Si tratta della traduzione italiana della raccolta di liriche "Mein blaues Klavier" ("Il mio pianoforte azzurro") di Else Lasker-Schüler, accompagnata da un saggio critico. La prima edizione di "Mein blaues Klavier" apparve a Gerusalemme nell'estate del 1943: Lasker-Schüler riunì testi scelti in massima parte fra le liriche scritte durante l'esilio in Svizzera e in Palestina e li presentò in questo suo ultimo libro a stampa, quasi un dono di parole sospese "al filo della vita" nell'atto del congedo. Qui convergono i fili del suo pensiero e della sua vita. Fra i maggiori poeti del Novecento tedesco e della lirica moderna, Lasker-Schüler scrive poesie dalla tessitura lirica perfetta, allusive di rispondenze esistenziali e religiose, con frequenti costrutti metaforici ed ellittici, neologismi. Nei testi: autobiografia, concezioni cosmogonico-religiose desunte dalla tradizione mistica ebraica, le vicende storiche e sue personali di poeta ebreo-tedesca in esilio, il dolore del distacco dagli affetti perduti o dispersi, la vocazione di poetessa ebraica e il dubbio del compito di poeta, la materna lingua poetica e l'azzurra 'tastiera spezzata', metafora della sua poesia. Il saggio "Il gioco dei bottoni", di F. Rosso Chioso, accompagna questi testi entrando nel merito della loro scrittura e dei criteri di scelta lessicale e interpretativa delle traduzioni, del pensiero e della poesia di questa autrice, della sua biografia.
F. Rosso Chioso (2007). Il mio pianoforte azzurro. SAN CESARIO DI LECCE : Piero Manni.
Il mio pianoforte azzurro
ROSSO CHIOSO, FERNANDA
2007
Abstract
Si tratta della traduzione italiana della raccolta di liriche "Mein blaues Klavier" ("Il mio pianoforte azzurro") di Else Lasker-Schüler, accompagnata da un saggio critico. La prima edizione di "Mein blaues Klavier" apparve a Gerusalemme nell'estate del 1943: Lasker-Schüler riunì testi scelti in massima parte fra le liriche scritte durante l'esilio in Svizzera e in Palestina e li presentò in questo suo ultimo libro a stampa, quasi un dono di parole sospese "al filo della vita" nell'atto del congedo. Qui convergono i fili del suo pensiero e della sua vita. Fra i maggiori poeti del Novecento tedesco e della lirica moderna, Lasker-Schüler scrive poesie dalla tessitura lirica perfetta, allusive di rispondenze esistenziali e religiose, con frequenti costrutti metaforici ed ellittici, neologismi. Nei testi: autobiografia, concezioni cosmogonico-religiose desunte dalla tradizione mistica ebraica, le vicende storiche e sue personali di poeta ebreo-tedesca in esilio, il dolore del distacco dagli affetti perduti o dispersi, la vocazione di poetessa ebraica e il dubbio del compito di poeta, la materna lingua poetica e l'azzurra 'tastiera spezzata', metafora della sua poesia. Il saggio "Il gioco dei bottoni", di F. Rosso Chioso, accompagna questi testi entrando nel merito della loro scrittura e dei criteri di scelta lessicale e interpretativa delle traduzioni, del pensiero e della poesia di questa autrice, della sua biografia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.