L’articola presenta alcuni modelli di welfare aziendale a Bologna. Il contributo si pone due obiettivi. Il primo è di tipo conoscitivo-esplorativo: la letteratura sull’argomento si concentra sulla presentazione di singoli case studies; il tentativo di questo articolo è, invece, quello di superare questo livello di analisi per indicare le caratteristiche iterative dell’agire delle imprese come nuovi attori di welfare. Il paper individua le culture, gli strumenti, le modalità organizzative, le relazioni con cui prende forma il welfare aziendale a Bologna. Il secondo obiettivo è, invece, di ordine pratico-operativo: a partire dai punti di forza e di debolezza dei modelli individuati si valutano le condizioni di diffusione del fenomeno, le possibilità di sviluppare reti tra attori pubblici e privati e i vettori di integrazione del welfare di impresa nel contesto più ampio del welfare locale. Per rispondere a questi obiettivi l’articolo è strutturato in quattro parti. Nella prima si evidenziano gli elementi che caratterizzano la diffusione del welfare aziendale. L’interesse è quello di capire quali variabili caratterizzano l’agire delle imprese come nuovi attori della produzione di welfare per i propri dipendenti e le loro famiglie. Nella seconda parte, dedicata alla metodologia della ricerca, si illustrano gli strumenti qualitativi di raccolta dati (in particolare lo studio di caso), si motiva la scelta delle variabili e la loro operativizzazione. Gli items individuati sono cinque: le misure di welfare, i loro processi di realizzazione, le relazioni con i sindacati, i rapporti con gli stakeholders esterni, la cultura di impresa. Infine, si identificano le basi metodologiche che giustificano la creazione di modelli. La terza parte è dedicata alla presentazione analitica dei modelli di welfare aziendale, costruita a partire da dieci casi aziendali bolognesi. Dalla raccolta e dallo studio dei dati emergono cinque tipologie etichettate come: welfare aziendale dell’investimento sociale, performativo, concertativo, applicativo e individualizzato. Le conclusioni discutono quali siano i vettori di azione territoriale a partire dai modelli di welfare azienale a Bologna.
Orlandini, M. (2015). Modelli di welfare aziendale e vettori di azione territoriale a Bologna. Milano : FrancoAngeli srl.
Modelli di welfare aziendale e vettori di azione territoriale a Bologna
ORLANDINI, MATTEO
2015
Abstract
L’articola presenta alcuni modelli di welfare aziendale a Bologna. Il contributo si pone due obiettivi. Il primo è di tipo conoscitivo-esplorativo: la letteratura sull’argomento si concentra sulla presentazione di singoli case studies; il tentativo di questo articolo è, invece, quello di superare questo livello di analisi per indicare le caratteristiche iterative dell’agire delle imprese come nuovi attori di welfare. Il paper individua le culture, gli strumenti, le modalità organizzative, le relazioni con cui prende forma il welfare aziendale a Bologna. Il secondo obiettivo è, invece, di ordine pratico-operativo: a partire dai punti di forza e di debolezza dei modelli individuati si valutano le condizioni di diffusione del fenomeno, le possibilità di sviluppare reti tra attori pubblici e privati e i vettori di integrazione del welfare di impresa nel contesto più ampio del welfare locale. Per rispondere a questi obiettivi l’articolo è strutturato in quattro parti. Nella prima si evidenziano gli elementi che caratterizzano la diffusione del welfare aziendale. L’interesse è quello di capire quali variabili caratterizzano l’agire delle imprese come nuovi attori della produzione di welfare per i propri dipendenti e le loro famiglie. Nella seconda parte, dedicata alla metodologia della ricerca, si illustrano gli strumenti qualitativi di raccolta dati (in particolare lo studio di caso), si motiva la scelta delle variabili e la loro operativizzazione. Gli items individuati sono cinque: le misure di welfare, i loro processi di realizzazione, le relazioni con i sindacati, i rapporti con gli stakeholders esterni, la cultura di impresa. Infine, si identificano le basi metodologiche che giustificano la creazione di modelli. La terza parte è dedicata alla presentazione analitica dei modelli di welfare aziendale, costruita a partire da dieci casi aziendali bolognesi. Dalla raccolta e dallo studio dei dati emergono cinque tipologie etichettate come: welfare aziendale dell’investimento sociale, performativo, concertativo, applicativo e individualizzato. Le conclusioni discutono quali siano i vettori di azione territoriale a partire dai modelli di welfare azienale a Bologna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.