Le finalità e le motivazioni che hanno portato alla realizzazione di questo monografico dedicato al progetto culturale della “Festa internazionale della Storia” e alle attività denominate “Le radici per volare” condotte dal Centro internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt) dell’Università di Bologna con le scuole e gli insegnanti di ogni ordine e grado, in concorso con le Istituzioni e gli Enti territoriali, scaturiscono dal desiderio di rendere note alcune esperienze di apprendimento attivo della storia e di educazione alla cittadinanza partecipata. E’ diffusa convinzione che la storia sia una materia inutile, noiosa e poco interessante. Ancora oggi l’insegnamento della storia rimane fondato su modalità superate, ridotto a un racconto acritico di fatti che obbliga a passivi apprendimenti mnemonici. L’assunzione della consapevolezza che la “storia siamo noi” trasforma il percorso di apprendimento in un viaggio stimolante e arricchente alla scoperta di se stessi. Essere protagonisti e soggetti attivi nell’apprendimento costituisce una motivazione forte per bambini, ragazzi e adulti, capace di mobilitare tutte le loro energie (F. Cardini). Ciò che contraddistingue la manifestazione è il capitale umano di cui dispone, cioè la partecipazione attiva di centinaia di cittadini che collaborano a vario titolo alla ricerca, alla scoperta e alla diffusione della storia divenendo una comunità di apprendimento. Per usare un termine varato negli anni Settanta negli Stati Uniti, la “Festa” è un esempio di “public history”, di condivisione collettiva di un sapere, di un’esperienza di riflessione storiografica che è essa stessa fonte di ulteriore apprendimento comunitario (B. Borghi). Nelle aule, nei teatri, nei musei, nelle chiese, nelle sale pubbliche, nelle strade e nelle piazze, si affrontano con lezioni, conferenze, dibattiti, concerti, spettacoli e mostre i temi che legano i vissuti personali e collettivi alle vicende presenti e future. Le metodologie che spontaneamente (discovery learning, cooperative learning) si applicano sono di tipo costruttivo perché si basano su un sistema attivo di ricerca e di acquisizione di conoscenze fondato su apporti molteplici che implicano un approccio interculturale e la valorizzazione delle capacità di tutti. E’ una festa, appunto e non un festival, perché nasce dalla città e si rivolge alla città. La multiforme kermesse di eventi a carattere nazionale e internazionale ha reso nel tempo Bologna “capitale della Storia” mettendo in vetrina forme di promozione e diffusione della sua conoscenza condotte in Italia e nel mondo con positive ricadute anche dal punto di vista turistico (G. Prantoni). Infatti, tra gli esiti più importanti raggiunti dalla “Festa” negli ultimi anni sono le nuove prospettive di collaborazione che si sono aperte con città e centri esteri che hanno deciso di promuovere “Feste” analoghe mantenendo Bologna come capofila: dai centri minori della Provincia di Bologna (G.P. Borghi) come Castel San Pietro Terme (L. Collina) alle città di Parma (P. Fabbri) e Milano (P. Bartolini e M. Gusso) e alle realtà europee di Jaén in Spagna (M.C. Diez Bedmar) e prossimamente di Cahors in Francia. Dal 2008 lo storico medievista Jacques Le Goff, recentemente scomparso, ha 6 HER&MUS 14 [VOLUMEN VI, NÚMERO 1], JUNIO - JULIO 2014, PP. 5-6 presentación ufficialmente accettato che sia a lui intitolato il premio internazionale “il portico d’oro” che dal 2009 è conferito a riconoscimento di figure, opere ed eventi che si siano distinte nella diffusione e nella didattica della storia coniugando correttezza, attendibilità ed efficacia comunicativa. Un legame e un premio prestigiosi che rilanciano il ruolo di Bologna come centro di elaborazione e irradiazione della cultura (J. Le Goff, R. Dondarini). Nelle dieci edizioni precedenti (2003-2013) si sono tenuti 2.099 eventi, le presenze sono state complessivamente 405.016, i soggetti attivi (tra relatori, interpreti, coristi, musicisti) sono stati 21.792. Sono dati che si commentano da soli. La qualità degli eventi, la partecipazione di migliaia di protagonisti e l’ingente quantità di presenze l’hanno resa la più grande manifestazione del genere in Europa. A riconoscimento delle sue elevate finalità culturali e della sua qualità scientifica il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso il suo Alto Patronato alla “Festa internazionale della Storia”. Il punto di partenza di queste iniziative è la città e il suo patrimonio, nell’accezione più ampia del termine, è il divenire cittadino attivo attraverso percorsi di educazione alle virtù politiche. La città è di nuovo la protagonista, il luogo dell’identità e quindi spazio di riconoscimento personale che ha la funzione di valorizzare i vissuti, le esperienze, il pensiero dei cittadini: questo patrimonio da vivere nella quotidianità riguarda soprattutto i giovani studenti (R. Balboni) e gli insegnanti (C. De Padova). La città è una “comunità”, un luogo del vivere democratico un percorso in cui l’appartenenza condivisa si costruisce, in cui la partecipazione attiva e culturale viene insegnata, ma soprattutto praticata e vissuta attraverso nuove forme di conoscenza: il teatro, la musica (A. Lorenzoni), la scienza (G.B. Vai), l’arte e l’architettura (M.B. Bettazzi). La storia incontra così il territorio. A chiusura del monografico si riportano le utili riflessioni di P. Furlan e L. Alessandrini che presentano la “Festa” dal punto di vista delle professioni del patrimonio

Le radici per volare. Una festa per la storia / Borghi, Beatrice; Dondarini, Rolando. - In: HERITAGE & MUSEOGRAPHY. - ISSN 2171-3731. - ELETTRONICO. - n. 14 (Junio -Julio), vol. VI, n. 1,:(2014), pp. 5-97.

Le radici per volare. Una festa per la storia

BORGHI, BEATRICE;DONDARINI, ROLANDO
2014

Abstract

Le finalità e le motivazioni che hanno portato alla realizzazione di questo monografico dedicato al progetto culturale della “Festa internazionale della Storia” e alle attività denominate “Le radici per volare” condotte dal Centro internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt) dell’Università di Bologna con le scuole e gli insegnanti di ogni ordine e grado, in concorso con le Istituzioni e gli Enti territoriali, scaturiscono dal desiderio di rendere note alcune esperienze di apprendimento attivo della storia e di educazione alla cittadinanza partecipata. E’ diffusa convinzione che la storia sia una materia inutile, noiosa e poco interessante. Ancora oggi l’insegnamento della storia rimane fondato su modalità superate, ridotto a un racconto acritico di fatti che obbliga a passivi apprendimenti mnemonici. L’assunzione della consapevolezza che la “storia siamo noi” trasforma il percorso di apprendimento in un viaggio stimolante e arricchente alla scoperta di se stessi. Essere protagonisti e soggetti attivi nell’apprendimento costituisce una motivazione forte per bambini, ragazzi e adulti, capace di mobilitare tutte le loro energie (F. Cardini). Ciò che contraddistingue la manifestazione è il capitale umano di cui dispone, cioè la partecipazione attiva di centinaia di cittadini che collaborano a vario titolo alla ricerca, alla scoperta e alla diffusione della storia divenendo una comunità di apprendimento. Per usare un termine varato negli anni Settanta negli Stati Uniti, la “Festa” è un esempio di “public history”, di condivisione collettiva di un sapere, di un’esperienza di riflessione storiografica che è essa stessa fonte di ulteriore apprendimento comunitario (B. Borghi). Nelle aule, nei teatri, nei musei, nelle chiese, nelle sale pubbliche, nelle strade e nelle piazze, si affrontano con lezioni, conferenze, dibattiti, concerti, spettacoli e mostre i temi che legano i vissuti personali e collettivi alle vicende presenti e future. Le metodologie che spontaneamente (discovery learning, cooperative learning) si applicano sono di tipo costruttivo perché si basano su un sistema attivo di ricerca e di acquisizione di conoscenze fondato su apporti molteplici che implicano un approccio interculturale e la valorizzazione delle capacità di tutti. E’ una festa, appunto e non un festival, perché nasce dalla città e si rivolge alla città. La multiforme kermesse di eventi a carattere nazionale e internazionale ha reso nel tempo Bologna “capitale della Storia” mettendo in vetrina forme di promozione e diffusione della sua conoscenza condotte in Italia e nel mondo con positive ricadute anche dal punto di vista turistico (G. Prantoni). Infatti, tra gli esiti più importanti raggiunti dalla “Festa” negli ultimi anni sono le nuove prospettive di collaborazione che si sono aperte con città e centri esteri che hanno deciso di promuovere “Feste” analoghe mantenendo Bologna come capofila: dai centri minori della Provincia di Bologna (G.P. Borghi) come Castel San Pietro Terme (L. Collina) alle città di Parma (P. Fabbri) e Milano (P. Bartolini e M. Gusso) e alle realtà europee di Jaén in Spagna (M.C. Diez Bedmar) e prossimamente di Cahors in Francia. Dal 2008 lo storico medievista Jacques Le Goff, recentemente scomparso, ha 6 HER&MUS 14 [VOLUMEN VI, NÚMERO 1], JUNIO - JULIO 2014, PP. 5-6 presentación ufficialmente accettato che sia a lui intitolato il premio internazionale “il portico d’oro” che dal 2009 è conferito a riconoscimento di figure, opere ed eventi che si siano distinte nella diffusione e nella didattica della storia coniugando correttezza, attendibilità ed efficacia comunicativa. Un legame e un premio prestigiosi che rilanciano il ruolo di Bologna come centro di elaborazione e irradiazione della cultura (J. Le Goff, R. Dondarini). Nelle dieci edizioni precedenti (2003-2013) si sono tenuti 2.099 eventi, le presenze sono state complessivamente 405.016, i soggetti attivi (tra relatori, interpreti, coristi, musicisti) sono stati 21.792. Sono dati che si commentano da soli. La qualità degli eventi, la partecipazione di migliaia di protagonisti e l’ingente quantità di presenze l’hanno resa la più grande manifestazione del genere in Europa. A riconoscimento delle sue elevate finalità culturali e della sua qualità scientifica il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso il suo Alto Patronato alla “Festa internazionale della Storia”. Il punto di partenza di queste iniziative è la città e il suo patrimonio, nell’accezione più ampia del termine, è il divenire cittadino attivo attraverso percorsi di educazione alle virtù politiche. La città è di nuovo la protagonista, il luogo dell’identità e quindi spazio di riconoscimento personale che ha la funzione di valorizzare i vissuti, le esperienze, il pensiero dei cittadini: questo patrimonio da vivere nella quotidianità riguarda soprattutto i giovani studenti (R. Balboni) e gli insegnanti (C. De Padova). La città è una “comunità”, un luogo del vivere democratico un percorso in cui l’appartenenza condivisa si costruisce, in cui la partecipazione attiva e culturale viene insegnata, ma soprattutto praticata e vissuta attraverso nuove forme di conoscenza: il teatro, la musica (A. Lorenzoni), la scienza (G.B. Vai), l’arte e l’architettura (M.B. Bettazzi). La storia incontra così il territorio. A chiusura del monografico si riportano le utili riflessioni di P. Furlan e L. Alessandrini che presentano la “Festa” dal punto di vista delle professioni del patrimonio
2014
93
9772171373009
Le radici per volare. Una festa per la storia / Borghi, Beatrice; Dondarini, Rolando. - In: HERITAGE & MUSEOGRAPHY. - ISSN 2171-3731. - ELETTRONICO. - n. 14 (Junio -Julio), vol. VI, n. 1,:(2014), pp. 5-97.
Borghi, Beatrice; Dondarini, Rolando
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