Al centro di questo progetto vi sono le libere professioni italiane (avvocati, notai, medici, farmacisti, veterinari, architetti, ingegneri, ragionieri e dottori commercialisti). L’inizio è per i notai bolognesi il periodo medioevale, per le altre professioni il XVI secolo. La fine è l’oggi, con i dati relativi agli sbocchi professionali dei laureati bolognesi nel decennio 1996-2006. Verrà utilizzata una metodologia nuova, adatta a sviluppare aspetti delle professioni poco studiati e in grado di garantire una comunicazione più ampia di quella raggiunta da un saggio accademico. Le professioni intellettuali saranno rappresentate attraverso gli strumenti della cartografia e dell’iconografia. 2. Non esiste in Italia, né in altri paesi, un atlante storico delle professioni. Realizzarlo, significa compiere un’operazione innovativa. La rappresentazione cartografica consente infatti di scomporre l’oggetto di indagine in una varietà di temi e di approfondirli a partire da una carta. La raccolta di dati quantitativi è indispensabile per realizzare una cartografia digitale e consente al tempo stesso di dare al discorso sulle professioni quel supporto statistico che spesso è stato trascurato. Tutto ciò sarà possibile perché oggi sono disponibili numerose banche dati di grande ampiezza (i notai bolognesi, i laureati dal XVI secolo a oggi , gli enti pubblici, i parlamentari, i partigiani e gli antifascisti) da cui attingere informazioni. Le aree prese inizialmente in esame saranno: Bologna e l’Emilia-Romagna, Milano e Pavia, Firenze, Siena e Pisa. Sono previsti anche sondaggi su Roma e Napoli. Dopo l’unificazione,prevarrà la rappresentazione nazionale dei fenomeni, affiancata da qualche approfondimento su scala locale. I temi trattati in prospettiva diacronica saranno: i laureati e le carriere professionali; collegi e ordini; la distribuzione delle professioni in città e nel contado; ereditarietà professionale e strategie familiari; geografia dei saperi professionali; i mercati professionali; professioni e politica; patriottismo e passione civile; le donne e le professioni. 3. La ricerca iconografica avrà il compito di documentare la sedimentazione delle professioni liberali all’interno della società italiana, la loro rappresentazione e autorappresentazione. Dall’antico fino all’Ottocento, la ricerca sarà condotta sulle fotografie del patrimonio artistico; dalla fine Ottocento ad oggi, alla fotografia di ambiente si affiancheranno le immagini in movimento (documentari,e cinema) 4.I risultati attesi sono due: un volume, che comprende l’Atlante e l’iconografia delle professioni; una mostra itinerante. 5. Il gruppo di ricerca è formato da docenti che hanno una lunga consuetudine di studio dell’università e delle professioni che per alcuni si è già concretizzata in lavori collettivi. Hanno aderito al gruppo anche architetti e veterinari che coltivano la storia delle loro professioni.
M. Malatesta (2007). Atlante storico delle professioni.
Atlante storico delle professioni
MALATESTA, MARIA
2007
Abstract
Al centro di questo progetto vi sono le libere professioni italiane (avvocati, notai, medici, farmacisti, veterinari, architetti, ingegneri, ragionieri e dottori commercialisti). L’inizio è per i notai bolognesi il periodo medioevale, per le altre professioni il XVI secolo. La fine è l’oggi, con i dati relativi agli sbocchi professionali dei laureati bolognesi nel decennio 1996-2006. Verrà utilizzata una metodologia nuova, adatta a sviluppare aspetti delle professioni poco studiati e in grado di garantire una comunicazione più ampia di quella raggiunta da un saggio accademico. Le professioni intellettuali saranno rappresentate attraverso gli strumenti della cartografia e dell’iconografia. 2. Non esiste in Italia, né in altri paesi, un atlante storico delle professioni. Realizzarlo, significa compiere un’operazione innovativa. La rappresentazione cartografica consente infatti di scomporre l’oggetto di indagine in una varietà di temi e di approfondirli a partire da una carta. La raccolta di dati quantitativi è indispensabile per realizzare una cartografia digitale e consente al tempo stesso di dare al discorso sulle professioni quel supporto statistico che spesso è stato trascurato. Tutto ciò sarà possibile perché oggi sono disponibili numerose banche dati di grande ampiezza (i notai bolognesi, i laureati dal XVI secolo a oggi , gli enti pubblici, i parlamentari, i partigiani e gli antifascisti) da cui attingere informazioni. Le aree prese inizialmente in esame saranno: Bologna e l’Emilia-Romagna, Milano e Pavia, Firenze, Siena e Pisa. Sono previsti anche sondaggi su Roma e Napoli. Dopo l’unificazione,prevarrà la rappresentazione nazionale dei fenomeni, affiancata da qualche approfondimento su scala locale. I temi trattati in prospettiva diacronica saranno: i laureati e le carriere professionali; collegi e ordini; la distribuzione delle professioni in città e nel contado; ereditarietà professionale e strategie familiari; geografia dei saperi professionali; i mercati professionali; professioni e politica; patriottismo e passione civile; le donne e le professioni. 3. La ricerca iconografica avrà il compito di documentare la sedimentazione delle professioni liberali all’interno della società italiana, la loro rappresentazione e autorappresentazione. Dall’antico fino all’Ottocento, la ricerca sarà condotta sulle fotografie del patrimonio artistico; dalla fine Ottocento ad oggi, alla fotografia di ambiente si affiancheranno le immagini in movimento (documentari,e cinema) 4.I risultati attesi sono due: un volume, che comprende l’Atlante e l’iconografia delle professioni; una mostra itinerante. 5. Il gruppo di ricerca è formato da docenti che hanno una lunga consuetudine di studio dell’università e delle professioni che per alcuni si è già concretizzata in lavori collettivi. Hanno aderito al gruppo anche architetti e veterinari che coltivano la storia delle loro professioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.