Quale normativa deve applicare un giudice italiano che rilevi un contrasto tra una norma interna ed una europea? Per sciogliere il dubbio occorre ricordare che i rapporti tra le fonti interne ai vari Stati membri e quelle prodotte dagli organi dell’Unione europea sono il risultato di un dialogo più che quarantennale tra le Corti costituzionali dei Paesi aderenti e la Corte di giustizia delle Comunità europee. Sul versante italiano l’evoluzione giurisprudenziale sul tema è sinte-tizzabile in quattro periodi. Parte della dottrina costituzionalistica ritiene che le pronunce più re-centi della Corte costituzionale abbiano dato vita ad una quarta fase, in cui, insieme al recupero di alcune sue attribuzioni, si ravvisa, quale «ef-fetto collaterale», l’attenuazione del paradigma sulla separazione degli ordinamenti (v. in tal senso gli «ordinamenti coordinati e comunicanti», di cui alla già cit. sentenza n. 389 del 1989). Le decisioni cui si fa riferi-mento sono, in primo luogo, quelle in cui il nostro giudice costituzionale recupera la propria cognizione in ordine alle leggi regionali (sentenza n. 384 del 1994) e statali (sentenze nn. 94, 482 e 520 del 1995) che, ritenute in contrasto con il diritto comunitario, siano impugnate in via principale. In secondo luogo, le pronunce in cui – negandolo a se stessa non conside-randosi autorità giurisdizionale ai sensi del Trattato – la Corte costituzio-nale affida al solo giudice a quo il potere di rimettere le questioni pregiu-diziali sull’interpretazione e la validità degli atti comunitari (ordinanze n. 536 del 1995 e n. 319 del 1996; sentenze n. 399 del 1998 e n. 342 del 1999); in terzo luogo, quelle in cui si afferma che il diritto europeo deve orientare l’interpretazione del diritto nazionale (sentenza n. 190 del 2000). L’altro importante fione interpretativo nasce con l’importante sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco sul Trattato di Maastricht, la quale offre l’esempio di un diverso punto di osservazione sui rapporti tra ordinamen-to costituzionale interno e ordinamento comunitario.

I rapporti tra ordinamento costituzionale e ordinamento comuni-tario. Due punti di vista a confronto / Abrescia M.. - STAMPA. - (2007), pp. 197-209.

I rapporti tra ordinamento costituzionale e ordinamento comuni-tario. Due punti di vista a confronto

ABRESCIA, MICHELE
2007

Abstract

Quale normativa deve applicare un giudice italiano che rilevi un contrasto tra una norma interna ed una europea? Per sciogliere il dubbio occorre ricordare che i rapporti tra le fonti interne ai vari Stati membri e quelle prodotte dagli organi dell’Unione europea sono il risultato di un dialogo più che quarantennale tra le Corti costituzionali dei Paesi aderenti e la Corte di giustizia delle Comunità europee. Sul versante italiano l’evoluzione giurisprudenziale sul tema è sinte-tizzabile in quattro periodi. Parte della dottrina costituzionalistica ritiene che le pronunce più re-centi della Corte costituzionale abbiano dato vita ad una quarta fase, in cui, insieme al recupero di alcune sue attribuzioni, si ravvisa, quale «ef-fetto collaterale», l’attenuazione del paradigma sulla separazione degli ordinamenti (v. in tal senso gli «ordinamenti coordinati e comunicanti», di cui alla già cit. sentenza n. 389 del 1989). Le decisioni cui si fa riferi-mento sono, in primo luogo, quelle in cui il nostro giudice costituzionale recupera la propria cognizione in ordine alle leggi regionali (sentenza n. 384 del 1994) e statali (sentenze nn. 94, 482 e 520 del 1995) che, ritenute in contrasto con il diritto comunitario, siano impugnate in via principale. In secondo luogo, le pronunce in cui – negandolo a se stessa non conside-randosi autorità giurisdizionale ai sensi del Trattato – la Corte costituzio-nale affida al solo giudice a quo il potere di rimettere le questioni pregiu-diziali sull’interpretazione e la validità degli atti comunitari (ordinanze n. 536 del 1995 e n. 319 del 1996; sentenze n. 399 del 1998 e n. 342 del 1999); in terzo luogo, quelle in cui si afferma che il diritto europeo deve orientare l’interpretazione del diritto nazionale (sentenza n. 190 del 2000). L’altro importante fione interpretativo nasce con l’importante sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco sul Trattato di Maastricht, la quale offre l’esempio di un diverso punto di osservazione sui rapporti tra ordinamen-to costituzionale interno e ordinamento comunitario.
2007
Il diritto costituzionale nella giurisprudenza e nelle fonti
197
209
I rapporti tra ordinamento costituzionale e ordinamento comuni-tario. Due punti di vista a confronto / Abrescia M.. - STAMPA. - (2007), pp. 197-209.
Abrescia M.
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