Alla fine degli anni ’90, con l’istituzione dell’Organizzazione Mondiale sul Commercio (Omc), il tema della regolamentazione internazionale dei flussi commerciali, trova un ambito permanente di confronto e negoziazione ed una sede istituzionalmente riconosciuta deputata al governo delle regole concordate tra i membri che, con l’ingresso della Cina del 2001, sono 142, la quota preponderante dei paesi coinvolti in scambi commerciali a livello mondiale. L’agricoltura ha da sempre rappresentato per l’Omc un terreno di confronto estremamente importante che ha dato luogo a serrati dibattiti, la cui significatività è cresciuta con l’ingresso dei paesi poveri e dei Paesi in via di Sviluppo (Pvs), per i quali il settore agricolo riveste una importanza economica e sociale del tutto particolare. In tal senso le decisioni prese in sede Omc generano importanti ripercussioni sulla struttura e sulle modalità di intervento delle politiche agricole, che nei paesi sviluppati sono tradizionalmente contraddistinte da maggiori gradi di protezionismo rispetto ad altre politiche settoriali. Si pensi ad esempio alla Pac e al Farm Bill e alle misure distorsive in essi contenute. In sede Omc ed all’interno del sistema delle “scatole”, che individua i diversi gradi di distorsività del sostegno accordato dalle politiche, il confronto è attualissimo, non solo per quanto concerne le opportunità di difesa o di accesso agli spazi commerciali, ma anche relativamente alle diverse visioni del ruolo dell’agricoltura maturate nei diversi ambiti geopolitici. Così le posizioni negoziali e gli stessi percorsi di riforma delle politiche hanno visto l’Unione europea impegnata nel sostenere il riconoscimento delle funzioni ambientali legate all’esercizio dell’attività agricola, della multifunzionalità dell’azienda agricola, delle attività funzionali al benessere degli animali, fino agli strumenti di tutela delle produzioni tipiche, in modo che tali temi possano anche essere riproposti con maggiore forza in altri importanti ambiti di confronto internazionale, come il Codex Alimentarius. Il negoziato agricolo, dopo la tappa dell’Uruguay Round, ha subito una battuta di arresto al tanto atteso appuntamento di Cancun, dove ha preso corpo e fatto sentire il proprio peso il protagonismo dei PVS e dei paesi emergenti. Quindi un nuovo assetto delle posizioni in campo, fino ad allora rappresentate in via pressoché esclusiva dal “duopolio”Europa – Usa.

Gli accordi in tema di commercio internazionale / F. Adinolfi. - STAMPA. - (2005), pp. 299-306.

Gli accordi in tema di commercio internazionale

ADINOLFI, FELICE
2005

Abstract

Alla fine degli anni ’90, con l’istituzione dell’Organizzazione Mondiale sul Commercio (Omc), il tema della regolamentazione internazionale dei flussi commerciali, trova un ambito permanente di confronto e negoziazione ed una sede istituzionalmente riconosciuta deputata al governo delle regole concordate tra i membri che, con l’ingresso della Cina del 2001, sono 142, la quota preponderante dei paesi coinvolti in scambi commerciali a livello mondiale. L’agricoltura ha da sempre rappresentato per l’Omc un terreno di confronto estremamente importante che ha dato luogo a serrati dibattiti, la cui significatività è cresciuta con l’ingresso dei paesi poveri e dei Paesi in via di Sviluppo (Pvs), per i quali il settore agricolo riveste una importanza economica e sociale del tutto particolare. In tal senso le decisioni prese in sede Omc generano importanti ripercussioni sulla struttura e sulle modalità di intervento delle politiche agricole, che nei paesi sviluppati sono tradizionalmente contraddistinte da maggiori gradi di protezionismo rispetto ad altre politiche settoriali. Si pensi ad esempio alla Pac e al Farm Bill e alle misure distorsive in essi contenute. In sede Omc ed all’interno del sistema delle “scatole”, che individua i diversi gradi di distorsività del sostegno accordato dalle politiche, il confronto è attualissimo, non solo per quanto concerne le opportunità di difesa o di accesso agli spazi commerciali, ma anche relativamente alle diverse visioni del ruolo dell’agricoltura maturate nei diversi ambiti geopolitici. Così le posizioni negoziali e gli stessi percorsi di riforma delle politiche hanno visto l’Unione europea impegnata nel sostenere il riconoscimento delle funzioni ambientali legate all’esercizio dell’attività agricola, della multifunzionalità dell’azienda agricola, delle attività funzionali al benessere degli animali, fino agli strumenti di tutela delle produzioni tipiche, in modo che tali temi possano anche essere riproposti con maggiore forza in altri importanti ambiti di confronto internazionale, come il Codex Alimentarius. Il negoziato agricolo, dopo la tappa dell’Uruguay Round, ha subito una battuta di arresto al tanto atteso appuntamento di Cancun, dove ha preso corpo e fatto sentire il proprio peso il protagonismo dei PVS e dei paesi emergenti. Quindi un nuovo assetto delle posizioni in campo, fino ad allora rappresentate in via pressoché esclusiva dal “duopolio”Europa – Usa.
2005
La politica agricola europea nell’Ue allargata
299
306
Gli accordi in tema di commercio internazionale / F. Adinolfi. - STAMPA. - (2005), pp. 299-306.
F. Adinolfi
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