Outlet, centri terziari dell'interscambio, aeroporti, stazioni ferroviarie, fashion district, centri commerciali, O rappresentano spazi di successo, ad altissimo livello di frequentazione. In unasocietà sempre più tecnologica e consumistica, la trasformazione del territorio è spesso dominata da nuovi spazi multifunzionali, non relazionali, insensibili al contesto, con straordinari bacini di utenza, la cui identità non ha nulla a che fare con l'appartenenza "al locale": questi ambiti contemporanei rappresentano un esito formale del sovvertimento del principio di "prossimità", della relazione tra spazio e tempo che ha guidato la costruzione della città nel secolo scorso; sono spazi di potere non solo economico, che non sorgono spontaneamente, ma come esito di un dialogo incompiuto o rifiutato con la metropoli del '900. Riprendere questo dialogo interrotto significa accettare il carattere straordinario ed eccezionale che sta nel prefisso "super": significa comprendere - e non rifiutare - questi ambiti nel progetto della città futura. I saggi presentati nelle pagine del libro avanzano riflessioni e ipotesi per rispondere alle problematiche di pianificazione e di governo. I superluoghi saranno nuova città, in questo secolo? Questo contributo, nello specifico, affronta il tema della diffusione urbana per rapporto alle forme prevalenti di mobilità di tipo privato e automobilistico.
G. Pieretti (2007). Superluoghi e sprawl: il regno dell'automobile. BOLOGNA : Damiani.
Superluoghi e sprawl: il regno dell'automobile
PIERETTI, GIOVANNI
2007
Abstract
Outlet, centri terziari dell'interscambio, aeroporti, stazioni ferroviarie, fashion district, centri commerciali, O rappresentano spazi di successo, ad altissimo livello di frequentazione. In unasocietà sempre più tecnologica e consumistica, la trasformazione del territorio è spesso dominata da nuovi spazi multifunzionali, non relazionali, insensibili al contesto, con straordinari bacini di utenza, la cui identità non ha nulla a che fare con l'appartenenza "al locale": questi ambiti contemporanei rappresentano un esito formale del sovvertimento del principio di "prossimità", della relazione tra spazio e tempo che ha guidato la costruzione della città nel secolo scorso; sono spazi di potere non solo economico, che non sorgono spontaneamente, ma come esito di un dialogo incompiuto o rifiutato con la metropoli del '900. Riprendere questo dialogo interrotto significa accettare il carattere straordinario ed eccezionale che sta nel prefisso "super": significa comprendere - e non rifiutare - questi ambiti nel progetto della città futura. I saggi presentati nelle pagine del libro avanzano riflessioni e ipotesi per rispondere alle problematiche di pianificazione e di governo. I superluoghi saranno nuova città, in questo secolo? Questo contributo, nello specifico, affronta il tema della diffusione urbana per rapporto alle forme prevalenti di mobilità di tipo privato e automobilistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.