Sotto lo stereotipo di Regina del gotico si è a lungo nascosta la radicale e trasgressiva femminilità di una scrittrice la cui influenza fu enorme sulla letteratura romantica inglese ed europea. Indagando le ragioni della grande popolarità di Ann Radcliffe tra i contemporanei, questo volume scopre invece nel linguaggio «pittoresco» e poetico dei suoi romance la chiave per comprendere la reale importanza della sua «scrittura» nello sviluppo del romanzo inglese ed europeo e per promuovere quindi una rivalutazione che restituisca alla «prima poetessa della narrativa romantica» il posto che giustamente le spetta tra i grandi della letteratura. Il volume si articola in sei capitoli. Il c. I, Mother Radcliff, i Romatici e Noi, documenta l’importanza della Radcliffe con a) un excursus sulla sua popolarità ed influenza sugli scrittori successivi; b) le ragioni del successo presso contemporanei; c) il suo radicalismo responsabile del l’ostracismo vittoriano e della caduta nel dimenticatoio nella prima metà del Novecento. Si introduce l’approccio critico – l’analisi della scrittura e del linguaggio – riassumendo la struttura del volume. Il c. II, La vita “gotica” della Signora di Udolpho, presenta una lettura nuova dell’unica memoria biografica dell’autrice – Il Memoir di Talfourd (1826) – letta finora superficialmente, solo dal punto di vista contenutistico. Il confronto testuale tra la scrittura palesemente ironica di Talfourd e la voce diretta della Radcliffe nei journal e nelle poesie, insieme con recenti documenti di carattere storico biografico, fanno emergere un’immagine della scrittrice molto più complessa e tormentata di quella circolata finora. Il c. III, Dipingere il paesaggio con le parole: esercizi di tecnica pre-cinematografica, illustra il talento della Radcliffe come paesaggista, il suo ecclettismo e manierismo, per poi soffermarsi sull’applicazione dei principi del pittoresco di W. Gilpin nella resa dei paesaggi nei suoi romance. Il c. IV, Il romance del paesaggio: la Venezia della ‘Grande Maga’ nell’immaginario europeo, mette a fuoco la raffinata tecnica con cui in “Udolpho” Venezia è presentata come è l’incarnazione del pittoresco; ed è questa Venezia, e non quella più “rozza” e maschile di Byron, che è alla base dell’immaginario letterario successivo. Il c. V, “The First Poetess of Romantic Fiction”: poesia e musica nel romance, esamina la produzione in versi della Radcliffe, costituita sopratutto dalle poesie sparse nei suoi romanzi, ma anche da “St Alban’s Abbey”, un metrical romance finora trascurato dalla critica, per dimostrare che tali poesie assolvono una funzione essenziale nell’economia del romance melodrammatico, quella musicale, e che sono quindi indispensabili nell’interpretazione dell’intera opera della Radcliffe e in particolare del suo radicale concetto del Femminile. Il cap. VI, Dal romance pittoresco al novel impressionista, partendo dai recenti studi che evidenziano l’attualità del pittoresco come categoria espressiva, riprende i principi di Gilpin per mostrarli nei loro adattamenti successivi, nel word painting dei romance della Radcliffe e nella scrittura ironica e “camaleontica” dei novel di J. Austen; per mostrare poi come la predilezione del padre del romanzo modernista, F. M. Ford, per la grande romanziera si basi sull’affinità dei principi che e strutturano la loro tecnica narrativa: varietà, contrasto, novità al fine ultimo di rendere il movimento e la metamorfica plurivocità del reale.

Paesaggi e misteri. Riscoprire Ann Radcliffe

BATTAGLIA, MARIA BEATRICE
2008

Abstract

Sotto lo stereotipo di Regina del gotico si è a lungo nascosta la radicale e trasgressiva femminilità di una scrittrice la cui influenza fu enorme sulla letteratura romantica inglese ed europea. Indagando le ragioni della grande popolarità di Ann Radcliffe tra i contemporanei, questo volume scopre invece nel linguaggio «pittoresco» e poetico dei suoi romance la chiave per comprendere la reale importanza della sua «scrittura» nello sviluppo del romanzo inglese ed europeo e per promuovere quindi una rivalutazione che restituisca alla «prima poetessa della narrativa romantica» il posto che giustamente le spetta tra i grandi della letteratura. Il volume si articola in sei capitoli. Il c. I, Mother Radcliff, i Romatici e Noi, documenta l’importanza della Radcliffe con a) un excursus sulla sua popolarità ed influenza sugli scrittori successivi; b) le ragioni del successo presso contemporanei; c) il suo radicalismo responsabile del l’ostracismo vittoriano e della caduta nel dimenticatoio nella prima metà del Novecento. Si introduce l’approccio critico – l’analisi della scrittura e del linguaggio – riassumendo la struttura del volume. Il c. II, La vita “gotica” della Signora di Udolpho, presenta una lettura nuova dell’unica memoria biografica dell’autrice – Il Memoir di Talfourd (1826) – letta finora superficialmente, solo dal punto di vista contenutistico. Il confronto testuale tra la scrittura palesemente ironica di Talfourd e la voce diretta della Radcliffe nei journal e nelle poesie, insieme con recenti documenti di carattere storico biografico, fanno emergere un’immagine della scrittrice molto più complessa e tormentata di quella circolata finora. Il c. III, Dipingere il paesaggio con le parole: esercizi di tecnica pre-cinematografica, illustra il talento della Radcliffe come paesaggista, il suo ecclettismo e manierismo, per poi soffermarsi sull’applicazione dei principi del pittoresco di W. Gilpin nella resa dei paesaggi nei suoi romance. Il c. IV, Il romance del paesaggio: la Venezia della ‘Grande Maga’ nell’immaginario europeo, mette a fuoco la raffinata tecnica con cui in “Udolpho” Venezia è presentata come è l’incarnazione del pittoresco; ed è questa Venezia, e non quella più “rozza” e maschile di Byron, che è alla base dell’immaginario letterario successivo. Il c. V, “The First Poetess of Romantic Fiction”: poesia e musica nel romance, esamina la produzione in versi della Radcliffe, costituita sopratutto dalle poesie sparse nei suoi romanzi, ma anche da “St Alban’s Abbey”, un metrical romance finora trascurato dalla critica, per dimostrare che tali poesie assolvono una funzione essenziale nell’economia del romance melodrammatico, quella musicale, e che sono quindi indispensabili nell’interpretazione dell’intera opera della Radcliffe e in particolare del suo radicale concetto del Femminile. Il cap. VI, Dal romance pittoresco al novel impressionista, partendo dai recenti studi che evidenziano l’attualità del pittoresco come categoria espressiva, riprende i principi di Gilpin per mostrarli nei loro adattamenti successivi, nel word painting dei romance della Radcliffe e nella scrittura ironica e “camaleontica” dei novel di J. Austen; per mostrare poi come la predilezione del padre del romanzo modernista, F. M. Ford, per la grande romanziera si basi sull’affinità dei principi che e strutturano la loro tecnica narrativa: varietà, contrasto, novità al fine ultimo di rendere il movimento e la metamorfica plurivocità del reale.
2008
236
13 978 88 2
B. Battaglia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/50854
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