Nel libro di Calvino “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, è descritta l’esperienza della lettura e della narrazione come un viaggio attraverso una serie di “romanzi nel romanzo”, in cui il lettore passa dal ruolo di spettatore a quello di protagonista. Similmente, l’approccio concettuale e la strategia di progetto per il tema delle fermate e piccole stazioni è stato una stratificazione interconnessa di una serie di tematiche, di “concept nel concept": pervasività spaziale e mediatica: ovvero il network immersivo come paradigma insediativo e narrativo: le fermate e le stazioni sono nodi di una rete interconnessa, fisica e mediatica allo stesso tempo; allo stesso modo gli utenti diventano parti attive e interagenti del sistema grazie alla tecnologia mobile. Toccando una o più fermate il viaggiatore si ritrova protagonista di una narrazione a tappe, fatta di episodi simili, ognuno con la propria individualità ma tutti appartenenti ad una unica storia; percezione ed uso: il momento dell’attesa non è mai un momento. E’ un tempo dilatato, vissuto passivamente. Fluidificando questo tempo attraverso l’introduzione di possibili attività in uno spazio flessibile e adattabile ad esse, aspettare resta solamente la più noiosa delle opzioni; porosità: Le strutture porose si adattano gradatamente alle variazioni delle condizioni ambientali, discretizzando e disperdendo in sciame continuo la rigidità del rapporto pieno-vuoto. In questo modo il rapporto con elementi quali luce, vista, trasparenza e pieno esula dal dualismo degli estremi radicalizzando l’uso delle superfici come sfondi tematici a porosità variabile; eco-tech design: il verde è una componente ciclica, usata come interfaccia stazione-esterno, per ricreare un “habitat” allo stesso tempo autoctono e connesso con il contesto grazie all’uso di essenze locali. I micro-giardini diventano elemento di intermediazione e trasparenza, oltre che di controllo ambientale, ridefinendo così in maniera più mediata i rapporti “dentro-fuori”. L’utilizzo di forme di energia “naturale” (film a celle fotovoltaiche nelle coperture e riciclo dell’acqua piovana per l’uso nei servizi o nel raffrescamento estivo delle pareti degli ambienti chiusi) unito alla tecnologia (illuminazione regolata dai sensori di presenza) favorisce una strategia di energy-saving. territorialità: una matrice aperta per adattarsi al territorio, poter crescere ed adattarsi e risolvere anche le richieste formali. Una grammatica per parlare all’utenza e all’ambiente. A partire da queste considerazioni si è adottata una griglia a base esagonale, sulla quale hanno agito le considerazioni su porosità, economia, luce, integrazione, immagine. Dall’impianto modulare e componibile degli elementi chiusi e dei microgiardini, ai pannelli che formano le pareti fino agli elementi di arredo che favoriscono relazionalità e flessibilità degli spazi, ogni piccolo elemento è stato concepito come una parte di un unico paesaggio.
A. Erioli, S. Dosi, C. Cirolli (2007). Se una notte d'inverno un viaggiatore.
Se una notte d'inverno un viaggiatore
ERIOLI, ALESSIO;DOSI, STEFANO;
2007
Abstract
Nel libro di Calvino “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, è descritta l’esperienza della lettura e della narrazione come un viaggio attraverso una serie di “romanzi nel romanzo”, in cui il lettore passa dal ruolo di spettatore a quello di protagonista. Similmente, l’approccio concettuale e la strategia di progetto per il tema delle fermate e piccole stazioni è stato una stratificazione interconnessa di una serie di tematiche, di “concept nel concept": pervasività spaziale e mediatica: ovvero il network immersivo come paradigma insediativo e narrativo: le fermate e le stazioni sono nodi di una rete interconnessa, fisica e mediatica allo stesso tempo; allo stesso modo gli utenti diventano parti attive e interagenti del sistema grazie alla tecnologia mobile. Toccando una o più fermate il viaggiatore si ritrova protagonista di una narrazione a tappe, fatta di episodi simili, ognuno con la propria individualità ma tutti appartenenti ad una unica storia; percezione ed uso: il momento dell’attesa non è mai un momento. E’ un tempo dilatato, vissuto passivamente. Fluidificando questo tempo attraverso l’introduzione di possibili attività in uno spazio flessibile e adattabile ad esse, aspettare resta solamente la più noiosa delle opzioni; porosità: Le strutture porose si adattano gradatamente alle variazioni delle condizioni ambientali, discretizzando e disperdendo in sciame continuo la rigidità del rapporto pieno-vuoto. In questo modo il rapporto con elementi quali luce, vista, trasparenza e pieno esula dal dualismo degli estremi radicalizzando l’uso delle superfici come sfondi tematici a porosità variabile; eco-tech design: il verde è una componente ciclica, usata come interfaccia stazione-esterno, per ricreare un “habitat” allo stesso tempo autoctono e connesso con il contesto grazie all’uso di essenze locali. I micro-giardini diventano elemento di intermediazione e trasparenza, oltre che di controllo ambientale, ridefinendo così in maniera più mediata i rapporti “dentro-fuori”. L’utilizzo di forme di energia “naturale” (film a celle fotovoltaiche nelle coperture e riciclo dell’acqua piovana per l’uso nei servizi o nel raffrescamento estivo delle pareti degli ambienti chiusi) unito alla tecnologia (illuminazione regolata dai sensori di presenza) favorisce una strategia di energy-saving. territorialità: una matrice aperta per adattarsi al territorio, poter crescere ed adattarsi e risolvere anche le richieste formali. Una grammatica per parlare all’utenza e all’ambiente. A partire da queste considerazioni si è adottata una griglia a base esagonale, sulla quale hanno agito le considerazioni su porosità, economia, luce, integrazione, immagine. Dall’impianto modulare e componibile degli elementi chiusi e dei microgiardini, ai pannelli che formano le pareti fino agli elementi di arredo che favoriscono relazionalità e flessibilità degli spazi, ogni piccolo elemento è stato concepito come una parte di un unico paesaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.