Un cane maschio intero meticcio, di dieci anni, veniva riferito in seguito ad una veloce recidiva di un mastocitoma (MCT) di grado intermedio in sede prepuziale, precedentemente rimosso. Dalla stadiazione clinica risultava un coinvolgimento metastatico di fegato, milza, linfonodi sottolombari e midollo osseo. Veniva, quindi, iniziato un protocollo chemioterapico con lomustina e vinblastina, alternate ogni due settimane, associate a cortisone ed antistaminici. Dopo 14 giorni dall’inizio della terapia, la massa inguinale presentava una riduzione del 90%, ma al 21° giorno riprendeva a crescere; fegato, milza e midollo osseo erano ancora infiltrati. Si decideva dunque di valutare con metodiche immunocitochimiche il grado di espressione cellulare del recettore tirosin-chinasico KIT (CD117) su campioni citologici prelevati dalla massa inguinale, e anche da fegato, milza e midollo osseo. In tutti i distretti campionati, le cellule neoplastiche presentavano positività alla proteina KIT da moderata ad intensa, con evidenza del segnale a livello di membrana ed anche di citoplasma. La sovraespressione di CD117 giustificava l’applicazione di una terapia a bersaglio molecolare con imatinib, un antitirosinchinasico, alla dose di 4.4 mg/kg/die per via orale. Il trattamento era ben tollerato, senza alcuna tossicità sistemica. Dopo 21 giorni il cane mostrava remissione completa in tutte le sedi, pertanto si iniziava una terapia di mantenimento con la somministrazione del farmaco a giorni alterni. Dopo 30 giorni, però, il MCT recidivava in sede inguinale, epatica e midollare; da questo momento il cane non rispondeva più ad alcuna terapia e progressivamente peggioravano le sue condizioni cliniche, fino alla morte. Il MCT può avere un comportamento biologico molto vario, che dipende da stadio clinico, grado istologico, sede anatomica e, a volte, anche razza. Diverse sono le opzioni terapeutiche: chirurgia, chemioterapia, radioterapia o una combinazione di esse. Recentemente è stata valutata la possibilità di trattare i MCT del cane con una terapia a bersaglio molecolare. I mastociti, infatti, esprimono il recettore di membrana dotato di attività tirosin-chinasica KIT, la cui attivazione determina la trasduzione al nucleo di segnali responsabili del ciclo vitale della cellula, come crescita, maturazione e proliferazione. È dimostrato che mutazioni genetiche a carico del proto-oncogene c-kit (che codifica per il recettore KIT), oppure una sua sovraespressione, possono provocare una continua attivazione del recettore, che porta ad una proliferazione cellulare incontrollata. Inoltre, l’eliminazione delle cellule neoplastiche sarebbe rallentata per una inibizione del segnale apoptotico. Questo meccanismo patogenetico è alla base della trasformazione neoplastica in diversi tipi cellulari, nell’uomo e negli animali, e per questo il recettore tirosinchinasi è diventato un importante bersaglio di terapie anticancro. In particolare, imatinib si lega al recettore tirosin-chinasi inibendone l’attività e rendendolo incapace di trasmettere alle cellule i segnali difettosi. In medicina umana imatinib viene utilizzato soprattutto per il trattamento della leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia+ e per il tumore gastrointestinale stromale (GIST) c-kit+. In letteratura scarseggiano le segnalazioni di MCT con interessamento midollare, pertanto risulta difficile valutare le opzioni terapeutiche più efficaci e la sopravvivenza dei cani in questo stadio. Da ottobre 2003 a ottobre 2006 abbiamo trattato con chemioterapia 36 MCT nel cane; 3 di questi mostravano iniziale coinvolgimento midollare. La sopravivenza di questi soggetti non ha mai superato i 30 giorni. Nel presente caso la sopravvivenza è stata di 117 giorni, con un periodo libero da malattia di 44 giorni. Concludendo, la terapia con imatinib ha migliorato l’aspettativa e la qualità di vita del soggetto trattato.

UN CASO DI MASTOCITOMA CON INTERESSAMENTO MIDOLLARE IN UN CANE TRATTATO CON TERAPIA A BERSAGLIO MOLECOLARE / Marconato L.; Lorenzo M.R.; Marchiori A.; Bettini G.. - STAMPA. - (2007), pp. 576-576. (Intervento presentato al convegno 56° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC tenutosi a Rimini nel 1-3 Giugno 2007).

UN CASO DI MASTOCITOMA CON INTERESSAMENTO MIDOLLARE IN UN CANE TRATTATO CON TERAPIA A BERSAGLIO MOLECOLARE

Marconato L.;BETTINI, GIULIANO
2007

Abstract

Un cane maschio intero meticcio, di dieci anni, veniva riferito in seguito ad una veloce recidiva di un mastocitoma (MCT) di grado intermedio in sede prepuziale, precedentemente rimosso. Dalla stadiazione clinica risultava un coinvolgimento metastatico di fegato, milza, linfonodi sottolombari e midollo osseo. Veniva, quindi, iniziato un protocollo chemioterapico con lomustina e vinblastina, alternate ogni due settimane, associate a cortisone ed antistaminici. Dopo 14 giorni dall’inizio della terapia, la massa inguinale presentava una riduzione del 90%, ma al 21° giorno riprendeva a crescere; fegato, milza e midollo osseo erano ancora infiltrati. Si decideva dunque di valutare con metodiche immunocitochimiche il grado di espressione cellulare del recettore tirosin-chinasico KIT (CD117) su campioni citologici prelevati dalla massa inguinale, e anche da fegato, milza e midollo osseo. In tutti i distretti campionati, le cellule neoplastiche presentavano positività alla proteina KIT da moderata ad intensa, con evidenza del segnale a livello di membrana ed anche di citoplasma. La sovraespressione di CD117 giustificava l’applicazione di una terapia a bersaglio molecolare con imatinib, un antitirosinchinasico, alla dose di 4.4 mg/kg/die per via orale. Il trattamento era ben tollerato, senza alcuna tossicità sistemica. Dopo 21 giorni il cane mostrava remissione completa in tutte le sedi, pertanto si iniziava una terapia di mantenimento con la somministrazione del farmaco a giorni alterni. Dopo 30 giorni, però, il MCT recidivava in sede inguinale, epatica e midollare; da questo momento il cane non rispondeva più ad alcuna terapia e progressivamente peggioravano le sue condizioni cliniche, fino alla morte. Il MCT può avere un comportamento biologico molto vario, che dipende da stadio clinico, grado istologico, sede anatomica e, a volte, anche razza. Diverse sono le opzioni terapeutiche: chirurgia, chemioterapia, radioterapia o una combinazione di esse. Recentemente è stata valutata la possibilità di trattare i MCT del cane con una terapia a bersaglio molecolare. I mastociti, infatti, esprimono il recettore di membrana dotato di attività tirosin-chinasica KIT, la cui attivazione determina la trasduzione al nucleo di segnali responsabili del ciclo vitale della cellula, come crescita, maturazione e proliferazione. È dimostrato che mutazioni genetiche a carico del proto-oncogene c-kit (che codifica per il recettore KIT), oppure una sua sovraespressione, possono provocare una continua attivazione del recettore, che porta ad una proliferazione cellulare incontrollata. Inoltre, l’eliminazione delle cellule neoplastiche sarebbe rallentata per una inibizione del segnale apoptotico. Questo meccanismo patogenetico è alla base della trasformazione neoplastica in diversi tipi cellulari, nell’uomo e negli animali, e per questo il recettore tirosinchinasi è diventato un importante bersaglio di terapie anticancro. In particolare, imatinib si lega al recettore tirosin-chinasi inibendone l’attività e rendendolo incapace di trasmettere alle cellule i segnali difettosi. In medicina umana imatinib viene utilizzato soprattutto per il trattamento della leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia+ e per il tumore gastrointestinale stromale (GIST) c-kit+. In letteratura scarseggiano le segnalazioni di MCT con interessamento midollare, pertanto risulta difficile valutare le opzioni terapeutiche più efficaci e la sopravvivenza dei cani in questo stadio. Da ottobre 2003 a ottobre 2006 abbiamo trattato con chemioterapia 36 MCT nel cane; 3 di questi mostravano iniziale coinvolgimento midollare. La sopravivenza di questi soggetti non ha mai superato i 30 giorni. Nel presente caso la sopravvivenza è stata di 117 giorni, con un periodo libero da malattia di 44 giorni. Concludendo, la terapia con imatinib ha migliorato l’aspettativa e la qualità di vita del soggetto trattato.
2007
Atti del 56° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC - Rimini, 1-3 Giugno 2007
576
576
UN CASO DI MASTOCITOMA CON INTERESSAMENTO MIDOLLARE IN UN CANE TRATTATO CON TERAPIA A BERSAGLIO MOLECOLARE / Marconato L.; Lorenzo M.R.; Marchiori A.; Bettini G.. - STAMPA. - (2007), pp. 576-576. (Intervento presentato al convegno 56° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC tenutosi a Rimini nel 1-3 Giugno 2007).
Marconato L.; Lorenzo M.R.; Marchiori A.; Bettini G.
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