Il contributo analizza il ciclo Fugger, tuttora conservato nel luogo che gli era stato destinato da Hans Fugger: la Speisensaal del Castello di Kirchheim, vicino ad Augusta. Realizzato dal pittore cremonese Vincenzo Campi tra il 1578 e il 1581, è composto da cinque tele con scene di mercato: un mercato di terra: La fruttivendola; tre mercati di acqua: La pescivendola e due quadri con Pescivendoli e un mercato di aria: I pollivendoli. La dettagliata analisi del ciclo evidenzia ben presto il contrasto tra ciò che i quadri danno a vedere e ciò che significano; attraverso le incongruenze/contraddizioni disseminate nei cinque mercati si dispiega lo slittamento di senso dal profano al sacro, dalla “superficie” della pittura di genere alla “profondità” celata della dimensione religiosa. Il tripudio sensoriale che in un primo momento seduce l’osservatore, in realtà allude ad altro; d’altra parte alludere implica sempre un ludere, un travestimento del cibo per dire altro.
Lucia Corrain (2014). Rappresentare il cibo per dire altro. Il ciclo Fugger di Vincenzo Campi. Bologna : Bononia University Press spa.
Rappresentare il cibo per dire altro. Il ciclo Fugger di Vincenzo Campi
CORRAIN, LUCIA
2014
Abstract
Il contributo analizza il ciclo Fugger, tuttora conservato nel luogo che gli era stato destinato da Hans Fugger: la Speisensaal del Castello di Kirchheim, vicino ad Augusta. Realizzato dal pittore cremonese Vincenzo Campi tra il 1578 e il 1581, è composto da cinque tele con scene di mercato: un mercato di terra: La fruttivendola; tre mercati di acqua: La pescivendola e due quadri con Pescivendoli e un mercato di aria: I pollivendoli. La dettagliata analisi del ciclo evidenzia ben presto il contrasto tra ciò che i quadri danno a vedere e ciò che significano; attraverso le incongruenze/contraddizioni disseminate nei cinque mercati si dispiega lo slittamento di senso dal profano al sacro, dalla “superficie” della pittura di genere alla “profondità” celata della dimensione religiosa. Il tripudio sensoriale che in un primo momento seduce l’osservatore, in realtà allude ad altro; d’altra parte alludere implica sempre un ludere, un travestimento del cibo per dire altro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.