La questione della cittadinanza come relazione, concepita e agìta in uno scenario sempre più ampio, complesso e in costante ridefinizione come quello attuale si riafferma nella sua centralità in questo contributo, che tratta il tema dell’incontro, della relazione e dell’educazione in prospettiva interculturale. Al riguardo, le sfide poste all’universo formativo sono necessariamente plurali, chiamando in causa il riconoscimento e l’esercizio dei diritti, l’apprendimento e l’autoeducazione permanente dei soggetti, il passaggio dall’ospitalità al principio di solidarietà, l’abitare etico in un mondo comune e che accomuni chi lo abita. Affinché la diversità non si traduca in disuguaglianza, è di fondamentale importanza soffermarsi, ab imis, sul “diritto ad avere diritti” di ogni persona, e in qualunque luogo essa si trovi: troppo spesso, infatti – sottolinea l’Autrice – le affermazioni di principio riguardanti i diritti universali e inviolabili sono, nel concreto, disattese; tale constatazione induce non solo l’irrobustimento di una coscienza pluralista, sul piano più strettamente politico, ma anche e soprattutto la promozione e la diffusione di un’educazione degli adulti inclusiva, orientata all’imparare ad imparare, quale precondizione alla possibilitazione e alla capacitazione (nell’accezione di Amartya Sen) come espressioni della libertà di ogni persona per compiere scelte accedendo ad una effettiva pluralità di opzioni, chance e stili di vita. In ciò è ravvisabile un primo passaggio nella transizione dalla multiculturalità all’interculturalità: il dialogo di cui quest’ultima necessita per inverarsi richiede di coltivare in modo permanente competenze e life skills che consentano ad ogni individuo di rispondere alle domande più urgenti poste dalla nostra contemporaneità, quali il rapporto tra etica pubblica e impegno civile, fra tensione morale e cittadinanza attiva, in relazione alla libertà e all’uguaglianza. Un impegno, questo, che sollecita ciascuno ad incontrare e conoscere l’Altro spingendolo ad intrecciare, ibridare e mettere in discussione i saperi della propria tradizione storico-culturale e, con essi, la propria identità, rifiutando a priori la sterile scelta della violenza. In quest’ottica, Gallerani insiste sulla strada della coabitazione inclusiva e plurale, evidenziando il richiamo ad un’educazione al senso dell’impegno radicale corroborato dall’esercizio del coraggio (culturale), della partecipazione, della forza interpretativa, quali strumenti di un pensiero critico eticamente fondato, che consenta di indagare, ancora prima delle ragioni della comprensione, quelle dell’incomprensione tra popoli e culture diverse. In riferimento ad una realtà pulsante che conosce continui flussi migratori, l’Autrice invita a compiere il virtuoso passaggio dalla logica dell’ospitalità a quella della solidarietà, basata, appunto, sulla comprensione e sulla condivisione, che rappresentano a loro volta il fondamento della conoscenza di sé, dell’Altro, del mondo, nel mentre si sottraggono ai diktat del profitto e dell’interesse privato per puntare alla co-costruzione di legami sociali improntati all’uguaglianza dei diritti e alla dignità della persona. L’approdo non può che essere, in conclusione, alla proposta di un abitare etico inteso come un abitare orientato secondo posture di vita autentica che si incardinano su una progettualità prospettata in direzione utopica: ossia ad un’etica del vivere inattuale (perché estranea alle pressioni contingenti inneggianti l’individualismo) e orientata ad una relazione di prossemicità con l’Altro.

L’adulto e le sfide dell’intercultura: tra impegno, responsabilità, progettualità / Gallerani, Manuela. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 105-122.

L’adulto e le sfide dell’intercultura: tra impegno, responsabilità, progettualità

GALLERANI, MANUELA
2015

Abstract

La questione della cittadinanza come relazione, concepita e agìta in uno scenario sempre più ampio, complesso e in costante ridefinizione come quello attuale si riafferma nella sua centralità in questo contributo, che tratta il tema dell’incontro, della relazione e dell’educazione in prospettiva interculturale. Al riguardo, le sfide poste all’universo formativo sono necessariamente plurali, chiamando in causa il riconoscimento e l’esercizio dei diritti, l’apprendimento e l’autoeducazione permanente dei soggetti, il passaggio dall’ospitalità al principio di solidarietà, l’abitare etico in un mondo comune e che accomuni chi lo abita. Affinché la diversità non si traduca in disuguaglianza, è di fondamentale importanza soffermarsi, ab imis, sul “diritto ad avere diritti” di ogni persona, e in qualunque luogo essa si trovi: troppo spesso, infatti – sottolinea l’Autrice – le affermazioni di principio riguardanti i diritti universali e inviolabili sono, nel concreto, disattese; tale constatazione induce non solo l’irrobustimento di una coscienza pluralista, sul piano più strettamente politico, ma anche e soprattutto la promozione e la diffusione di un’educazione degli adulti inclusiva, orientata all’imparare ad imparare, quale precondizione alla possibilitazione e alla capacitazione (nell’accezione di Amartya Sen) come espressioni della libertà di ogni persona per compiere scelte accedendo ad una effettiva pluralità di opzioni, chance e stili di vita. In ciò è ravvisabile un primo passaggio nella transizione dalla multiculturalità all’interculturalità: il dialogo di cui quest’ultima necessita per inverarsi richiede di coltivare in modo permanente competenze e life skills che consentano ad ogni individuo di rispondere alle domande più urgenti poste dalla nostra contemporaneità, quali il rapporto tra etica pubblica e impegno civile, fra tensione morale e cittadinanza attiva, in relazione alla libertà e all’uguaglianza. Un impegno, questo, che sollecita ciascuno ad incontrare e conoscere l’Altro spingendolo ad intrecciare, ibridare e mettere in discussione i saperi della propria tradizione storico-culturale e, con essi, la propria identità, rifiutando a priori la sterile scelta della violenza. In quest’ottica, Gallerani insiste sulla strada della coabitazione inclusiva e plurale, evidenziando il richiamo ad un’educazione al senso dell’impegno radicale corroborato dall’esercizio del coraggio (culturale), della partecipazione, della forza interpretativa, quali strumenti di un pensiero critico eticamente fondato, che consenta di indagare, ancora prima delle ragioni della comprensione, quelle dell’incomprensione tra popoli e culture diverse. In riferimento ad una realtà pulsante che conosce continui flussi migratori, l’Autrice invita a compiere il virtuoso passaggio dalla logica dell’ospitalità a quella della solidarietà, basata, appunto, sulla comprensione e sulla condivisione, che rappresentano a loro volta il fondamento della conoscenza di sé, dell’Altro, del mondo, nel mentre si sottraggono ai diktat del profitto e dell’interesse privato per puntare alla co-costruzione di legami sociali improntati all’uguaglianza dei diritti e alla dignità della persona. L’approdo non può che essere, in conclusione, alla proposta di un abitare etico inteso come un abitare orientato secondo posture di vita autentica che si incardinano su una progettualità prospettata in direzione utopica: ossia ad un’etica del vivere inattuale (perché estranea alle pressioni contingenti inneggianti l’individualismo) e orientata ad una relazione di prossemicità con l’Altro.
2015
Ai confini dell'educazione degli adulti. I limiti, le possibilità, le sfide
105
122
L’adulto e le sfide dell’intercultura: tra impegno, responsabilità, progettualità / Gallerani, Manuela. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 105-122.
Gallerani, Manuela
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