Un Requiem laico è un luogo d'incontro tra quattro musicisti e cantori che operano nel mondo del canto tradizionale, specificamente dedicato ai temi della memoria e ai luoghi e alle voci che testimoniano di un passato che rimane fra noi. Nel canto tradizionale la memoria diventa e ridiventa costantemente un atto di sopravvivenza, di consapevolezza e di creatività, una forma di forza critica che fa emergere i nodi problematici della storia e delle storie degli uomini, spesso ponendosi come grido di protesta contro la sofferenza e l'ingiustizia. Ponendosi sulla frontiera nel confronto tra continuità e discontinuità rispetto a ciò che siamo stati, esso preserva per sua natura dai pericoli di una memoria protesa verso il passato per mitizzarlo o cristallizzarlo. Requiem laico auspica e realizza una pratica della memoria per sua natura fluida, liquida e in costante ridefinizione. Il repertorio attinge da un lato alla tradizione popolare e propone dall'altro brani d'autore che intendono a loro volta diventare parte di questa "tradizione che si tradiziona". I brani tradizionali rappresentano un incontro tra geografie della memoria e prospettive di ascolto tra luoghi distanti: canti tradizionali emiliani, canti di lamentazione siciliani, canti processionali e brani d'autore. Anche l'incontro di strumenti e di voci è a sua volta un lavoro sulla tradizione che "si fa memoria": canti monodici, canti d'improvvisazione, voci a cappella, modalità melodiche tipiche del maggio drammatico tosco-emiliano; e, tra gli strumenti, l'arpa popolare, i flauti, gli strumenti a corda e a percussione del Mediterraneo orientale e numerosi altri.
Benozzo, F., Bonvicini, F.M., Mancuso, E. (2015). Un Requiem Laico.
Un Requiem Laico
BENOZZO, FRANCESCO;
2015
Abstract
Un Requiem laico è un luogo d'incontro tra quattro musicisti e cantori che operano nel mondo del canto tradizionale, specificamente dedicato ai temi della memoria e ai luoghi e alle voci che testimoniano di un passato che rimane fra noi. Nel canto tradizionale la memoria diventa e ridiventa costantemente un atto di sopravvivenza, di consapevolezza e di creatività, una forma di forza critica che fa emergere i nodi problematici della storia e delle storie degli uomini, spesso ponendosi come grido di protesta contro la sofferenza e l'ingiustizia. Ponendosi sulla frontiera nel confronto tra continuità e discontinuità rispetto a ciò che siamo stati, esso preserva per sua natura dai pericoli di una memoria protesa verso il passato per mitizzarlo o cristallizzarlo. Requiem laico auspica e realizza una pratica della memoria per sua natura fluida, liquida e in costante ridefinizione. Il repertorio attinge da un lato alla tradizione popolare e propone dall'altro brani d'autore che intendono a loro volta diventare parte di questa "tradizione che si tradiziona". I brani tradizionali rappresentano un incontro tra geografie della memoria e prospettive di ascolto tra luoghi distanti: canti tradizionali emiliani, canti di lamentazione siciliani, canti processionali e brani d'autore. Anche l'incontro di strumenti e di voci è a sua volta un lavoro sulla tradizione che "si fa memoria": canti monodici, canti d'improvvisazione, voci a cappella, modalità melodiche tipiche del maggio drammatico tosco-emiliano; e, tra gli strumenti, l'arpa popolare, i flauti, gli strumenti a corda e a percussione del Mediterraneo orientale e numerosi altri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


