La parte più consistente - e più rilevante sotto il profilo concettuale - delle occorrenze del lemma e della sua costellazione semantica risulta saldamente connessa alla convinzione bruniana che fra idolatria e religione ebraico-cristiana sussista un legame organico e profondo. Si tratta di una convinzione che emerge già negli anni del convento e che sarà tematizzata in forme assai esplicite e intense nelle pagine del terzo dialogo dello Spaccio de la bestia trionfante. Qui Bruno punta a rovesciare sul giudeo-cristianesimo l'antica accusa di idolatria rivlta ai culti dei gentili, illustrando la differenza che corre fra le religioni che pretendono di fondarsi sopra rivelazioni divine e quelle che sono invece stabilite «sopra la ragione naturale e rationale, come li antichi idolatri». A suo giudizio, infatti, la profonda sapienza magico-religiosa propria in passato dell'umanità - e celebrata al suo più alto grado dalla zoolatria della religione egiziana - stabiliva fra Dio e gli uomini una comunicazione feconda e palpitante di vita, in un circolo virtuoso in grado di collegare direttamente piano degli enti naturali e principio divino, senza bisogno di alcuna forma di mediazione, se non sul piano simbolico. Mentre i culti ebraico-cristiani sono il prodotto di un'incomprensione rovinosa della natura quale espressione vivente della divinità.
Scapparone, E. (2014). Idolatria (idololatria). Pisa-Firenze : Edizioni della Normale-Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.
Idolatria (idololatria)
SCAPPARONE, ELISABETTA
2014
Abstract
La parte più consistente - e più rilevante sotto il profilo concettuale - delle occorrenze del lemma e della sua costellazione semantica risulta saldamente connessa alla convinzione bruniana che fra idolatria e religione ebraico-cristiana sussista un legame organico e profondo. Si tratta di una convinzione che emerge già negli anni del convento e che sarà tematizzata in forme assai esplicite e intense nelle pagine del terzo dialogo dello Spaccio de la bestia trionfante. Qui Bruno punta a rovesciare sul giudeo-cristianesimo l'antica accusa di idolatria rivlta ai culti dei gentili, illustrando la differenza che corre fra le religioni che pretendono di fondarsi sopra rivelazioni divine e quelle che sono invece stabilite «sopra la ragione naturale e rationale, come li antichi idolatri». A suo giudizio, infatti, la profonda sapienza magico-religiosa propria in passato dell'umanità - e celebrata al suo più alto grado dalla zoolatria della religione egiziana - stabiliva fra Dio e gli uomini una comunicazione feconda e palpitante di vita, in un circolo virtuoso in grado di collegare direttamente piano degli enti naturali e principio divino, senza bisogno di alcuna forma di mediazione, se non sul piano simbolico. Mentre i culti ebraico-cristiani sono il prodotto di un'incomprensione rovinosa della natura quale espressione vivente della divinità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.