L’analisi dell’opera cinematografica degli anni ’70, “Lenny” (regia di Bob Fosse e attore protagonista Dustin Hoffman) ha consentito di rilevare come la frequenza ripetitiva e stereotipata di espressioni spesso triviali possa da un lato incidere sull’uso linguistico, consolidando atteggiamenti aggressivi e negativi nei confronti dell’altro, ma possa talvolta avere anche funzioni “sociali”. Nella prima parte del contributo viene tracciata una sommaria sintesi del fenomeno del turpiloquio, evidenziandone l’uso specifico nel testo filmico da noi prescelto, mentre nella seconda parte ci soffermeremo con più attenzione sulla forma e sulle funzioni degli insulti etnici proferiti dal protagonista con intenzione provocatoria in una scena particolarmente avvincente della pellicola. Comparando le diverse versioni linguistiche del DVD e analizzando le traduzioni di queste ingiurie razziali (operate sia nei doppiaggi che nei sottotitoli) abbiamo illustrato le molte incongruenze traduttive e le conseguenti ricadute sullo spettatore che viene così fuorviato dal significato del testo originale. Abbiamo infine tentato di dimostrare come la riflessione sull’uso provocatorio ed ironico delle “taboo words” e sulla nocività di certi comportamenti sociali e linguistici possa servire da punto di partenza per una reazione mirata all’impegno civile.
P. Nobili (2007). Indignazione e satira nel film ‘Lenny’. Dalla parolaccia all’insulto etnico “tradotto“. ROMA : Aracne.
Indignazione e satira nel film ‘Lenny’. Dalla parolaccia all’insulto etnico “tradotto“
NOBILI, PAOLA
2007
Abstract
L’analisi dell’opera cinematografica degli anni ’70, “Lenny” (regia di Bob Fosse e attore protagonista Dustin Hoffman) ha consentito di rilevare come la frequenza ripetitiva e stereotipata di espressioni spesso triviali possa da un lato incidere sull’uso linguistico, consolidando atteggiamenti aggressivi e negativi nei confronti dell’altro, ma possa talvolta avere anche funzioni “sociali”. Nella prima parte del contributo viene tracciata una sommaria sintesi del fenomeno del turpiloquio, evidenziandone l’uso specifico nel testo filmico da noi prescelto, mentre nella seconda parte ci soffermeremo con più attenzione sulla forma e sulle funzioni degli insulti etnici proferiti dal protagonista con intenzione provocatoria in una scena particolarmente avvincente della pellicola. Comparando le diverse versioni linguistiche del DVD e analizzando le traduzioni di queste ingiurie razziali (operate sia nei doppiaggi che nei sottotitoli) abbiamo illustrato le molte incongruenze traduttive e le conseguenti ricadute sullo spettatore che viene così fuorviato dal significato del testo originale. Abbiamo infine tentato di dimostrare come la riflessione sull’uso provocatorio ed ironico delle “taboo words” e sulla nocività di certi comportamenti sociali e linguistici possa servire da punto di partenza per una reazione mirata all’impegno civile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.