La proposta progettuale per un corpus degli atti giudiziari in Italia del secolo XII parte da una serie di ricerche che da tempo i membri delle unità locali stanno portando avanti sul tema della giustizia nei secoli XII e XIII. In particolare nel convegno tenuto presso l’Istituto germanico in Roma l’11 ottobre 2006 sono state elaborate alcune ipotesi forti di ricerca da parte di alcuni membri del progetto (Lazzari, Milani, Provero, Vallerani) che offrono numerosi spunti anche per la proposta che si presenta. Come punto di partenza si può ipotizzare che sulla giustizia nella prima età comunale si accentrassero una serie di funzioni diverse e fondative della stessa natura politica collettiva e comunitaria delle istituzioni cittadine. La giustizia consolare identificava un territorio preciso dove esercitare la iurisdictio, si rivolgeva ai residenti identificandoli come districtabiles, esigeva un riconoscimento esplicito in termini di obbedienza, ma forniva anche protezione e mediazione ai soggetti che ne accettavano le disposizioni. L’elemento procedurale rappresenta in tal senso un punto centrale della giustizia del secolo XII. In una visione non finalistica della storia, non possiamo partire da una predisposizione naturale delle corti cittadine all’adozione del processo, dell’ordo iudiciarius, così come fu elaborato nel corso del secolo XII da giuristi laici ed ecclesiastici. Esistevano altre procedure e altre corti in aperta concorrenza tra di esse e nulla indicava una superiorità “funzionale” del processo in grado di imporlo senza sforzi sulle altre forme di risoluzione dei conflitti. Per indagare come e attraverso quali strumenti ciò avvenne Si rende necessarioa in primo luogo un’opera di censimento degli atti giudiziari in senso ampio, a partire dal molto e dispersissimo edito e da quei fondi inediti che con maggiore probabilità conservano documenti giudiziari pubblici. Si deve in altre parole ricostruire un quadro complessivo degli atti giurisdizionali secondo tre macrosettori di indagini che saranno scomposti in fase di schedatura e di marcatura elettronica dei testi: a) le dimensioni dell’attività giudiziaria e le forme di manifestazione della funzione giudiziaria delle istituzioni cittadine: quante sentenze, a quali e quantie tipologie di confronto rimandano – processi, arbitrati, accordi, inquisitiones; b ) la natura delle liti, le parti (chi domanda giustizia e chi si difende), la funzione dei giudici e la partecipazione di personale specializzato; c) gli argomenti usati, la presenza di motivazioni giuridiche, le prove accettate, le soluzioni preferite dai tribunali. Da questo esame comparativo sul piano geografico, cronologico e tipologico (fonti simili di luoghi diversi comprese nello stesso arco temporale), dovremmo riuscire a cogliere meglio le forze dinamiche che hanno condizionato l’assetto della giustizia pubblica nel medioevo centrale: quali gruppi politici e quali istituzioni hanno favorito l’assestarsi di un sistema basato sul processo pubblico; perchèé il processo, che coesiste con altri sistemi ma in una posizione gerarchica ormai prevalente, è diventato il metodo più diffuso per rendere e chiedere giustizia; su quali cause e con quali argomenti si è costruita nel tempo la prevalenza politica della giustizia pubblica. Più in generale interessa capire in quale modo il sistema giudiziario si fosse adattato a svolgere funzioni molto diverse ma non per questo contraddittorie. Dei compiti istituzionali assunti dal primo comune, la giustizia rappresenta forse l’ambito più dinamico, più politicamente funzionale a creare un collegamento stabile fra istituzioni e cives, secondo una prassi di interazione che dava al comune un potere di governo e di controllo sulla collettività, ma imponeva alle stesse istituzioni una procedura aperta, non coercitiva né unilaterale. In altre parole dovremmo capire come l’apparato giudiziario sia divenuto uno strumento di integrazione e di sottomissione degli appart...

T. Lazzari, Jean-Claude Maire Vigueur (2007). La documentazione giudiziaria del XII secolo.

La documentazione giudiziaria del XII secolo

LAZZARI, TIZIANA;
2007

Abstract

La proposta progettuale per un corpus degli atti giudiziari in Italia del secolo XII parte da una serie di ricerche che da tempo i membri delle unità locali stanno portando avanti sul tema della giustizia nei secoli XII e XIII. In particolare nel convegno tenuto presso l’Istituto germanico in Roma l’11 ottobre 2006 sono state elaborate alcune ipotesi forti di ricerca da parte di alcuni membri del progetto (Lazzari, Milani, Provero, Vallerani) che offrono numerosi spunti anche per la proposta che si presenta. Come punto di partenza si può ipotizzare che sulla giustizia nella prima età comunale si accentrassero una serie di funzioni diverse e fondative della stessa natura politica collettiva e comunitaria delle istituzioni cittadine. La giustizia consolare identificava un territorio preciso dove esercitare la iurisdictio, si rivolgeva ai residenti identificandoli come districtabiles, esigeva un riconoscimento esplicito in termini di obbedienza, ma forniva anche protezione e mediazione ai soggetti che ne accettavano le disposizioni. L’elemento procedurale rappresenta in tal senso un punto centrale della giustizia del secolo XII. In una visione non finalistica della storia, non possiamo partire da una predisposizione naturale delle corti cittadine all’adozione del processo, dell’ordo iudiciarius, così come fu elaborato nel corso del secolo XII da giuristi laici ed ecclesiastici. Esistevano altre procedure e altre corti in aperta concorrenza tra di esse e nulla indicava una superiorità “funzionale” del processo in grado di imporlo senza sforzi sulle altre forme di risoluzione dei conflitti. Per indagare come e attraverso quali strumenti ciò avvenne Si rende necessarioa in primo luogo un’opera di censimento degli atti giudiziari in senso ampio, a partire dal molto e dispersissimo edito e da quei fondi inediti che con maggiore probabilità conservano documenti giudiziari pubblici. Si deve in altre parole ricostruire un quadro complessivo degli atti giurisdizionali secondo tre macrosettori di indagini che saranno scomposti in fase di schedatura e di marcatura elettronica dei testi: a) le dimensioni dell’attività giudiziaria e le forme di manifestazione della funzione giudiziaria delle istituzioni cittadine: quante sentenze, a quali e quantie tipologie di confronto rimandano – processi, arbitrati, accordi, inquisitiones; b ) la natura delle liti, le parti (chi domanda giustizia e chi si difende), la funzione dei giudici e la partecipazione di personale specializzato; c) gli argomenti usati, la presenza di motivazioni giuridiche, le prove accettate, le soluzioni preferite dai tribunali. Da questo esame comparativo sul piano geografico, cronologico e tipologico (fonti simili di luoghi diversi comprese nello stesso arco temporale), dovremmo riuscire a cogliere meglio le forze dinamiche che hanno condizionato l’assetto della giustizia pubblica nel medioevo centrale: quali gruppi politici e quali istituzioni hanno favorito l’assestarsi di un sistema basato sul processo pubblico; perchèé il processo, che coesiste con altri sistemi ma in una posizione gerarchica ormai prevalente, è diventato il metodo più diffuso per rendere e chiedere giustizia; su quali cause e con quali argomenti si è costruita nel tempo la prevalenza politica della giustizia pubblica. Più in generale interessa capire in quale modo il sistema giudiziario si fosse adattato a svolgere funzioni molto diverse ma non per questo contraddittorie. Dei compiti istituzionali assunti dal primo comune, la giustizia rappresenta forse l’ambito più dinamico, più politicamente funzionale a creare un collegamento stabile fra istituzioni e cives, secondo una prassi di interazione che dava al comune un potere di governo e di controllo sulla collettività, ma imponeva alle stesse istituzioni una procedura aperta, non coercitiva né unilaterale. In altre parole dovremmo capire come l’apparato giudiziario sia divenuto uno strumento di integrazione e di sottomissione degli appart...
2007
T. Lazzari, Jean-Claude Maire Vigueur (2007). La documentazione giudiziaria del XII secolo.
T. Lazzari; Jean-Claude Maire Vigueur
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