L’IIM è una istituzione dedicata alla formazione manageriale e la sua recente espansione si colloca all’interno di un’esperienza progettuale che si attua attraverso un processo diacronico, in cui è possibile scorgere nuovi riferimenti per la fondazione di un’istituzione universitaria moderna e anticipare una metodologia progettuale pronta a rinnovarsi anche in fasi successive. Il presente contributo intende analizzare l’IIM (Indian Institute of Management) e l’IIMA (Indian Institute of Management Ahmedabad), sua recente espansione, come caso studio. Gli interventi presi in esame stabiliscono, nella loro complessità, una dichiarata volontà di ricercare nella pura disciplina architettonica uno strumento utile a chiarire le differenti relazioni che si instaurano tra istituzione pubblica, programma educativo e disegno urbano. Se l’impostazione generale del campus appare in forma embrionale già nei primi schizzi tracciati da Louis Kahn nel 1962, la realizzazione del complesso prosegue ben oltre la morte dell’architetto avvenuta nel 1974; nel 2001, a seguito di un concorso per il potenziamento dell’istituto, lo studio HCP di Ahmedabad si occuperà del suo progetto di espansione. L’attenzione attribuita da Kahn agli spazi di relazione come parte fondamentale per la vita all’interno della comunità accademica e la sua concretizzazione attraverso l’invenzione di elementi di connessione pensati e misurati per Ahmedabad, appaiono ancora strumenti validi per il progetto contemporaneo. Accettando la sfida di misurarsi con una grande architettura della storia lo studio Patel ha confermato, ancora una volta, le qualità intrinseche e i caratteri universali di alcuni suoi dispositivi. Esplorando e interpretando i temi sviluppati da Kahn, seppur utilizzando espressioni formali distanti dalle originarie, il nuovo campus ha rivelato un profondo legame con il luogo e, al tempo stesso, la ricchezza di temi sperimentabili in contesti non necessariamente indiani. Il superamento della dimensione locale messo in atto dalla varietà di dispositivi incontrati, fanno riflettere sulla necessità che l’istituzione dedichi una particolare attenzione alla definizione degli spazi di relazione. L’università, intesa come il luogo designato a favorire l’incontro e il confronto, dovrebbe essere elevata a sede in cui lo scambio dei saperi e delle culture può trovare una dimensione anche al di fuori delle aule. L’attenzione agli spazi interstiziali, ai percorsi, agli ambiti aperti restituisce la possibilità di configurazioni nuove che, a partire dalle riflessioni proposte, possono porre nuovi interrogativi sul rapporto tra spazio collettivo e università, spazio pubblico e città.

L’AMPLIAMENTO DELL’INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT DI AHMEDABAD E LO SPAZIO DELL’AGGREGAZIONE / ROSSL, STEFANIA. - STAMPA. - (2014), pp. 197-207.

L’AMPLIAMENTO DELL’INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT DI AHMEDABAD E LO SPAZIO DELL’AGGREGAZIONE

ROSSL, STEFANIA
2014

Abstract

L’IIM è una istituzione dedicata alla formazione manageriale e la sua recente espansione si colloca all’interno di un’esperienza progettuale che si attua attraverso un processo diacronico, in cui è possibile scorgere nuovi riferimenti per la fondazione di un’istituzione universitaria moderna e anticipare una metodologia progettuale pronta a rinnovarsi anche in fasi successive. Il presente contributo intende analizzare l’IIM (Indian Institute of Management) e l’IIMA (Indian Institute of Management Ahmedabad), sua recente espansione, come caso studio. Gli interventi presi in esame stabiliscono, nella loro complessità, una dichiarata volontà di ricercare nella pura disciplina architettonica uno strumento utile a chiarire le differenti relazioni che si instaurano tra istituzione pubblica, programma educativo e disegno urbano. Se l’impostazione generale del campus appare in forma embrionale già nei primi schizzi tracciati da Louis Kahn nel 1962, la realizzazione del complesso prosegue ben oltre la morte dell’architetto avvenuta nel 1974; nel 2001, a seguito di un concorso per il potenziamento dell’istituto, lo studio HCP di Ahmedabad si occuperà del suo progetto di espansione. L’attenzione attribuita da Kahn agli spazi di relazione come parte fondamentale per la vita all’interno della comunità accademica e la sua concretizzazione attraverso l’invenzione di elementi di connessione pensati e misurati per Ahmedabad, appaiono ancora strumenti validi per il progetto contemporaneo. Accettando la sfida di misurarsi con una grande architettura della storia lo studio Patel ha confermato, ancora una volta, le qualità intrinseche e i caratteri universali di alcuni suoi dispositivi. Esplorando e interpretando i temi sviluppati da Kahn, seppur utilizzando espressioni formali distanti dalle originarie, il nuovo campus ha rivelato un profondo legame con il luogo e, al tempo stesso, la ricchezza di temi sperimentabili in contesti non necessariamente indiani. Il superamento della dimensione locale messo in atto dalla varietà di dispositivi incontrati, fanno riflettere sulla necessità che l’istituzione dedichi una particolare attenzione alla definizione degli spazi di relazione. L’università, intesa come il luogo designato a favorire l’incontro e il confronto, dovrebbe essere elevata a sede in cui lo scambio dei saperi e delle culture può trovare una dimensione anche al di fuori delle aule. L’attenzione agli spazi interstiziali, ai percorsi, agli ambiti aperti restituisce la possibilità di configurazioni nuove che, a partire dalle riflessioni proposte, possono porre nuovi interrogativi sul rapporto tra spazio collettivo e università, spazio pubblico e città.
2014
STAVECO
197
207
L’AMPLIAMENTO DELL’INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT DI AHMEDABAD E LO SPAZIO DELL’AGGREGAZIONE / ROSSL, STEFANIA. - STAMPA. - (2014), pp. 197-207.
ROSSL, STEFANIA
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