Il saggio traccia la storia della caserma Sani a Bologna, erettasecolo sul sito della Commenda di Casaralta alla metà del XIX secolo. Articolato in capitoli, il saggio presenta dapprima il momento della fondazione della caserma Sani come forte appartenente al campo trincerato realizzato su progetto del generale Manfredo Fanti nel 1859, per presentare in seguito il progressivo sviluppo del forte per adattarlo dapprima al piano di estensione della città di Bologna del 1889, e soprattutto tra le due guerre mondiali per trasformarlo in un efficace stabilimento di servizio all'esercito con funzioni di produzione e di deposito dei generi alimentari. Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale vede la caserma, fortemente danneggiata durante la guerra, ridurre progressivamente la sua funzione produttiva in contrasto con il contestuale periodo di risveglio industriale di Bologna che vede la localizzazione nello stesso settore urbano della caserma di diverse industrie meccaniche (Officine di Casaralta, Officine Minganti, Officine Cevolani, ecc.). Negli anni Sessanta l'intero settore urbano della caserma è oggetto di importanti modificazioni indotte dalla costruzione della via di Stalingrado e dell'asse attrezzato della Tangenziale, ed anche dalla localizzazione della Fiera di Bologna oltre la stessa via Stalingrado. Accanto a queste realizzazioni, quel settore urbano è anche oggetto di progetti megastrutturali come il nuovo Centro direzionale di Carlo Aymonino e Pier Luigi Giordani nel 1962-1967, o del Piano per lo sviluppo nord della città di Kenzo Tange nel 1968. A partire dal Piano Regolatore Generale del 1985, l'intero settore urbani della caserma Sani, che nel frattempo ha cessato completamente ogni attività di servizio militare, diviene oggetto della politica di valorizzazione delle periferie perseguita dall'amministrazione comunale. Dagli anni Novanta del XX secolo il settore industriale, ormai svuotato delle attività di produzione, è progressivamente trasformato in una zona di servizi e abitazioni. In questo contesto la caserma Sani appare oggi come un luogo in attesa di un altro futuro. I decenni di abbandono hanno trasformato la caserma isolata e separata da un alto muro dalla città che rapidamente si modificava, in un luogo dal forte carattere, con gli edifici superstiti alla guerra e alle successive demolizioni ora immersi in una nuova vegetazione spontanea che ha suscitato interesse e interrogativi sia da parte degli abitanti che della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici (2007).
Balducci, V. (2015). La caserma Sani e la Bologna moderna (1859-2012). Macerata : Quodlibet.
La caserma Sani e la Bologna moderna (1859-2012)
BALDUCCI, VALTER
2015
Abstract
Il saggio traccia la storia della caserma Sani a Bologna, erettasecolo sul sito della Commenda di Casaralta alla metà del XIX secolo. Articolato in capitoli, il saggio presenta dapprima il momento della fondazione della caserma Sani come forte appartenente al campo trincerato realizzato su progetto del generale Manfredo Fanti nel 1859, per presentare in seguito il progressivo sviluppo del forte per adattarlo dapprima al piano di estensione della città di Bologna del 1889, e soprattutto tra le due guerre mondiali per trasformarlo in un efficace stabilimento di servizio all'esercito con funzioni di produzione e di deposito dei generi alimentari. Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale vede la caserma, fortemente danneggiata durante la guerra, ridurre progressivamente la sua funzione produttiva in contrasto con il contestuale periodo di risveglio industriale di Bologna che vede la localizzazione nello stesso settore urbano della caserma di diverse industrie meccaniche (Officine di Casaralta, Officine Minganti, Officine Cevolani, ecc.). Negli anni Sessanta l'intero settore urbano della caserma è oggetto di importanti modificazioni indotte dalla costruzione della via di Stalingrado e dell'asse attrezzato della Tangenziale, ed anche dalla localizzazione della Fiera di Bologna oltre la stessa via Stalingrado. Accanto a queste realizzazioni, quel settore urbano è anche oggetto di progetti megastrutturali come il nuovo Centro direzionale di Carlo Aymonino e Pier Luigi Giordani nel 1962-1967, o del Piano per lo sviluppo nord della città di Kenzo Tange nel 1968. A partire dal Piano Regolatore Generale del 1985, l'intero settore urbani della caserma Sani, che nel frattempo ha cessato completamente ogni attività di servizio militare, diviene oggetto della politica di valorizzazione delle periferie perseguita dall'amministrazione comunale. Dagli anni Novanta del XX secolo il settore industriale, ormai svuotato delle attività di produzione, è progressivamente trasformato in una zona di servizi e abitazioni. In questo contesto la caserma Sani appare oggi come un luogo in attesa di un altro futuro. I decenni di abbandono hanno trasformato la caserma isolata e separata da un alto muro dalla città che rapidamente si modificava, in un luogo dal forte carattere, con gli edifici superstiti alla guerra e alle successive demolizioni ora immersi in una nuova vegetazione spontanea che ha suscitato interesse e interrogativi sia da parte degli abitanti che della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici (2007).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.