Gestire la cultura significa inquadrare un progetto culturale rispetto alle variabili rilevanti, svilupparlo secondo un corretto equilibrio fra esigenze di valorizzazione e di economicità, misurarne costantemente potenzialità e limiti emergenti, verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati e, ancora, garantire la corretta gestione della res pubblica di natura culturale. Occorrono competenze trasversali, non più solo storico-artistiche, ma anche manageriali, contabili, giuridiche, organizzative e finanziarie. La prima parte del volume, di carattere teorico, definisce l’ambito d’indagine, descrive la prospettiva economico-aziendale per la gestione della cultura e delinea le variabili rilevanti per la sua comprensione: l’assetto istituzionale e le scelte politiche per il governo del patrimonio culturale, i principi e gli strumenti aziendali per la sua gestione e la correlazione fra forme di gestione e performance aziendali. La seconda parte è costituita da esperienze di gestione del patrimonio culturale. Si tratta di casi analizzati secondo criteri comuni: i livelli di autonomia e di reversibilità delle scelte, l’attrazione e l’organizzazione delle competenze, il sistema informativo contabile per le decisioni e per il controllo, la misurazione della performance, il consenso e l’attrazione delle risorse finanziarie e, infine, i legami interistituzionali. I casi sviluppati, fra gli altri, sono quelli dei Musei Civici Veneziani, del Teatro dell’Opera di Roma, della Biblioteca Malatestiana di Cesena, della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze e del Fondo Piancastelli di Forlì.
ORELLI R.L. (2007). Gestire la cultura. La misurazione della performance del patrimonio culturale: principi, strumenti ed esperienze. MILANO : FrancoAngeli.
Gestire la cultura. La misurazione della performance del patrimonio culturale: principi, strumenti ed esperienze
ORELLI, REBECCA LEVY
2007
Abstract
Gestire la cultura significa inquadrare un progetto culturale rispetto alle variabili rilevanti, svilupparlo secondo un corretto equilibrio fra esigenze di valorizzazione e di economicità, misurarne costantemente potenzialità e limiti emergenti, verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati e, ancora, garantire la corretta gestione della res pubblica di natura culturale. Occorrono competenze trasversali, non più solo storico-artistiche, ma anche manageriali, contabili, giuridiche, organizzative e finanziarie. La prima parte del volume, di carattere teorico, definisce l’ambito d’indagine, descrive la prospettiva economico-aziendale per la gestione della cultura e delinea le variabili rilevanti per la sua comprensione: l’assetto istituzionale e le scelte politiche per il governo del patrimonio culturale, i principi e gli strumenti aziendali per la sua gestione e la correlazione fra forme di gestione e performance aziendali. La seconda parte è costituita da esperienze di gestione del patrimonio culturale. Si tratta di casi analizzati secondo criteri comuni: i livelli di autonomia e di reversibilità delle scelte, l’attrazione e l’organizzazione delle competenze, il sistema informativo contabile per le decisioni e per il controllo, la misurazione della performance, il consenso e l’attrazione delle risorse finanziarie e, infine, i legami interistituzionali. I casi sviluppati, fra gli altri, sono quelli dei Musei Civici Veneziani, del Teatro dell’Opera di Roma, della Biblioteca Malatestiana di Cesena, della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze e del Fondo Piancastelli di Forlì.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.