Lo studio dell’attaccamento nel periodo che va dall’età scolare all’adolescenza si rivela un processo particolarmente insidioso in quanto in questa età la dipendenza dai genitori è minore e le relazioni sociali (in particolare con i coetanei) diventano sempre più importanti. In queste condizioni è molto più difficoltoso attivare il sistema dei comportamenti di attaccamento e valutare gli aspetti inconsci dei modelli operativi interni. Gli strumenti per la valutazione dell’attaccamento dall’età scolare all’adolescenza presentano quindi numerosi problemi di validità e di attendibilità. L’acquisizione di capacità affettive e cognitive più mature (funzione riflessiva, pensiero ipotetico deduttivo) e la possibilità di predire in modo più accurato il comportamento dell’altro rende possibile in preadolescenza l’espressione di configurazioni di attaccamento più complesse. In alcuni casi si verifica un distanziamento degli stati affettivi vissuti come pericolosi o negativi (rabbia, paura, desiderio di conforto, eccitazione sessuale) e l’utilizzo a scopo difensivo di falsa affettività (risatine o umorismo compiacente) o di falsa cognitività (menzogne, furti, inganni, seduzioni). Questi strategie comportamentali possono consolidarsi divenendo parte integrante dei modelli operativi interni adulti. Se ci limitiamo a studiare le condizioni di pericolo (sentirsi tristi, preoccupati, arrabbiati), comunque difficili da esplorare in questa fascia di età, emerge una certa continuità con l’attaccamento sviluppato con la madre nei primi anni di vita, ma se consideriamo le capacità di esplorazione e le competenze sociali il quadro si fa molto più complesso. Nello sviluppo dei modelli operativi interni, soprattutto per quanto riguarda la capacità di esplorare in modo sicuro e competente il mondo esterno, l’influenza esercitata dal padre nel corso di tutta l’infanzia sembra importante almeno quanto quella della madre. La continuità dell’attaccamento dall’infanzia all’età adulta, è comunque minore di quanto non si pensasse, mentre è maggiore l’influenza delle esperienza attuali. Le configurazioni di attaccamento in preadolescenza e adolescenza sono maggiormente legate a come vengono percepiti in quel momento i genitori e alla presenza di situazioni gravi di stress familiare o sociale. Questo depone per una notevole plasticità nello sviluppo dei modelli operativi interni e ridimensiona l’importanza che la psicoanalisi e la stessa teoria dell’attaccamento hanno attribuito alle esperienze relative all’infanzia a scapito del valore, sul piano evolutivo, del resto dell’esistenza. I primi anni di vita sono significativi, ma continuano ad esserlo anche quelli successivi. Le esperienze infantili, quindi, vanno considerate solo il punto di partenza di un processo evolutivo che si protrae per l’intero arco vitale.

Modelli operativi interni e relazioni di attaccamento in preadolescenza / F. Baldoni. - STAMPA. - (2007), pp. 54-77.

Modelli operativi interni e relazioni di attaccamento in preadolescenza.

BALDONI, FRANCO
2007

Abstract

Lo studio dell’attaccamento nel periodo che va dall’età scolare all’adolescenza si rivela un processo particolarmente insidioso in quanto in questa età la dipendenza dai genitori è minore e le relazioni sociali (in particolare con i coetanei) diventano sempre più importanti. In queste condizioni è molto più difficoltoso attivare il sistema dei comportamenti di attaccamento e valutare gli aspetti inconsci dei modelli operativi interni. Gli strumenti per la valutazione dell’attaccamento dall’età scolare all’adolescenza presentano quindi numerosi problemi di validità e di attendibilità. L’acquisizione di capacità affettive e cognitive più mature (funzione riflessiva, pensiero ipotetico deduttivo) e la possibilità di predire in modo più accurato il comportamento dell’altro rende possibile in preadolescenza l’espressione di configurazioni di attaccamento più complesse. In alcuni casi si verifica un distanziamento degli stati affettivi vissuti come pericolosi o negativi (rabbia, paura, desiderio di conforto, eccitazione sessuale) e l’utilizzo a scopo difensivo di falsa affettività (risatine o umorismo compiacente) o di falsa cognitività (menzogne, furti, inganni, seduzioni). Questi strategie comportamentali possono consolidarsi divenendo parte integrante dei modelli operativi interni adulti. Se ci limitiamo a studiare le condizioni di pericolo (sentirsi tristi, preoccupati, arrabbiati), comunque difficili da esplorare in questa fascia di età, emerge una certa continuità con l’attaccamento sviluppato con la madre nei primi anni di vita, ma se consideriamo le capacità di esplorazione e le competenze sociali il quadro si fa molto più complesso. Nello sviluppo dei modelli operativi interni, soprattutto per quanto riguarda la capacità di esplorare in modo sicuro e competente il mondo esterno, l’influenza esercitata dal padre nel corso di tutta l’infanzia sembra importante almeno quanto quella della madre. La continuità dell’attaccamento dall’infanzia all’età adulta, è comunque minore di quanto non si pensasse, mentre è maggiore l’influenza delle esperienza attuali. Le configurazioni di attaccamento in preadolescenza e adolescenza sono maggiormente legate a come vengono percepiti in quel momento i genitori e alla presenza di situazioni gravi di stress familiare o sociale. Questo depone per una notevole plasticità nello sviluppo dei modelli operativi interni e ridimensiona l’importanza che la psicoanalisi e la stessa teoria dell’attaccamento hanno attribuito alle esperienze relative all’infanzia a scapito del valore, sul piano evolutivo, del resto dell’esistenza. I primi anni di vita sono significativi, ma continuano ad esserlo anche quelli successivi. Le esperienze infantili, quindi, vanno considerate solo il punto di partenza di un processo evolutivo che si protrae per l’intero arco vitale.
2007
Preadolescenza. Il bambino caduto dalle fiabe. Teoria della clinica e prassi psicoterapeutica.
54
77
Modelli operativi interni e relazioni di attaccamento in preadolescenza / F. Baldoni. - STAMPA. - (2007), pp. 54-77.
F. Baldoni
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