I tumori gastrointestinali stromali (GIST) sono nell’uomo e nel cane le più comuni neoplasie gastrointestinali mesenchimali maligne. Si descrivono i quadri istocitologici, immunoistochimici (IIC) ed ultrastrutturali di una casistica di GIST nel cane e si fornisce un aggiornamento sui relativi aspetti patogenetici e prognostici. La casistica studiata è composta di 8 cani; l’età media era 10,8 anni (range 9-14 anni), 4 maschi e 4 femmine; erano presenti tre meticci e singoli esemplari di razze diverse. Tutti i GIST erano localizzati a livello intestinale (4 duodeno, 1 ileo, 2 valvola ileocecale, 1 cieco), e si presentavano come masse intramurali compatte, di diametro variabile da 2 a 7 cm. In un caso è stata documentata la disseminazione metastatica al fegato. Il quadro istologico prevalente era caratterizzato da cellule fusiformi, fittamente stipate e disposte in fasci ad andamento irregolare, oppure da voluminose cellule di forma poligonale; il citoplasma era sempre intensamente eosinofilo, ed il nucleo ovoidale, spesso pleomorfo; l’attività mitotica variava da 4 a 16 mitosi/10hpf. Lo stroma interstiziale era molto scarso. L’IIC ha evidenziato in tutti i casi positività citoplasmatica intensa al CD117 ed alla vimentina, debole ed incostante all’actina (5 casi), e nessun segnale positivo per gli altri marker di differenziazione. La colorazione con MIB1 ha dimostrato una discreta attività proliferativa (5-16%). In due casi in cui era anche disponibile materiale citologico l’aspetto era quello di cellule monomorfe moderatamente coese, di forma allungata, con nucleo ovoidale e citoplasma fibrillare. L’osservazione ultrastrutturale evidenziava i caratteri di cellule mesenchimali poco differenziate, con la presenza sporadica di giunzioni simil-desmosomiali ed articolate interdigitazioni citoplasmatiche. I GIST derivano dalla trasformazione neoplastica delle cellule interstiziali di Cajal (ICC), cellule “pacemaker” interposte fra plessi mioenterici e tonaca muscolare con funzione di coordinamento della peristalsi. Caratteristica peculiare delle ICC è l’espressione del recettore di membrana KIT (CD117) appartenente alla famiglia delle tirosin-chinasi, la cui attivazione, normalmente collegata all’interazione col ligando SCF comporta, la trasduzione di segnali di proliferazione cellulare, differenziazione e/o apoptosi. L’espressione è mantenuta anche nei GIST, e ha valore probante nella diagnosi degli stessi, altrimenti difficilmente distinguibili da altre neoplasie mesenchimali. Studi retrospettivi hanno dimostrato, nell’uomo e nel cane, che gran parte delle neoplasie mesenchimali gastrointestinali, classificate come derivanti dal muscolo liscio con il solo esame istologico, esprimono il CD117 e sono pertanto da interpretare come GIST. Il frequente riscontro nei GIST di mutazioni del proto-oncogene c-kit codificante per il CD117, soprattutto a carico dell’esone 11 che codifica per il dominio iuxtamembranario, ha dimostrato l’importante ruolo patogenetico di tali mutazioni, responsabili della dimerizzazione costitutiva e attivazione del recettore KIT indipendente dall’interazione con il ligando. Sulla base dei dati attuali i GIST rappresentano nel cane il 5% delle neoplasie gastrointestinali primitive, ed insorgono in animali anziani, senza alcuna evidente predisposizione di sesso o di razza. Il ruolo delle mutazioni di c-kit nell’oncogenesi e nella progressione dei GIST ha suggerito la possibilità di utilizzare per la terapia farmaci inibitori delle tirosin-chinasi. Fra questi nell’uomo è particolarmente efficace l’imatinib, una piccola molecola derivata dalla 2-fenilamminopiridina che, legandosi alla tasca ATP nella porzione intracellulare di KIT, ne impedisce la fosforilazione bloccando la trasduzione al nucleo del segnale di attivazione.

Bettini G., Morini M. (2007). TUMORI GASTROINTESTINALI STROMALI (GIST): STUDIO ISTOPATOLOGICO, IMMUNOISTOCHIMICO ED ULTRASTRUTTURALE IN 8 CANI. CREMONA : SCIVAC.

TUMORI GASTROINTESTINALI STROMALI (GIST): STUDIO ISTOPATOLOGICO, IMMUNOISTOCHIMICO ED ULTRASTRUTTURALE IN 8 CANI

BETTINI, GIULIANO;MORINI, MARIA
2007

Abstract

I tumori gastrointestinali stromali (GIST) sono nell’uomo e nel cane le più comuni neoplasie gastrointestinali mesenchimali maligne. Si descrivono i quadri istocitologici, immunoistochimici (IIC) ed ultrastrutturali di una casistica di GIST nel cane e si fornisce un aggiornamento sui relativi aspetti patogenetici e prognostici. La casistica studiata è composta di 8 cani; l’età media era 10,8 anni (range 9-14 anni), 4 maschi e 4 femmine; erano presenti tre meticci e singoli esemplari di razze diverse. Tutti i GIST erano localizzati a livello intestinale (4 duodeno, 1 ileo, 2 valvola ileocecale, 1 cieco), e si presentavano come masse intramurali compatte, di diametro variabile da 2 a 7 cm. In un caso è stata documentata la disseminazione metastatica al fegato. Il quadro istologico prevalente era caratterizzato da cellule fusiformi, fittamente stipate e disposte in fasci ad andamento irregolare, oppure da voluminose cellule di forma poligonale; il citoplasma era sempre intensamente eosinofilo, ed il nucleo ovoidale, spesso pleomorfo; l’attività mitotica variava da 4 a 16 mitosi/10hpf. Lo stroma interstiziale era molto scarso. L’IIC ha evidenziato in tutti i casi positività citoplasmatica intensa al CD117 ed alla vimentina, debole ed incostante all’actina (5 casi), e nessun segnale positivo per gli altri marker di differenziazione. La colorazione con MIB1 ha dimostrato una discreta attività proliferativa (5-16%). In due casi in cui era anche disponibile materiale citologico l’aspetto era quello di cellule monomorfe moderatamente coese, di forma allungata, con nucleo ovoidale e citoplasma fibrillare. L’osservazione ultrastrutturale evidenziava i caratteri di cellule mesenchimali poco differenziate, con la presenza sporadica di giunzioni simil-desmosomiali ed articolate interdigitazioni citoplasmatiche. I GIST derivano dalla trasformazione neoplastica delle cellule interstiziali di Cajal (ICC), cellule “pacemaker” interposte fra plessi mioenterici e tonaca muscolare con funzione di coordinamento della peristalsi. Caratteristica peculiare delle ICC è l’espressione del recettore di membrana KIT (CD117) appartenente alla famiglia delle tirosin-chinasi, la cui attivazione, normalmente collegata all’interazione col ligando SCF comporta, la trasduzione di segnali di proliferazione cellulare, differenziazione e/o apoptosi. L’espressione è mantenuta anche nei GIST, e ha valore probante nella diagnosi degli stessi, altrimenti difficilmente distinguibili da altre neoplasie mesenchimali. Studi retrospettivi hanno dimostrato, nell’uomo e nel cane, che gran parte delle neoplasie mesenchimali gastrointestinali, classificate come derivanti dal muscolo liscio con il solo esame istologico, esprimono il CD117 e sono pertanto da interpretare come GIST. Il frequente riscontro nei GIST di mutazioni del proto-oncogene c-kit codificante per il CD117, soprattutto a carico dell’esone 11 che codifica per il dominio iuxtamembranario, ha dimostrato l’importante ruolo patogenetico di tali mutazioni, responsabili della dimerizzazione costitutiva e attivazione del recettore KIT indipendente dall’interazione con il ligando. Sulla base dei dati attuali i GIST rappresentano nel cane il 5% delle neoplasie gastrointestinali primitive, ed insorgono in animali anziani, senza alcuna evidente predisposizione di sesso o di razza. Il ruolo delle mutazioni di c-kit nell’oncogenesi e nella progressione dei GIST ha suggerito la possibilità di utilizzare per la terapia farmaci inibitori delle tirosin-chinasi. Fra questi nell’uomo è particolarmente efficace l’imatinib, una piccola molecola derivata dalla 2-fenilamminopiridina che, legandosi alla tasca ATP nella porzione intracellulare di KIT, ne impedisce la fosforilazione bloccando la trasduzione al nucleo del segnale di attivazione.
2007
Atti del 56° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC, Rimini, 1-3 Giugno 2007
574
574
Bettini G., Morini M. (2007). TUMORI GASTROINTESTINALI STROMALI (GIST): STUDIO ISTOPATOLOGICO, IMMUNOISTOCHIMICO ED ULTRASTRUTTURALE IN 8 CANI. CREMONA : SCIVAC.
Bettini G.; Morini M.;
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