Possiamo essere responsabili per quello che facciamo o la nostra responsabilità è solo esteriore, una suggestione, semplice apparenza? Siamo liberi o ci comportiamo secondo necessità, in base a modalità di funzionamento fisiologiche, registrabili con le più avanzate tecniche diagnostiche? Siamo al cospetto di una delle questioni più cruciali della filosofia di ogni tempo, di una problematica mai risolta; come è proprio di tutte le domande autenticamente filosofiche. Gli ultimi decenni del Novecento hanno visto un nuovo tenace attacco al libero arbitrio e all’idea che si sia moralmente responsabili delle proprie azioni. In molti sostengono che questa sia solo l’ennesima aggressione che si risolverà, come le altre, in una ridefinizione della conoscenza della mente umana e nella conferma della sua capacità di scartare ogni determinismo assoluto. Probabilmente sarà così. Eppure una simile offensiva va indagata, approfondendo la fondatezza e la portata delle scoperte neuroscientifiche. Senza trarre conclusioni affrettate, consapevoli che le neuroscienze coinvolgono la sfera dell’agire in tutta la sua complessità, il libro chiama a raccolta i molti saperi (la neurologia, la bioetica, il diritto penale, la sociologia e la filosofia del diritto, la storia della scienza, la filosofia morale) per chiarire questi interrogativi decisivi e offrire alcune risposte, partendo dal presupposto che solo la convergenza di competenze plurali possa aiutare a individuare soluzioni affidabili anche se non definitive.
Lalatta Costerbosa, M. (2015). Lo spazio della responsabilità. Approdi e limiti delle neuroscienze. Bologna : il Mulino.
Lo spazio della responsabilità. Approdi e limiti delle neuroscienze
LALATTA COSTERBOSA, MARINA
2015
Abstract
Possiamo essere responsabili per quello che facciamo o la nostra responsabilità è solo esteriore, una suggestione, semplice apparenza? Siamo liberi o ci comportiamo secondo necessità, in base a modalità di funzionamento fisiologiche, registrabili con le più avanzate tecniche diagnostiche? Siamo al cospetto di una delle questioni più cruciali della filosofia di ogni tempo, di una problematica mai risolta; come è proprio di tutte le domande autenticamente filosofiche. Gli ultimi decenni del Novecento hanno visto un nuovo tenace attacco al libero arbitrio e all’idea che si sia moralmente responsabili delle proprie azioni. In molti sostengono che questa sia solo l’ennesima aggressione che si risolverà, come le altre, in una ridefinizione della conoscenza della mente umana e nella conferma della sua capacità di scartare ogni determinismo assoluto. Probabilmente sarà così. Eppure una simile offensiva va indagata, approfondendo la fondatezza e la portata delle scoperte neuroscientifiche. Senza trarre conclusioni affrettate, consapevoli che le neuroscienze coinvolgono la sfera dell’agire in tutta la sua complessità, il libro chiama a raccolta i molti saperi (la neurologia, la bioetica, il diritto penale, la sociologia e la filosofia del diritto, la storia della scienza, la filosofia morale) per chiarire questi interrogativi decisivi e offrire alcune risposte, partendo dal presupposto che solo la convergenza di competenze plurali possa aiutare a individuare soluzioni affidabili anche se non definitive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.