Il saggio analizza la ricezione di Katherine Mansfield in Italia tra il 1922 e il 1952, un periodo segnato dall'avvento del Fascismo, dalla Seconda Guerra Mondiale e dal dopoguerra. La fortuna postuma di Mansfield fu influenzata dalla pubblicazione dei suoi scritti privati (diari, taccuini, lettere), orchestrata dal marito J.M. Murry, e che contribuì fortemente al suo mito. La ricezione italiana fu inoltre influenzata dal culto che all'autrice veniva già tributato in Francia. In un primo tempo, infatti scrittori e critici italiani leggevano Mansfield in traduzione francese, non essendo in grado di avvicinarla in originale. La vita e l'opera di Mansfield diedero vita a un acceso dibattito letterario, che opponeva i fautori di Mansfield come figura ascetica – spesso ritratta con una sorta di aureola – alla mordace qualità satirica e alla penetrazione psicologica della sua scrittura. Grazie al crescente numero di traduzioni italiane, l'opera di Mansfield raggiunse poi un più ampio pubblico e il suo crescente statuto letterario favorì forme di scrittura critica più estese e approfondite, in cui si riflette una vasta gamma di posizioni. Queste risposte contrastanti ci permettono di comprendere le preoccupazioni estetiche e ideologiche degli intellettuali italiani sotto un regime totalitario che sempre più predicava l'autarchia culturale, in particolare contro la cosiddetta "perfida Albione", ma che non poteva prevenire ogni forma di ibridazione culturale.
Maurizio Ascari (2015). “An ‘utterly concrete and yet impalpable’ art: the early reception of Katherine Mansfield in Italy (1922-1952)”. Basingstoke : Palgrave Macmillan.
“An ‘utterly concrete and yet impalpable’ art: the early reception of Katherine Mansfield in Italy (1922-1952)”
ASCARI, MAURIZIO
2015
Abstract
Il saggio analizza la ricezione di Katherine Mansfield in Italia tra il 1922 e il 1952, un periodo segnato dall'avvento del Fascismo, dalla Seconda Guerra Mondiale e dal dopoguerra. La fortuna postuma di Mansfield fu influenzata dalla pubblicazione dei suoi scritti privati (diari, taccuini, lettere), orchestrata dal marito J.M. Murry, e che contribuì fortemente al suo mito. La ricezione italiana fu inoltre influenzata dal culto che all'autrice veniva già tributato in Francia. In un primo tempo, infatti scrittori e critici italiani leggevano Mansfield in traduzione francese, non essendo in grado di avvicinarla in originale. La vita e l'opera di Mansfield diedero vita a un acceso dibattito letterario, che opponeva i fautori di Mansfield come figura ascetica – spesso ritratta con una sorta di aureola – alla mordace qualità satirica e alla penetrazione psicologica della sua scrittura. Grazie al crescente numero di traduzioni italiane, l'opera di Mansfield raggiunse poi un più ampio pubblico e il suo crescente statuto letterario favorì forme di scrittura critica più estese e approfondite, in cui si riflette una vasta gamma di posizioni. Queste risposte contrastanti ci permettono di comprendere le preoccupazioni estetiche e ideologiche degli intellettuali italiani sotto un regime totalitario che sempre più predicava l'autarchia culturale, in particolare contro la cosiddetta "perfida Albione", ma che non poteva prevenire ogni forma di ibridazione culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.