La responsabilità del fascino che ancora oggi il modello d’architettura esercita nei nostri confronti risiede, molto probabilmente, nella continua oscillazione che esso ci propone tra il suo essere un oggetto fisico reale e il suo costituire una rappresentazione della realtà, e quindi nello stato di precario equilibrio che da questa oscillazione deriva. Al punto da aver sollecitato l’ipotesi che il modello possa anche essere inteso come «qualcos’altro che un primato narrativo di un progetto o un edificio». Intuizione a partire dalla quale Peter Eisenman concepisce, nel 1976, la celebre esposizione Idea as model, supponendo che il modello possa godere di un'esistenza artistica o concettuale sua propria e che questa esistenza possa anche conservare una certa indipendenza rispetto al progetto che il modello rappresenta. Attraversando l’esperienza di ricerca condotta da Eisenman attraverso il “modello assonometrico” della House X che esplicita in modo esemplare la possibile contraddittorietà prodotta dall’introduzione di strumenti di lettura estranei alla realtà del modello e gli interrogativi posti dalla ricerca fotografica sviluppata da Thomas Demand, le cui immagini colme di realismo e, insieme, di artificialità, rimandano a una continua ed inquietante oscillazione tra realtà e rappresentazione, lo scritto individua nell’idea di simultaneità e reciprocità, nel rapporto fra realtà e oggetto, nel significato dell’immagine, il nucleo di interessi da cui nasce la ricerca sulle opere di Pierluigi Nervi condotta attraverso una serie di ricostruzioni, di modelli che aspirano ad una sorta di oggettività visuale. Nella consapevolezza che «nessun modello può comunicare tutto su di un progetto» e che ogni aspetto influisca di fatto sul messaggio che intende veicolare, la ri-costruzione dei progetti di Nervi intende proporre e rivelare con tutta l’evidenza possibile il processo generativo che ha dato origine alle forme, un sistema nascosto di geometrie armonicamente integrate tra loro, che concorrono alla definizione della struttura formale generale, in un certo senso il tema strutturale. Dopotutto, nell’esercizio del comporre, così come nell’analisi di un opera, non sarebbe forse auspicabile riconoscere la logica interna al processo di formazione? Come sostiene Rudolph Arnheim «ascoltando un brano musicale, o guardando una scultura o un dipinto, è necessario cercarne il tema strutturale, lo scheletro, nel quale sta la chiave del suo significato fondamentale».

Modelli: realtà, oggetto, immagine / Gulinello, Francesco. - STAMPA. - (2014), pp. 221-225.

Modelli: realtà, oggetto, immagine

GULINELLO, FRANCESCO
2014

Abstract

La responsabilità del fascino che ancora oggi il modello d’architettura esercita nei nostri confronti risiede, molto probabilmente, nella continua oscillazione che esso ci propone tra il suo essere un oggetto fisico reale e il suo costituire una rappresentazione della realtà, e quindi nello stato di precario equilibrio che da questa oscillazione deriva. Al punto da aver sollecitato l’ipotesi che il modello possa anche essere inteso come «qualcos’altro che un primato narrativo di un progetto o un edificio». Intuizione a partire dalla quale Peter Eisenman concepisce, nel 1976, la celebre esposizione Idea as model, supponendo che il modello possa godere di un'esistenza artistica o concettuale sua propria e che questa esistenza possa anche conservare una certa indipendenza rispetto al progetto che il modello rappresenta. Attraversando l’esperienza di ricerca condotta da Eisenman attraverso il “modello assonometrico” della House X che esplicita in modo esemplare la possibile contraddittorietà prodotta dall’introduzione di strumenti di lettura estranei alla realtà del modello e gli interrogativi posti dalla ricerca fotografica sviluppata da Thomas Demand, le cui immagini colme di realismo e, insieme, di artificialità, rimandano a una continua ed inquietante oscillazione tra realtà e rappresentazione, lo scritto individua nell’idea di simultaneità e reciprocità, nel rapporto fra realtà e oggetto, nel significato dell’immagine, il nucleo di interessi da cui nasce la ricerca sulle opere di Pierluigi Nervi condotta attraverso una serie di ricostruzioni, di modelli che aspirano ad una sorta di oggettività visuale. Nella consapevolezza che «nessun modello può comunicare tutto su di un progetto» e che ogni aspetto influisca di fatto sul messaggio che intende veicolare, la ri-costruzione dei progetti di Nervi intende proporre e rivelare con tutta l’evidenza possibile il processo generativo che ha dato origine alle forme, un sistema nascosto di geometrie armonicamente integrate tra loro, che concorrono alla definizione della struttura formale generale, in un certo senso il tema strutturale. Dopotutto, nell’esercizio del comporre, così come nell’analisi di un opera, non sarebbe forse auspicabile riconoscere la logica interna al processo di formazione? Come sostiene Rudolph Arnheim «ascoltando un brano musicale, o guardando una scultura o un dipinto, è necessario cercarne il tema strutturale, lo scheletro, nel quale sta la chiave del suo significato fondamentale».
2014
Pier Luigi Nervi. Gli stadi per il calcio
221
225
DA
Modelli: realtà, oggetto, immagine / Gulinello, Francesco. - STAMPA. - (2014), pp. 221-225.
Gulinello, Francesco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/527712
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