Nel riportare il risultato di una misurazione, è necessario fornire un’indicazione quantitativa dell’attendibilità del risultato stesso. Senza tale indicazione, i risultati delle misurazioni non possono essere confrontati tra di essi, né con valori di riferimento assegnati da specifiche contrattuali o norme tecniche o leggi. Questa indicazione quantitativa è appunto l’incertezza. Nel tempo si sono succedute diverse metodologie per la stima dell’incertezza di misura. Fino ad un paio di decenni fa si usava la metodologia basata sui cosiddetti errori di misura. Poi si è affermata una metodologia più organica, espressa nella UNI CEI ENV 13005 (2000), traduzione italiana della corrispondente Guide to the expression of uncertainty in measurements (1995), brevemente detta GUM, ora disponibile come ISO IEC Guide 98-3 (2008). Secondo tale impostazione, che per consuetudine viene chiamata metodologia GUM, sono, in generale, possibili due approcci. Il primo è l’approccio analitico, dettagliatamente descritto nel punto 8 della UNI CEI ENV 13005, che richiede l’identificazione e la quantificazione di tutti i possibili contributi all’incertezza, associabili alla specifica procedura di misura utilizzata. Il secondo approccio, è noto come approccio sperimentale ed è descritto nella UNI ISO 5725 (parti da 1 a 6).
Garai, M. (2015). Incertezza di misura. Torino : UTET Università - De Agostini Scuola.
Incertezza di misura
GARAI, MASSIMO
2015
Abstract
Nel riportare il risultato di una misurazione, è necessario fornire un’indicazione quantitativa dell’attendibilità del risultato stesso. Senza tale indicazione, i risultati delle misurazioni non possono essere confrontati tra di essi, né con valori di riferimento assegnati da specifiche contrattuali o norme tecniche o leggi. Questa indicazione quantitativa è appunto l’incertezza. Nel tempo si sono succedute diverse metodologie per la stima dell’incertezza di misura. Fino ad un paio di decenni fa si usava la metodologia basata sui cosiddetti errori di misura. Poi si è affermata una metodologia più organica, espressa nella UNI CEI ENV 13005 (2000), traduzione italiana della corrispondente Guide to the expression of uncertainty in measurements (1995), brevemente detta GUM, ora disponibile come ISO IEC Guide 98-3 (2008). Secondo tale impostazione, che per consuetudine viene chiamata metodologia GUM, sono, in generale, possibili due approcci. Il primo è l’approccio analitico, dettagliatamente descritto nel punto 8 della UNI CEI ENV 13005, che richiede l’identificazione e la quantificazione di tutti i possibili contributi all’incertezza, associabili alla specifica procedura di misura utilizzata. Il secondo approccio, è noto come approccio sperimentale ed è descritto nella UNI ISO 5725 (parti da 1 a 6).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.