inoltre calcolata la concordanza tra VIDAS® Anti-HCV e RecomLine HCV IgG su un gruppo di 127 sieri selezionaticon valori al test ARCHITECT Anti-HCV compresi tra 0.7 e 7.0 s/co. RISULTATI Nel corso dell’anno antecedente all’introduzione del test VIDAS® Anti-HCV (Luglio 2011-Giugno 2012) sono stati eseguiti 634 immunoblot. Nell’anno successivo (Luglio 2012-Giugno 2013) il numero è sceso a 404. Rapportando tale dato al numero totale di test di screening eseguiti, si rileva un calo significativo in termini percentuali del ricorso all’immunoblot dal 7.5‰ (634/83802) al 4.8‰ (404/83769). La concordanza tra VIDAS® Anti-HCV e RecomLine HCV IgG nel gruppo dei sieri selezionati è stata del 73% (93/127). I risultati border-line al RecomLine HCV IgG sono stati considerati come positivi. CONCLUSIONI Nel nostro contesto l’introduzione del test VIDAS® Anti-HCV, come secondo livello diagnostico per la ricerca di anticorpi anti-HCV, ha consentito una netta riduzione del numero di immunoblot

Nardini, P., Foschi, C., Galli, S., Meliconi, M., Landini, M., Furlini, G. (2014). LIMITAZIONE DELL’USO DELL’IMMUNOBLOT PER LA CONFERMA DI ANTICORPI ANTI-HCV DOPO INTRODUZIONE DEL TEST VIDAS® ANTI-HCV.

LIMITAZIONE DELL’USO DELL’IMMUNOBLOT PER LA CONFERMA DI ANTICORPI ANTI-HCV DOPO INTRODUZIONE DEL TEST VIDAS® ANTI-HCV

FOSCHI, CLAUDIO;LANDINI, MARIA PAOLA;
2014

Abstract

INTRODUZIONE La ricerca di anticorpi specifici è di fondamentale importanza nella diagnosi di infezione da virus dell’epatite C (HCV). Attualmente la maggior parte dei test proposti come screening sono basati su metodiche di chemiluminescenza (CMIA), che garantiscono ottima sensibilità, facilità di esecuzione e costi contenuti. Tuttavia, considerata la loro limitata specificità, nei casi di debole reattività sono necessari ulteriori approfondimenti diagnostici allo scopo di discriminare i veri positivi dai falsi positivi. A tale scopo i test basati sulla metodica di immunoblot sono caratterizzati da alta specificità diagnostica e rappresentano il gold standard. Tuttavia, le difficoltà nella interpretazione finale e l’elevato costo, limitano fortemente il loro utilizzo nella routine diagnostica. In questo studio abbiamo valutato la performance del test VIDAS® Anti-HCV (bioMérieux) come esame di secondo livello per la ricerca di anticorpi anti-HCV, con l’obiettivo di ridurre il ricorso all’immunoblot. Come dati preliminari, riportiamo inoltre la concordanza tra il test VIDAS® Anti-HCV e l’immunoblot RecomLine HCV IgG (Mikrogen) in un gruppo di sieri selezionati. METODI Nel nostro laboratorio lo screening per la ricerca di anticorpi anti-HCV viene eseguito con il test ARCHITECT Anti-HCV (Abbott), basato su metodica CMIA. I sieri vengono considerati positivi o negativi in base al risultato di ‘signal/cutoff’ (positivo>=1). In caso di debole positività al test di screening, si procede a ulteriori accertamenti. Fino a Giugno 2012 era utilizzato come secondo livello un test immunoenzimatico (INNOTEST® HCV Ab IV, Innogenetics), successivamente sostituito dal test VIDAS Anti-HCV, basato su metodica immunoenzimatica abbinata a un sistema di rilevazione finale in fluorescenza. In caso di risultati discordanti si procedeva, quindi, ad eseguire un test di terzo livello rappresentato da un immunoblot (RecomLine HCV IgG) allestito con antigeni ricombinanti. Per valutare la performance del test VIDAS® Anti-HCV, abbiamo confrontato il numero di immunoblot eseguiti nel corso dell’anno precedente e dell’anno successivo al suo inserimento nella routine diagnostica, rapportando tale valore al numero totale dei test di screening. E’ stata inoltre calcolata la concordanza tra VIDAS® Anti-HCV e RecomLine HCV IgG su un gruppo di 127 sieri selezionaticon valori al test ARCHITECT Anti-HCV compresi tra 0.7 e 7.0 s/co. RISULTATI Nel corso dell’anno antecedente all’introduzione del test VIDAS® Anti-HCV (Luglio 2011-Giugno 2012) sono stati eseguiti 634 immunoblot. Nell’anno successivo (Luglio 2012-Giugno 2013) il numero è sceso a 404. Rapportando tale dato al numero totale di test di screening eseguiti, si rileva un calo significativo in termini percentuali del ricorso all’immunoblot dal 7.5‰ (634/83802) al 4.8‰ (404/83769). La concordanza tra VIDAS® Anti-HCV e RecomLine HCV IgG nel gruppo dei sieri selezionati è stata del 73% (93/127). I risultati border-line al RecomLine HCV IgG sono stati considerati come positivi. CONCLUSIONI Nel nostro contesto l’introduzione del test VIDAS® Anti-HCV, come secondo livello diagnostico per la ricerca di anticorpi anti-HCV, ha consentito una netta riduzione del numero di immunoblot
2014
Atti del XLIII Congresso Nazionale AMCLI
107
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Nardini, P., Foschi, C., Galli, S., Meliconi, M., Landini, M., Furlini, G. (2014). LIMITAZIONE DELL’USO DELL’IMMUNOBLOT PER LA CONFERMA DI ANTICORPI ANTI-HCV DOPO INTRODUZIONE DEL TEST VIDAS® ANTI-HCV.
Nardini, P.; Foschi, C.; Galli, S.; Meliconi, M.G.; Landini, M.P.; Furlini, G.
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