La rigidità delle arterie è alla base di numerose complicanze ed eventi cardiovascolari, nonché il principale responsabile della malattia aterosclerotica e dei piccoli vasi. Scopo del nostro studio è stato quello di validare la misurazione di Pulse Wave Velocity (PWV) e Augmentation Index (AI) come procedura applicabile nella pratica clinica quotidiana per la valutazione della rigidità arteriosa. Il nostro lavoro ha coinvolto 45 soggetti sani volontari (23 giovani, età media 24±3 anni, e 22 adulti, età media 55±3 anni) e 10 pazienti (64±12 anni) con fibrillazione atriale sottoposti a cardioversione elettrica esterna. Le derivazioni periferiche dell’elettrocardiogramma e i flussi arteriosi carotideo e femorale sono stati registrati mediante strumentazione commerciale standard; il polso di pressione radiale è stato prelevato mediante un tonometro (Millar). Tutta la strumentazione è stata interfacciata con un computer per consentire la visualizzazione, la memorizzazione e la successiva elaborazione dei segnali. PWV è stato calcolato come rapporto tra la distanza tra la fossetta giugulare e la congiungente le due spine iliache antero-superiori ed il ritardo della propagazione del flusso tra i siti considerati. L’AI aortico è stato derivato dalla tonometria radiale e dalla pressione sanguigna periferica brachiale utilizzando una funzione matematica di trasferimento già validata e pubblicata[1]. I valori ottenuti di PWV ed AI sono stati correlati ad età, sesso e pressione arteriosa. I soggetti patologici sono stati sottoposti a queste indagini prima e dopo la cardioversione per valutare eventuali modifiche indotte dalla terapia. AI aumenta significativamente con l’età (p=0,03) mentre è indipendente dal sesso. PWV è maggiore nei maschi ed aumenta con l’età (p=0,08). I pazienti con FA presentano valori di AI più alti rispetto agli adulti sani (p<0,001), mentre non abbiamo evidenziato differenze significative sia per AI sia per PWV tra i valori ottenuti prima e dopo la cardioversione. Ciò può essere dovuto alla persistenza dell’adattamento instauratosi nel sistema cardiocircolatorio a causa della patologia. In conclusione, la valutazione di PWV ed AI potrebbe essere uno strumento utile per ottenere un quadro più completo del sistema cardiovascolare di un soggetto anche se sono necessari ulteriori studi a supporto di ciò La semplicità, velocità di esecuzione e la non-invasività delle metodiche renderebbero le stesse fruibili nella pratica clinica quotidiana e ben accette ai pazienti. 1. Karamanoglu M, O’Rourke MF et al.: An analysis of the relationship between central aortic and peripheral upper limb pressure waves in man. Eur Heart J 1993; 14: 160-167.

I. Corazza, E. Tartagni, R. Zannoli (2007). Validazione di Pulse Wave Velocity e Augmentation Index come metodiche per la valutazione non invasiva della rigidità arteriosa. S.N. : s.n.

Validazione di Pulse Wave Velocity e Augmentation Index come metodiche per la valutazione non invasiva della rigidità arteriosa

CORAZZA, IVAN;ZANNOLI, ROMANO
2007

Abstract

La rigidità delle arterie è alla base di numerose complicanze ed eventi cardiovascolari, nonché il principale responsabile della malattia aterosclerotica e dei piccoli vasi. Scopo del nostro studio è stato quello di validare la misurazione di Pulse Wave Velocity (PWV) e Augmentation Index (AI) come procedura applicabile nella pratica clinica quotidiana per la valutazione della rigidità arteriosa. Il nostro lavoro ha coinvolto 45 soggetti sani volontari (23 giovani, età media 24±3 anni, e 22 adulti, età media 55±3 anni) e 10 pazienti (64±12 anni) con fibrillazione atriale sottoposti a cardioversione elettrica esterna. Le derivazioni periferiche dell’elettrocardiogramma e i flussi arteriosi carotideo e femorale sono stati registrati mediante strumentazione commerciale standard; il polso di pressione radiale è stato prelevato mediante un tonometro (Millar). Tutta la strumentazione è stata interfacciata con un computer per consentire la visualizzazione, la memorizzazione e la successiva elaborazione dei segnali. PWV è stato calcolato come rapporto tra la distanza tra la fossetta giugulare e la congiungente le due spine iliache antero-superiori ed il ritardo della propagazione del flusso tra i siti considerati. L’AI aortico è stato derivato dalla tonometria radiale e dalla pressione sanguigna periferica brachiale utilizzando una funzione matematica di trasferimento già validata e pubblicata[1]. I valori ottenuti di PWV ed AI sono stati correlati ad età, sesso e pressione arteriosa. I soggetti patologici sono stati sottoposti a queste indagini prima e dopo la cardioversione per valutare eventuali modifiche indotte dalla terapia. AI aumenta significativamente con l’età (p=0,03) mentre è indipendente dal sesso. PWV è maggiore nei maschi ed aumenta con l’età (p=0,08). I pazienti con FA presentano valori di AI più alti rispetto agli adulti sani (p<0,001), mentre non abbiamo evidenziato differenze significative sia per AI sia per PWV tra i valori ottenuti prima e dopo la cardioversione. Ciò può essere dovuto alla persistenza dell’adattamento instauratosi nel sistema cardiocircolatorio a causa della patologia. In conclusione, la valutazione di PWV ed AI potrebbe essere uno strumento utile per ottenere un quadro più completo del sistema cardiovascolare di un soggetto anche se sono necessari ulteriori studi a supporto di ciò La semplicità, velocità di esecuzione e la non-invasività delle metodiche renderebbero le stesse fruibili nella pratica clinica quotidiana e ben accette ai pazienti. 1. Karamanoglu M, O’Rourke MF et al.: An analysis of the relationship between central aortic and peripheral upper limb pressure waves in man. Eur Heart J 1993; 14: 160-167.
2007
XIV Congresso Nazionale della Società Italiana di ricerche Cardiovascolari (SIRC) con la partecipazione di Istituto Nazionale per le Ricerche Cradiovarescolari (INRC)
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I. Corazza, E. Tartagni, R. Zannoli (2007). Validazione di Pulse Wave Velocity e Augmentation Index come metodiche per la valutazione non invasiva della rigidità arteriosa. S.N. : s.n.
I. Corazza; E. Tartagni; R. Zannoli
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